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Cinque anni dopo

Erano tutti lì, quasi tutti, almeno quelli che ce l'avevano fatta fino ad allora. Non mancava nessuno dei superstiti, incredibile. Vestiti di nero, uno accanto all'altro, mentre la bara di Tony Stark prendeva il largo. Riuscivo a vederli tutti perfettamente dalla finestra della stanza in cui mi trovavo, immobili, in silenzio. Dovetti far appello a tutte le mie forze per non piombare nel bel mezzo della cerimonia, giù nel giardino pieno di foglie secche, e mettermi ad urlare.

"Attieniti al piano, aspetta che questo branco di idioti smetta di fingersi dispiaciuto per la morte di Iron Man, e poi fai quello per cui sei venuta." Era quello che continuavo a ripetermi dall'inizio della cerimonia.

Di certo la mia presenza non sarebbe stata particolarmente gradita, un po' perché due delle poche persone a conoscenza della mia esistenza erano morte a causa dei presenti alla cerimonia, un po' perché sarei stata l'unica a festeggiare la morte di quel bastardo egoista. E poi dovevo aspettare che la delegazione funeraria del Wakanda si levasse dai piedi dal momento che sarebbero stati gli unici a conoscere sia le mie intenzioni sia le mie capacità. Probabilmente credevano che fossi ancora in Wakanda ad aspettarli. Almeno questo era quello che avevo detto loro non appena mi avevano contattata per informarmi dell'accaduto. Immagino pensassero che avrei dovuto saperlo, nel caso avessi voluto essere presente. Peccato che sapessi esattamente quello che sarebbe successo già da parecchio tempo. Immagino dovessi ringraziare il signor Strange per avermi permesso di fare un viaggetto nella sua testa mentre visionava tutti i futuri possibili ed immaginabili in cui cercavano di sconfiggere Thanos.

Mi sono sempre chiesta perché fossero tutti così dispiaciuti, in fin dei conti non erano realmente amici. In caso contrario non si sarebbero quasi ammazzati fra loro in una guerra civile appena qualche anno prima. Avrebbero saputo che Tony aveva una figlia, e non è a me che mi riferisco. Non avrebbero lasciato Thor da solo dopo la morte di suo fratello per poi cercarlo solo quando gli serviva il suo aiuto, non avrebbero lasciat il cadavere di visione per terra dopo che Thanos lo aveva ucciso. E quando Banner ha cercato di suicidarsi? Nessuno se ne è preoccupato. Per non parlare della velocità con la quale si erano dimenticati degli altri morti per strada, a nessuno di loro però è stato fatto alcun tipo di funerale. In fin dei conti a chi importa? Forse al gigante verde importava qualcosa, a giudicare dalle sue lacrime che sapevo perfettamente non fossero per Tony Stark, di certo era dispiaciuto, ma non a tal punto da piangere, non per lui.

O forse a Thor, che si era trasformato in una specie di barbone Norvegese. Devo ammettere che dall'ultima volta che l'avevo visto erano cambiate un po' di cose in effetti.

Immagino sia questo che succede quando fai ammazzare tuo fratello, i sensi di colpa si fanno sentire, si presentano alla tua porta e non aspettano che tu la apra, la sfondano e ti saltano addosso senza alcun tipo di preavviso

Ma Tony Stark merita comunque un riconoscimento speciale, in fin dei conti è stato lui a schioccare le dita no? Gli era sempre piaciuto stare al centro dell'attenzione, essere amato e adorato come un Dio, era ovvio che avrebbe colto l'occasione al volo non appena gli si fosse presentata.

Mi portai una mano sul petto, faceva un male cane, come se il cuore fosse sul punto di esplodere da un momento all'altro senza mai farlo sul serio. Erano più di cinque anni che convivevo con quel dolore, per poco non avevo fatto saltare per aria la terra la prima volta che si è presentato.

Okoye mi aveva insegnato a controllarlo, assieme ai miei poteri. Dovevo ammettere che il Wakanda è davvero un posto magnifico, soprattutto quando ti puntano le loro armi in vibranio contro pensando che tu voglia ucciderli.

Per lo meno erano ragionevoli ed era solo grazie a loro se ero arrivata fin lì.

Una volta terminata quella patetica cerimonia dovetti aspettare ancora un po' di tempo affinché buona parte dei presenti si dileguasse e la restante parte decidesse di entrare in casa. La verità è che la persona di cui avevo bisogno era soltanto una, ma immagino che oltre al colore degli occhi e dei capelli, io avessi ereditato anche lo stesso egocentrismo di mio padre e lo stesso bisogno di teatralità.

Strangers - Ricordi perduti Where stories live. Discover now