cap. 4

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"L'incertezza e il pericolo mettono a prova l'uomo;
solo nella sventura lo si conosce veramente,
perché solo allora la verità vien fuori dal profondo del cuore,
solo allora la maschera è strappata
e appare la realtà."
                                                                                                  
                                                                                                             -Lucrezio, De rerum natura, III libro


Sento il calore del liquido ambrato scendermi lungo la gola, beandomi del suo sapore intenso ma allo stesso tempo delicato.
È mattina in Sala Grande, ora di colazione, e più o meno tutti i posti dei tavoli delle quattro case sono già stati occupati; io me ne sto seduta affianco a Ginny tenendo tra le mani una grande tazza di tè, e in alternanza seguo con lo sguardo i movimenti della mia amica e le voluttuose scie di vapore caldo che si alzano dalla mia colazione.
A causa delle poche ore di sonno sento la testa pesante, e faccio fatica a tenere le palpebre alzate: gli occhi sono circondati da profonde occhiaie violacee, risultato di mesi di sonno in arretrato, e la mia capacità di concentrazione è tra le più basse che la storia di Hogwarts abbia mai avuto il piacere di annoverare tra i suoi studenti.

Poggio la mia tazza sul tavolo e mi strofino le mani sul volto nella vana speranza di darmi un contegno, ripensando all'inaspettato dialogo di poche ore prima avuto con Malfoy: oltre all'incubo ormai ricorrente, lui aveva contribuito notevolmente al mio stato di dormiveglia costante, o per meglio dire, le sensazioni che mi aveva fatto provare avevano creato in me uno stato di agitazione che ancora adesso non riesco a spiegarmi.

Chissà cosa l'ha spinto ad essere così premuroso nei miei confronti...beh, premuroso per quanto possa essere un Malfoy ovviamente.
In automatico alzo lo sguardo sul tavolo di Serpeverde cercandovi una testa di capelli biondi, ma i miei sforzi si rivelano vani: evidentemente quel ragazzo ha di meglio da fare che mangiare assieme a tutto il resto di studenti.
Con un'espressione un po' contrariata torno a rivolgere la mia attenzione su Ginny, che intanto sta finendo di addentare la sua fetta di pane e marmellata di pesche.
Di lì a poco sarebbero iniziate le lezioni della giornata, e come prima ora ci attende una lezione di Cura delle creature magiche con Tassorosso...un risveglio graduale insomma, dato che l'insegnante in carica è ancora Hagrid.

_____________

La mattinata è trascorsa velocemente, snodandosi tra le varie spiegazioni e compiti in classe, fino a giungere all'ultima lezione della giornata, subito dopo pranzo: ci attendono due ore di Difesa dalle Arti Oscure con Serpeverde e solo Dio sa quanto darei per potermene tornare nel mio letto al calduccio.
Entro in classe senza badare più di tanto agli altri, come ormai sono solita fare, e prendo posto di fianco a Ginny in seconda fila, poggiando sul banco i vari libri di testo. Nel vedere entrare il fantasma del Barone Sanguinario, nuovo insegnante della materia, riesco a trattenere a stento uno sbadiglio e contrariamente al mio solito comportamento rispettoso appoggio di lato la testa sul banco.

- Io mi chiedo perché abbiano dato a lui la cattedra di insegnante...con tutta la gente competente che c'è in giro!- se ne sbotta Ginny al mio indirizzo, assecondando la sua vena critica.

- Probabilmente perché essendo già morto non può fare la fine di tutti gli altri professori - le rispondo io con tono acido, già stanca di tutto quel brusio che non faceva altro che alimentare la mia emicrania.

Alla mia destra sento una voce ridacchiare alla mia affermazione, e più spinta dal bisogno di fare qualcosa per non addormentarmi piuttosto che dalla curiosità, mi volto, rimanendo parzialmente stesa sul banco.

- Bella battuta Granger, peccato che non ti abbia cominciato a frequentare prima - mi dice un Malfoy dall'aria compiaciuta.

È seduto con un altro Serpeverde esattamente di fianco a me, e se ne sta comodamente appoggiato con i gomiti sul banco senza all'apparenza avere alcun pensiero.

Open your eyes || dramioneWhere stories live. Discover now