Cap. 8

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"A volte l'uomo inciampa nella realtà, ma nella maggior parte dei casi si rialza e va per la sua strada.''

Le lezioni  di questa giornata interminabile sono finalmente giunte al termine.
Cammino con le spalle ricurve in avanti, arrancando sotto il peso dei libri e della stanchezza, e la testa sembra pesare una tonnellata. Al mio fianco Ginny canticchia allegra, serena e all'apparenza senza alcun pensiero, facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli ad ogni falcata.

Il mio incontro con Malfoy è ancora ben presente nella mia mente.
Inesorabile, corrosivo... come una biscia che striscia a terra  si insinua tra le rocce, così Malfoy è in grado di stazionare nei miei pensieri.

Ad ogni gradino il ricordo del suo sguardo sembra conficcarsi sempre più in profondità.
Occhi grigi, spenti, ricolmi di dolore: gli occhi di una persona che da troppo tempo tenta di resistere alla vita anziché  viverla.
Giungiamo all'entrata della nostra Sala Comune dove mi separo da Ginny.

- Allora io vado in biblioteca, ci vediamo stasera a cena. - le dico già avviandomi per i corridoi.

- Va bene...cerca di non rimanerci chiusa dentro! - mi urla lei ghignando.

- Bella battuta Ginny, bella battuta! - le rispondo acida, sicura di non aver male interpretato le sue parole.

Ancora una volta quella peste ha voluto farmi notare come la mia vita sociale rasenti lo zero, ma decisamente le sue battutine non costituiscono un problema: ho passato più di sette anni della mia vita a sentirmi rivolgere in questo modo da Ron e ormai sono abituata...deve essere un gene di famiglia quello di voler portare sulla cattiva strada più persone possibili.

Oltrepasso l'entrata della biblioteca e mi siedo su uno dei tavoli a metà sala in una zona non troppo frequentata. Tiro fuori dalla tracolla due pergamene bianche su cui scrivere i due temi per Antiche Rune e Trasfigurazione  per poi alzarmi ed andare in cerca di un libro sulla metrica.

Sto girovagando per gli scaffali da qualche minuto quando, svoltato un angolo, incappo in un tavolo occupato da uno studente seduto di spalle, stravaccato sulla sedia.

Lo guardo ed il cuore inizia a battermi più velocemente: è una testa bionda.

Immediatamente i miei occhi saettano sulla sua divisa scolastica in cerca di uno stemma ben preciso: si, i colori sono proprio il verde e l'argento.
Ed ora cosa faccio? Gli vado a parlare o faccio finta di niente? Infondo non ci siamo neanche lasciati molto bene prima, potrebbe essere scocciato di vedermi.

Ma perché mi sto facendo tutte queste paranoie? Diamine, questo è un luogo pubblico e se io voglio starci, ci sto! Non posso farmi condizionare, men che meno da lui.

Però sarebbe meglio se non mi vedesse, non si sa mai... oh ma insomma di cosa ho paura! Dov' è finito tutto il mio coraggio?

Mi sto lambiccando in questa battaglia interiore quando accidentalmente vado addosso ad un tavolo lì vicino, rovesciando un'ampolla d'inchiostro proprio sopra i libri della studentessa che lo occupava.

- Hei, fai attenzione! - mi sbraita contro la malcapitata, cercando di salvare il salvabile.

- M-mi dispiace, non volevo - le dico imbarazzata come non mai, - lascia stare, ti aiuto: gratta e netta - dico nel tentativo di rimediare al disastro.

Il risultato non è perfetto, ma almeno le pagine non sono più nello stato pietoso di prima. Mi scuso ancora, rossa in viso per la vergogna e velocemente mi giro per tornarmene al mio posto.
Ci mancava proprio una figuraccia del genere, meno male che nessuno mi ha vista... un momento.

Di colpo alzo lo sguardo verso il tavolo che tanto mi aveva assillata prima di fare quel disastro e vedo quella testa bionda voltarsi di scatto, come se mi avesse guardata fino a pochi istanti prima.
Che strano, Malfoy che non approfitta di un'occasione del genere? Non è normale. Ma infondo cosa posso aspettarmi da un ragazzo a cui è morto da poco il padre... sono proprio stupida ed infantile, non riesco ancora a capire che il tempo dei giochetti puerili è finito.
Non siamo più i quindicenni che si rincorrono per i corridoi urlandosi contro ogni tipo di insulto, e mai torneremo ad esserlo.

Open your eyes || dramioneWo Geschichten leben. Entdecke jetzt