Cap.10

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"My bones ache, my skin feels cold
and I'm getting so tired and so old.
The anger swells in my guts
and I won't feel these slices and cuts.
I want so much to open your eyes
cause I need you to look into mine''

Una settimana.
Una settimana di sguardi rubati, di sorrisi complici.

Una settimana in cui ad ogni lezione non vedevo l'ora di rivederti per poi sperare di sparire una volta che ti avevo di fronte.
Chi l'avrebbe mai detto che un giorno avrei imparato ad apprezzarti, eh Malfoy?

Sorrido con le labbra appoggiate al bordo della mia tazza di tè: è mattina presto e la Sala Grande è semideserta, fatta eccezione per me e pochi altri studenti.
Percorro con lo sguardo il tavolo di Serpeverde, pensando al ragazzo che da mesi ormai è in grado di monopolizzare i miei pensieri e scuoto la testa... quante cose sono cambiate in un anno.

Anche io sono cambiata, ma credo che pochi siano riusciti a mutare in modo così palese come Malfoy: certamente non ha abbandonato i suoi comportamenti da prepotente, arrogante e viziato ragazzo che era, ma ora in lui c'è qualcosa di umano, qualcosa che lo rende meno austero e lo fa abbassare al livello di noi comuni mortali.
Ridacchio dell'assurda definizione che gli avevo appena affibbiato: sembra quasi che ora sia diventato un tenero orsacchiotto.

- Che fai Granger, ridi da sola? -

Una voce mi arriva alle spalle cogliendomi di sorpresa: mi volto e vedo l'alta figura di Malfoy osservarmi, divertito da chissà cosa.

- Buongiorno anche a te Malfoy - gli rispondo tornando alla mia colazione sospirando sconsolata: ogni volta che mi concedo di pensare a lui come una persona migliore chissà perché si comporta in modo tale da farmi rinnegare tutto.

Passano alcuni secondi di silenzio, interrotti solo dal rumore del mio cucchiaino a contatto con la porcellana.

- Mi stai forse ignorando? - mi domanda in tono più brusco, facendomi inevitabilmente sorridere: riecco spuntare il bambino egocentrico.

Alla vista della mia reazione alle sue parole lo vedo irrigidirsi, per poi procedere con passo lento verso il suo tavolo e prendere posto su una panca, dandomi le spalle.

Lo osservo sconsolata, indecisa se offendermi per il suo comportamento infantile o se mettermi a ridere. Da quando abbiamo cominciato a passare più tempo insieme ho avuto modo di conoscerlo un po' di più, ma certi atteggiamenti rimarranno sempre un mistero.
Scuoto nuovamente la testa, incredula: che cosa stiamo facendo? Ci siamo offesi ed ignorati per tanti anni...perché ci stiamo comportando così?

Ho solo bisogno di un po' di serenità... ho bisogno di dimenticare.

Questa frase mi rimbomba nella testa: me l' ha detta lui pochi giorni fa, confidandosi in un momento di pace, lontani da tutto e da tutti.
Ha ragione: anche io ho bisogno di serenità... e se questa piccola quiete è in grado di darmela una persona come Malfoy, ben venga.

Devo smetterla di farmi mille domande, devo smetterla di sentirmi in colpa ogni volta che mento a Ginny per potermi vedere con lui: è lei che mi costringe a farlo proprio perché conosco il modo in cui reagirebbe se solo glielo dicessi.
Finisco la mia colazione e mi alzo, raccogliendo la mia sacca dei libri: di li a poco sarebbe arrivata la calca di studenti.
Mi avvio verso il suo tavolo e una volta arrivata alla sua panca mi siedo di fianco a lui.

- Che cosa staresti facendo? - mi domanda lui guardandomi con la coda dell'occhio, trasudando indifferenza.

- Sempre tutte queste domande...- gli rispondo io facendo un vago gesto con la mano.

Dopo aver appoggiato la sua tazza sul tavolo lo vedo girarsi con tutto il busto nella mia direzione, per poi fissarmi insistentemente in attesa di una risposta più soddisfacente.

Open your eyes || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora