𝒶𝓁𝓁 𝒹𝓇ℯ𝓈𝓈ℯ𝒹 𝓊𝓅 𝒻ℴ𝓇 𝓂𝓎 𝒶𝓁𝓅𝒽𝒶

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sᴏɴɢ: ʜᴀʀʟᴇʏs ɪɴ ʜᴀᴡᴀɪɪ, ᴋᴀᴛʏ ᴘᴇʀʀʏ

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sᴏɴɢ: ʜᴀʀʟᴇʏs ɪɴ ʜᴀᴡᴀɪɪ, ᴋᴀᴛʏ ᴘᴇʀʀʏ

Bere un paio di sorsi di vodka dopo averle prese dal proprio patrigno ed essere sgattaiolato alla festa di Chanyeol non era stata esattamente una buona idea, ma forse Jimin non riusciva a rendersene davvero conto.

Ecco perché ora era lì, con un Taehyung preoccupato dietro di sé, sull'uscio della porta della villa a tre piani di Park Chanyeol.

Ecco perché ora era lì con addosso un chocker di pelle rosso che gli stringeva il collo, il tutto accompagnato da un jeans di pelle nera così stretto da non lasciare assolutamente nulla all'immaginazione, una leggera camicia bianca aperta a metà al di sopra che con arguzia metteva in mostra le sue clavicole.

Aveva appena bussato al campanello, da fuori già si sentiva la musica assordante ed il chiasso prodotto dagli altri.
C'era solo bisogno che la porta si aprisse e la sua serata all'insegna della disperazione sarebbe iniziata.

Quando era tornato da scuola, qualche ora prima, il suo patrigno non aveva aspettato nemmeno di chiudere la porta di quella che ormai chiamavano casa per dargli un pugno dritto sullo zigomo, per poi piazzarne subito dopo uno sulla sua mascella, facendolo piangere in meno di qualche secondo.

L'alpha aveva iniziato subito dopo a mettergli le mani ovunque, lo aveva messo con la guancia a terra e l'aveva fatto di nuovo sentire sottomesso, ricordandogli la sua posizione.

Era stato solo un miracolo che sua madre stesse tornando proprio in quel momento, altrimenti chissà cos'altro sarebbe successo.
Allungava sempre le mani, ma davanti a sua madre doveva far finta di essere un buon padre.

Il ricordo del patrigno dietro di lui, che premeva contro il suo corpo minuto la propria durezza, lo sfiorò per un secondo, ma Jimin lo ributtò giù, concentrandosi sulla porta davanti a sé.

MY HEARTBROKEN ALPHA | JIKOOKWhere stories live. Discover now