ꜰᴜᴏʀɪ ᴅᴀʟ ᴘᴇᴛᴛᴏ

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ʟᴇɢɢᴇʀ ᴀᴠᴠᴇʀᴛᴇɴᴢᴇ ʟ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟ ɪɴʀ

"Era adorabile quel vecchietto, Tae." mi accarezzò delicatamente la fronte.

Gli sorrisi dopo la storia che mi raccontò con un certo fervore. Era così gasato per avere visto quel vecchio signore comprare un anello per sua moglie.

"Scotti ancora." la sua mano scivolò sulla mia guancia, accarezzandola lentamente.

Con la fine del periodo estivo ritornarono gli sbalzi di temperatura a cui non ero abituato, o meglio, il mio corpo non ne aveva mai voluto sapere di abituarsi nonostante passai praticamente tutta la mia vita a Firenze.

Il corvino si alzò dal divano, portando delicatamente la mia testa sui cuscini dal momento in cui era appoggiata sulle sue gambe. Mi stiracchiai leggermente. Ero troppo stanco per quei giorni così pesanti.

Passò solamente un giorno da quando si alzò la febbre e già ne avevo le palle piene. Ero stufo di sudare continuamente sentendo pur sempre freddo. Sudavo e tremavo.

Jungkook voleva addirittura prendersi dei giorni liberi dal lavoro ma lo cacciai fuori di casa. Ovviamente non scese completamente alle mie richieste e trovammo un compromesso: per quei giorni lavorò mezza giornata.

Il periodo estivo portò un sacco di frutto alla bottega: il numero di turisti si era alzato notevolmente. Anche io vendetti qualche quadretto in più: il ricavato volevo darlo a Jungkook per l'ospitalità ma non accettava mai. Voleva li tenessi per me.

Forse non sapeva che, quando mi lasciava a casa da solo, ne approfittavo per mettere i soldi in camera sua in posti dove lui potesse pensare di esserseli scordati lì. Non era una mossa che facevo tutti i giorni dal momento in cui non dovevo assolutamente essere scoperto.

Tenerli per me mi sembrava da egoista dopotutto e solo io sapevo bene l'importanza e il valore dietro gli spiccioli. Bastava così poco per salvarti la vita.

So che i soldi non fanno la felicità, ma devo dire che l'aiutano. Nessuno vorrebbe vivere per strada senza nulla in mano a vagabondare per le vie e sostare a dormire in qualche vicolo odorante di piscio, nascosto da occhi indiscreti. L'infelicità ci mette così poco a prendere il sopravvento, sporcandoti di insoddisfazione verso te stesso.

Tornò con il termometro e un sorriso malizioso.

"Non ancora Jungkook, ti prego. É già la quarta volta che me la misuri nell'arco di due ore!" alzai gli occhi al soffitto.

"Io sono solo preoccupato, forza prendi."

Me lo porse ed io accettai non potendo controbattere. Un sorriso soddisfatto gli sfuggì dalle labbra e io mi sarei misurato la febbre ancora altre mille volte se questa sarebbe stata la ricompensa.

"Comunque non cambierà nulla, è passata mezz'ora dall'ultima volta." borbattai, non volendo dargliela del tutto vinta.

Non mi rispose e continuò per la sua. Rimase in piedi ad aspettare il risultato a braccia conserte ed un calore misto alla freddezza mi colpì.

Anche mamma lo faceva.

Scossi la testa pensando che forse non si meritava niente, neanche un mio pensiero vagante. Neanche un ricordo. Neanche un rimorso. Nessun rancore.

Ero una persona superiore a loro.

Se avessero scoperto anche dell'altro ai loro occhi sarei risultato sicuramente come una bestia di Satana e la motivazione in quel momento si chinò per prendere il termometro ed esclamare quanto fosse scesa.

ɴᴏᴏɴ-ᴄʜɪ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now