Capitolo 15: Ricordati che ho perso.

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Sento la testa pesante più di prima, un senso di vuoto nello stomaco e gli occhi che mi bruciano. Non riesco a capire dove sono. Non riesco a muovermi, ho letteralmente le mani legate.

Sono sui sedili posteriori di una macchina che viaggia a gran velocità, sdraiata e stordita. L'ultima cosa che ricordo è che ho litigato con Dylan, e sono andata via da casa sua. Poi ho incontrato Klaus...

- Vedo che ti sei svegliata, zucchero - dice Klaus senza distogliere gli occhi dalla strada.
- Che cosa mi hai fatto? Dove mi stai portando?-
- Ti ho drogata e stiamo andando in un posto, che non puoi conoscere -
- Perché io? Cosa ti ho fatto? - chiedo, nonostante mi senta la gola terribilmente infiammata.

- Tu? Oh zucchero, tu non hai fatto niente. Dylan si -
A sentire il suo nome il mio cuore si arresta. Anche solo sentirlo pronunciare, Dylan suscita in me sensazioni strane e contrastanti.

- Cosa ti ha fatto di tanto grave? -
Klaus fa una risata amara, come per dire "Quante me ne ha fatte".
- Allora, da dove comincio... - fa finta di pensare e dopo riprende a parlare.
- Avevo una ragazza, tanto tempo fa. Dylan me l'ha brutalmente portata via. Le ragazze scelgono sempre lui. Poi, ha picchiato a sangue mio fratello, l'unica famiglia che avevo e ora lui si è trasferito a New Orleans e non vuole vedermi - dice tutta d'un fiato.

Abbasso lo sguardo. Sapevo che Dylan aveva fatto brutte cose, ma non credevo che avesse fatto arrabbiare così tanta gente.

- Vedo che non dici niente, zucchero. Magari questo servirà a farti capire che persona è davvero il tuo ragazzo - dice.
- Non è il mio ragazzo - ribatto immediatamente.

- Uhuh questo è inaspettato. Tra me e Dylan c'è sempre stata una certa... "rivalità" con le
ragazze, se così possiamo definirla. È complicato. Per questo motivo, adesso, chiameremo Dylan e gli faremo vedere quanto stai soffrendo, così lui verrà e metterò fine a tutto una volta per tutte -

Il cuore mi accelera, di nuovo e la salivazione aumenta a dismisura.
- Che cosa intendi per "mettere fine a tutto"?- chiedo allarmata.
- Mettere fine alla sua vita  - dice sorridendo maleficamente, mentre compone il numero.

Allunga una mano verso di me e mi mette del nastro adesivo sulla bocca, mentre io mi dimeno per cercare di slegarmi le mani. Più ci provo però, più i miei polsi vengono feriti dalla plastica.

- Non provare a dirgli una parola - mi minaccia Klaus mettendo il viva voce.
- Dylan, ciao, come stai? -
- Klaus cosa vuoi? - dice Dylan scocciato dall'altra parte del telefono.
Io inizio a scalciare, devo avvertire a tutti i costi Dylan. Non deve venire.

- Vederti. -
- Non se ne parla, ciao -
- Sapevo che lo avresti detto. Per questo ho portato qualcuno a cui non potrai dire di no. Zucchero, fai un segno a Dylan -

Il scuoto la testa e mi rifiuto di parlare. Non deve rischiare la sua vita.
Klaus svolta in un vicolo e ferma la macchina.
Si gira e vedendo che non proferisco parola, tira fuori dal cassetto della macchina un coltellino svizzero.

Mi prende con violenza e mi stacca il nastro adesivo dalla bocca.
- Non dici niente? - mi chiede con tono agghiacciante.
Sento Dylan respirare pesantemente dall'altra parte del telefono e mi mordo la lingua pur di non dire niente.

- L'hai voluto tu -
Prende il coltellino ed esegue un taglio netto, profondo e deciso sulla pelle del mio braccio e non posso non gridare.
- Freya? Brutto figlio di puttana lasciala stare -
- Vedi di venire al 17 di Mystic Road. Da solo -
- No Dylan ti prego non farlo - grido con tutta la voce che ho, ma Klaus fa un taglio ancora più profondo e doloroso.

Chiude la telefonata e scende dalla macchina. Apre lo sportello e mi carica sulle sue spalle, mentre io cerco di liberarmi disperatamente.
- C'è una cosa che non ho precisato - dice salendo le scale di un palazzo interamente grigio, inquietante, freddo.

- Considera questa come una vendetta per avermi portato via l'unica cosa a cui tenevo.- mi butta su un divano malconcio e il sangue che sto perdendo lo macchia velocemente.

- Lui dovrà vivere con la tua morte sulla coscienza, con i sensi di colpa e con il dolore. Come ho fatto io -

Il panico mi assale, di nuovo e non riesco a respirare.
"La tua morte"
"La tua morte"
"La tua morte"

Le sue parole continuano a rimbombarmi nella mente e non riesco a mantenere la calma. La cosa peggiore era non poter fare nulla per evitare l'inevitabile.

- Quindi mi ucciderai. E poi? -
- Poi gli provocherò tanto di quel dolore fisico che quando si sveglierà desidererà di essere morto, e quando me lo implorerà sarò più che felice di soddisfare le sue richieste - dice con un sorriso che mi fa venire i brividi.
- Sei uno psicopatico - 

Mi solleva il braccio sinistro e con il coltello fa un altro taglio per lungo, vicino alla vena principale, poi ripete l'azione sull'altro braccio.
Guardo il sangue uscire a fiotti dalla mia pelle e già sento la testa girarmi.

La porta si apre sbattendo con violenza e Dylan si avventa su Klaus con una furia tale, che mentre lo prende a pugni non gli da nemmeno il tempo di respirare.

- Che cazzo le hai fatto?! - grida.
Klaus sfodera un sorriso con i denti arrossati dal sangue.
- Te l'ho portata via -
Dylan si gira per prendere una bottiglia di birra e per spaccarla in testa a Klaus, ma lui gli assesta un pugno molto forte sulla tempia, che gli da il tempo necessario per raggiungermi e puntarmi il coltello alla gola.

- Fai un altro passo ed è finta - dice. Sento la lama fredda sul mio collo e il cuore che pulsa gli ultimi battiti.
- Klaus lasciala stare, lei non c'entra niente. Prendi me, uccidi me -
- No Dylan non ne vale la pena - dico con la voce che ormai è debole.

Non ci sono più speranze ormai, posso permettermi di fare qualsiasi cosa, peggio di così non può andare.
Do un calcio a Klaus, che barcolla e io approfitto per scappare via. Dylan prende la bottiglia vuota e gliela rompe in testa, facendogli perdere i sensi.
Viene da me di corsa e mi libera le mani.

- Gesù cristo, Freya. Ti prego resisti -
- Dylan guardami, - dico mettendo le mani ai lati della sua testa e incastrando gli occhi nei suoi. Come gli accarezzo le guance gliele macchio un po' di sangue, ma non mi interessa.

Poso le labbra sulle sue per probabilmente l'ultima volta, e lo sento cedere.
Appena ci separiamo lo guardo di nuovo negli occhi e sorrido.

- Ricordati che ho perso -

Poi il nero. Sono morta?

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capitolo specialeeeeeee.
voglio almeno 20 commenti per questo capitolo.
fatemi sapere che ne pensate.

LA's Devil - dicono che tu sia il diavoloWhere stories live. Discover now