Capitolo XIV

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Roma, 15 gennaio 1917

La salute di Paolo Giardini si stava aggravando sempre di più: sua figlia Teresa, la quale col fratello al fronte doveva fungere da madre al nipotino Luigi, si sentiva anche carica della responsabilità di assistere quel padre dal carattere così difficile nei suoi ultimi giorni di vita.
Fortunatamente c'era la sua amica di sempre Rosa Ghisoni che veniva a trovarla di tanto in tanto insieme ai figli Giulia ed Enrico; suo marito Armando, nel tempo del congedo, l'aveva resa inoltre futura madre di un terzogenito, che sarebbe nato entro settembre: circondata da Luigi e dai suoi bambini, e per di più incinta, era l'immagine opposta della principessa Giardini, la quale aveva sempre aspirato ad una vita monastica, anche se dall'ultimo Natale aveva cominciato ad avere dei dubbi.
Solo alla Belfiore aveva tuttavia raccontato il perché.
<< Hai più rivisto il conte Mazzanti, prima della fine del suo congedo? >> le domandò perciò.
<< No, ma con le condizioni di mio padre che peggiorano non ne avrei avuto il tempo né la testa. E non dimentichiamo quello che è successo tra mio fratello e Greta... >> commentò Teresa, in tono malinconico.
<< Non dovresti caricarti del peso di tutto il mondo. Ti perdi gli anni più belli... >> le fece notare Rosa, guardando con amore i suoi eredi che giocavano col figlioletto di Renato Giardini.
<< A volte temo di essere nata vecchia... >> dichiarò la principessa.
<< È solo un'impressione. Anch'io credevo di essere nata solo per farmi sposare dal primo arrampicatore sociale che mi capitasse a tiro... E invece ho trovato Armando, che è l'uomo migliore del mondo! >> esclamò estasiata la contessa.
Teresa sorrise educatamente: sul sincero e disinteressato sentimento del giovane conte Ghisoni aveva sempre nutrito diversi dubbi, ma non intendeva ferire l'amica, non dopo che credeva di aver coronato il suo sogno d'amore; e poi anche Armando aveva imparato a volerle bene, quasi quanto ne voleva a Greta Solari quando erano giovani e promessi in sposi.
Tuttavia Rosa aveva ragione: aveva pensato diverse volte a Daniele Mazzanti; tuttavia la realtà l'aveva indotta a scacciare quel pensiero, pregando intensamente affinché quella tentazione non la tormentasse troppo.

***

Altopiano del Carso, 17 gennaio 1917

Greta Solari era stata ammessa al gruppo di crocerossine che sarebbero state inviate al fronte, sull'Altopiano del Carso; aveva dovuto dimostrare alla principessa Maddalena Stanzi che non era una ragazzina viziata che si dedicava ai feriti di guerra per darsi un senso, uno scopo da perseguire; tuttavia aveva ritrovato Nadia Berardi, la quale, venuta lì per stare più vicina all'amato Giuliano, le aveva dato una grossa mano con i classici lavori di casa come rifare i letti, spazzare e passare lo straccio per terra, lavare i piatti e cucinare piatti semplici, mansioni che a Palazzo Solari avevano sempre svolto le cameriere.
Nonostante la situazione fosse sempre tesa, sul filo del rasoio, Greta era molto contenta: sentiva che presto avrebbe avuto la sua occasione per ritrovare Renato e spiegargli che non c'entrava niente con le macchinazioni della sua famiglia.
Tuttavia vi erano giorni in cui non arrivava alcun ferito, e per ingannare il tempo la contessina Sofia Meridiani organizzava qualche festicciola con alcuni giovani ufficiali, che facevano impazzire le altre ragazze e non lasciavano indifferenti neanche Greta e Nadia: si fumavano sigarette di marca, si beveva vino rosso, si ascoltava musica jazz.
Le giovani erano contente di ingannare il tempo con quelle iniziative, alleggerivano la tensione; la principessa Stanzi, invece, non le sopportava.
Infatti, non appena vedeva la sua assistente anche troppo civettuola con gli ufficiali, non perdeva occasione di rimproverarla davanti alle altre ragazze.
<< Contessina Meridiani, a volte dimenticate che siete al fronte per curare i feriti, non per organizzare feste! >> protestava ogni volta.
<< Feriti? Al momento non vedo feriti, principessa Stanzi! >> sorrideva allegramente quest'ultima, guardando quella donna più che quarantenne con aria compassionevole.
<< Beh, potrebbero arrivare da un momento all'altro, e potrebbero trovarci a fumare, a bere e a civettare a ritmo sincopato! >> insisteva la principessa, lasciando quel corteo di gente fin troppo spensierata e guardando le giovani che vi si aggiungevano come le api col miele, preoccupata per l'esempio negativo che la contessina Meridiani stava dando loro.

Tutta la vita che non abbiamoWhere stories live. Discover now