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Dopo ben dieci minuti passati a correre per le strade di Asgard alla ricerca di quell'imbecille, quando finalmente lo trovai, Loki era alle prese con una guardia della TVA alquanto agguerrita e che sembrava non avere la minima intenzione di arrendersi.

Fu un attimo, Loki si voltò verso di me distraendosi quanto bastava affinché la guardia cogliesse l'occasione per colpirlo col suo bastone.

-No! -Urlai e senza nemmeno rendermene conto, allargai le braccia per poi richiuderle di colpo unendo i palmi delle mani in un singolo applauso. Loki osservò con gli occhi sgranati la guardia che era appena stata tagliata in due davanti ai suoi occhi senza che nemmeno l'avessi toccata, mentre il bastone cadeva a terra assieme all'altra metà del cadavere.

Mi precipitai verso Loki e, non appena lo raggiunsi, raccolsi tutta la forza e la rabbia che avevo in corpo e gli assestai un ceffone talmente forte da buttarlo per terra. Poi aprì un portale e ce lo buttai dentro con un calcio, seguendolo.

-Che cazzo di problema hai! -Urlai dandogli uno spintone. -Volevi farti ammazzare?! Di nuovo?! -Lui mi fissò in silenzio. -Dopo tutto quello che ho fatto per riportarti in vita tu volevi mandare tutto a puttane?! -Gli tirai un altro ceffone facendolo andare a sbattere contro le strette pareti in legno della nave.

-Io non...

-Non ci posso credere! Oh, ma adesso vedi! -Presi un coltello e gli afferrai il braccio con forza.

-Non vorrai mica pugnalarmi? -Domandò allarmato.

-Sì, ti piacerebbe! -Dissi velenosa per poi tagliargli il palmo della mano e fare lo stesso con il mio. -Fa esattamente quello che faccio io o giuro su Dio che ti ammazzo e ti resuscito finché ne ho la forza! -Poi gli afferrai la mano con rabbia in modo che le nostre ferite combaciassero mentre una leggera luce giallo-verde prendeva vita.

Portai il dorso della sua mano sulle mie labbra intrecciando le dita alle sue, mentre lui imitava i miei movimenti. Eravamo talmente vicini che sentivo il suo cuore battere freneticamente quasi più del mio. Poi sciogliemmo la presa, poggiai la mano sul suo petto, in direzione del cuore, e lui mi seguì.

-Al mio tre spingi con tutta la forza che hai senza staccare la mano dal mio petto. -Loki mi fissò confuso.  Inspirai e espirai buttando fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni. -Uno. Due. Tre. -Gli assestai un colpo secco ed entrambi venimmo scaraventati dai lati opposti del corridoio schiantandoci lui contro il muro, io contro una porta scorrevole che adesso era bella che andata. La nave ebbe un sussulto. -Adesso vediamo se provi a morire!

-Che vorresti dire? -Domandò lui raggiungendomi ancora scosso dalla botta. Per tutta risposta gli consegnai il coltello. -Che hai fatto?

-Avanti, tagliati la mano. -Ordinai.

-Come scusa?

-Fallo o ti tiro un altro ceffone. -Loki non se lo fece ripetere due volte. Eseguì il mio ordine, ma quando si rese conto che sotto la lama la sua mano non si apriva fu colto alla sprovvista. Per tutta risposta alzai la mia mano e gli mostrai la ferita nel punto esatto in cui si era tagliato. Lui alternò lo sguardo fra la mia mano e la mia faccia sconcertato. Non avrei saputo dire se l'avesse sorpreso di più il trucco di magia o il sangue.

-Che vuol dire?

-La mia vita è tua, la tua vita è mia. Se tu ti ferisci, ferisci me. Se io mi taglio un braccio, a perderlo sei tu. Se qualcuno ti pianta un coltello nel cuore, a morire sono io. Vediamo se continuerai a giocare con la tua vita quando a portare il peso della morte al tuo posto non è qualcun altro. -Dissi a denti stretti per poi voltarmi mentre Loki mi guardava a metà fra lo spaventato e il meravigliato cercando di realizzare quanto appena successo. -Per tua informazione, siamo sul Titanic e fra due ore c'è ne andremo se riesco a capire come diavolo fare a raggiungere Strange. Cerca di non affondare questo posto prima del dovuto, come hai fatto con la nostra relazione.

Strangers - Ricordi perduti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora