Capitolo 4 - Omnia mutantur (pt.2)

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«Sì, vedi?» E indicò una nota scritta a inchiostro vicino a uno degli schizzi. «"La magia sta nei due nuclei: testa e petto. L'energia in questi due punti è più forte". O almeno così dice.»

Mariam chiuse il libro e lo porse a Rachele, lei lo prese guardando ancora una volta la copertina. Se quello era un manuale di medicina doveva essere molto vecchio, magari anche prezioso per l'epoca. Si chiese per un attimo se fosse veramente in vendita.

«Sembra interessante ma non è per nulla comprensibile. Meglio se lo metti a posto» sentì dire dall'amica. Lei annuì e lo infilò nello scaffale, un po' triste. Peccato, pensò, era proprio un bel libro.

Mariam si allontanò e raggiunse il ragazzo che stava provando delle maschere di Carnevale variopinte, alcune ricordavano quelle veneziane con piume e ornamenti dorati. Luca cominciò a sfilare con indosso una di quelle più festose, una gamba dopo l'altra di fianco il bancone.

Rachele sorrise divertita, era davvero un posto irreale quello in cui erano finiti. Il tempo si era congelato e la notte oltre i vetri la riportava in una dimensione onirica. Erano in una piccola palla di neve che stavano sopra i camini delle case in periodo natalizio, la neve continuava a scendere e non si riusciva a dare un nome al tempo o al luogo in cui stavano.

Stava guardando l'angolo dolciario del negozio, sognante, quando sentì qualcosa strusciare sulla sua gamba. Abbassò lo sguardo e incontrò due occhioni verdi, lucidi e tondi. Le iridi erano ovali e taglienti ma lo sguardo non era minaccioso, quanto indagatore. Rachele si chinò ad accarezzare il morbido pelo chiaro di quel gatto apparso dal nulla, di certo era reale anche se stava cominciando a dubitare di essere ancora sveglia quella sera. Non fece le fusa ma non si allontanò neanche, accettò quella mano con fare quasi tollerante.

«Ma quanto siamo belli, vero micio? Mi chiedo quale sia il tuo nome,» lo coccolò sulle orecchie delicatamente, ma questo la ignorò senza fare alcun verso.

«Il suo nome è Elia.»

Dalla scalinata centrale, che collegava il piano rialzato della bottega, un uomo dalla barba grigia e ben curata la stava guardando. Indossava un completo sartoriale, non sobrio come quelli visti nelle vetrine dei negozi di lusso di Milano, ma variopinto e fantasioso. Il gilè giallo ocra stava sopra a dei pantaloni blu scuro, aveva una normale camicia bianca ma la cravatta al collo, gialla con pois neri, fecero pensare a Rachele che fosse appena fuggito da una sartoria lottando.

Le sorrise e cominciò a scendere le scale in noce antico col suo bastone, lentamente ma senza accennare alcuno sforzo.

Il gatto, Elia, si allontanò per andargli incontro e Rachele si alzò in piedi molto velocemente. Luca e Mariam si avvicinarono, abbandonando ciò che avevano in mano sul bancone.

«Mi scusi se siamo entrati così, abbiamo visto la luce accesa e pensavamo fosse aperto» disse lei un po' rossa. Lui rise.

«Ma nessun disturbo, cara! Anzi ci fa piacere, vero Elia?» il gatto miagolò piano saltando sul bancone. Luca gli andò vicino tentando di accarezzarlo ma in risposta questo gli soffiò contro, facendolo arretrare.

«Che permaloso» gli disse lui con una piccola smorfia.

«Non ama molto gli sconosciuti, purtroppo.» Guardò il gatto alzando le sopracciglia. «Ad ogni modo, benvenuti al "Jouets Magiques"!» esclamò con le mani alzate a mostrare il negozio pieno di giocattoli di tutti i tipi. Congiunse poi le mani sul bastone e fece passare gli occhi sui tre.
«Immagino non siate qui per caso. Vi aspettavo.»

«In che senso?» chiese Rachele, ormai a due metri di distanza dal proprietario. Non sembrava pericoloso, ma non per questo si fidava di quell'uomo colorato e i baffoni eleganti. Cercò Mariam e Luca con lo sguardo, confusa. Il ragazzo mimò con le labbra "Questo è fuori" ma lo ignorò.

Figli della Luna - Il mondo nascostoWhere stories live. Discover now