Capitolo 84: High

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Dylan

Era il giorno della scadenza di Robert e io ero completamente fuori di testa per non poter stare con lei. Mi aveva imposto di non vederci e io avevo sprecato più di mezz'ora a cercare di convincerla che sarei dovuto stare con lei, non Hunter, non Mia. Io e nessun altro.

Ma no, lei si era rifiutata di ragionare e io con lei. Cercava di farmi capire che se ci fossimo fatti vedere insieme avremmo destato sospetti, ma a me cosa sarebbe dovuto importare? Avrei potuto trovare qualsiasi altra scusa perfettamente plausibile, mi sarei potuto prendere la colpa, avrei fatto di tutto, ma lei doveva soltanto permettermi di starle accanto e di proteggerla.

Alla fine mi aveva costretto ad arrendermi, dicendomi che ci sarebbe stato Hunter con lei. Il patto però era che lei avrebbe dovuto rispondere ai miei messaggi di "controllo" entro venti minuti altrimenti la sarei andata a prendere di forza. Diciamo che cercavo di farle saltare i nervi a tal punto da farle desiderare di non rispondere e avere la scusa perfetta per andare da lei.

Per distrarmi dai pensieri su cosa avrebbe potuto star facendo, Bax decise di attaccarmi con la terapia che lui e la sua fastidiosa ragazza dai capelli rossi avevano pensato per noi. Quello di Bax non era un vero e proprio piano, stava solo puntando sull'interrogatorio da sfinimento.

A: Bimba; 2:02 a.m
Tempo di rispondere, piccola

Da: Bimba; 2:05 a.m
"Piccola" non mi piace.

A: Bimba; 2:07 a.m
Neppure gli altri due, eppure...

Da: Bimba; 2:08 a.m
Ti detesto profondamente

Sorrisi allo schermo del telefono come un idiota e per la sesta volta in quella serata fui sul punto di alzarmi e andare da lei. Baxter mi riprese per la maglietta e mi trascinò di nuovo sul divano.

«Allora, è la sesta volta che provi a scappare e lo capisco, davvero. Infatti, ti basta rispondere a quella domanda e ti lascio andare» mi sorrise provocatoriamente. Lo fulminai con lo sguardo e mi rassegnai, allungando le gambe sul tavolino davanti a me.

La domanda con cui Bax mi stava torturando da ore era: "Perché stai con Kate?"

Il mio migliore amico probabilmente si era dimenticato di come funzionasse il mio cervello, perché continuava a pormi l'unica domanda a cui sapeva non avrei risposto. Avrebbe potuto raggirare l'argomento con un altro milione di domande e arrivare allo stesso risultato, senza farmelo esplicitamente ammettere. Voglio dire, le basi.

Per questo iniziai a pensare che fosse parte di un piano diverso, ma non avevo voglia nemmeno di pensarci. Soprattutto, quando la ragazza in questione si sedette accanto a me alzai mentalmente gli occhi al cielo. Dovevo ammettere che in quei giorni mi aveva sfiorato l'idea che la sua assurda storia potesse essere stata anche solo lontanamente vera, considerato come Robert avesse minacciato anche Freya.

La differenza tra di loro però era che Freya se ne era fregata delle sue minacce, della sua vita e di ogni pericolo per venirmi a dire tutto.

Magari, se non fossi stato lì quando Robert l'aveva attaccata non me lo avrebbe mai detto, ma mi piaceva pensare che la prima ipotesi fosse quella giusta.

«Va tutto bene?» mi chiese la ragazza dagli occhi azzurri da finta cerbiatta. Sbuffai e cercai di mantenere un tono calmo e pacato, nonostante quella ragazza mi riempisse di rabbia.

«Smettila di preoccuparti per me» la rimproverai per la milionesima volta. In un certo senso speravo che trovasse la forza di lasciarmi, perché non poteva continuare a soccombere ad ogni cosa. Quello era il suo lato innocente, per il resto non si faceva scrupoli. Forse ero io la sua unica eccezione.

LA's Devil - dicono che tu sia il diavoloWhere stories live. Discover now