21. Io e te dobbiamo parlare

9 3 0
                                    

L'ultima volta che ho sentito Helen è stata lunedì durante l'ultima lezione, attraverso un messaggio che mi informava che sarebbe andata a trovare la sua amica

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

L'ultima volta che ho sentito Helen è stata lunedì durante l'ultima lezione, attraverso un messaggio che mi informava che sarebbe andata a trovare la sua amica. Poi è completamente sparita. Le ho fatto mille chiamate che sono rimaste senza risposta e inviato talmente tanti messaggi da perderne il conto, tutti visualizzati, nessuna dannata risposta. Sono passati quattro giorni. Quattro giorni in cui ho ripassato a mente ogni minimo dettaglio del nostro appuntamento, dal momento in cui ho suonato il campanello di casa sua a quello in cui l'ho vista per l'ultima volta, mentre attraversava la soglia del dipartimento di Economia del college. Non capisco cosa cazzo possa aver fatto per farla scappare. E anche se avessi fatto o detto qualcosa credo di avere comunque diritto a una spiegazione. Insomma, le costava tanto mandarmi anche solo un cazzo di messaggio per informarmi che ha cambiato di nuovo idea su di me? Non l'ho cercata al college e nemmeno a casa sua solo perché potrei incazzarmi sul serio, potrei tornare a essere lo stronzo che mi riesce così bene essere. Cazzo, era così facile comportarmi da stronzo totale prima di conoscere lei. Facevo e dicevo quello che mi passava per la testa, chi mi conosceva sapeva come ero fatto e non mi rompeva troppo i coglioni, l'opinione del resto del mondo semplicemente non m'interessava. Zero sensi di colpa. Zero rimorsi. Poi arriva lei e mi trasforma in un agnellino sacrificale pronto a porgerle la giugulare solo per vederla felice. E ora è di nuovo Hel per me, il mio cazzo di inferno personale in cui sono ripiombato e non ne so nemmeno la ragione.

È venerdì e mi sto preparando per il lavoro, con la consapevolezza che vedrò Helen. Nella mia mente si alternano vari scenari: lei che mi dà dello stronzo e mi dice che non vuole vedermi mai più, lei che non si presenta al lavoro pur di evitarmi, lei che non si presenta al lavoro perché ferita o morta chissà dove mentre io sono incazzato con lei; io che le urlo contro per poi scoprire che ho fatto davvero qualcosa che l'ha fatta allontanare o lei che mi dice di essere tornata insieme all'ex o chissà che altro. Non riesco a trovare alcuna conclusione positiva. Per una frazione di secondo ho perfino pensato di darmi malato pur di non dovermi scontrare con lei e scoprire che per me non c'è più alcuna possibilità. Perché, cazzo, a questo punto mi spezzerebbe il cuore.

Salgo nella macchina di Pete con il cuore a mille per l'ansia che mi sta mangiando vivo.

«Devo comprare una cazzo di moto... prima di finire tutti i soldi in Uber» esordisco mentre Pete esce dal garage.

«Come mai hai venduto la tua?»

«Mi servivano i soldi».

«Capisco. Mi racconterai mai per cosa ti servivano? E perché non li hai chiesti a tua madre invece di vendere la Honda?»

«Perché mi servivano per fare una cosa che lei non approvava, quindi ha fatto la stronza. Le ho chiesto un cazzo di assegno di millesettecento dollari e non ha voluto farmelo, allora mi sono arrangiato, semplice» lo metto al corrente senza mai distogliere lo sguardo dal finestrino.

«Una cifra piuttosto specifica...» commenta curioso.

«Che resti tra me e te: ti avevo raccontato che Helen aveva dei problemi con l'affitto della casa, ricordi? Ecco, ora non li ha più».

Tutta colpa di un sorrisoWhere stories live. Discover now