Incontro

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NB: Dori Sakurada è un attore Giapponese ( Niragi in Alice in Borderland) purtroppo non mi carica la foto, ma potete trovarlo tranquillamente su Pintrest o su Google.

Una piccola finestra era posizionata vicino al soffitto, di quella che Jisung credeva essere la taverna, ed attraverso il vetro la luce passava timida, illuminando di poco l'area. Era tre giorni che provava ad affacciarsi a quel l'unica apertura verso l'esterno, ma di giorno il sole l'aveva bruciato ad ogni passo, impedendogli di andare oltre pochi metri di distanza. La notte qualcuno veniva per cercare di nutrirlo, azione che si scontrava ad un suo categorico rifiuto, e finiva alle luci dell'alba. Non erano mai arrivati allo scontro, era Jisung che li attaccava per respingerli; gli altri, anche se avessero potuto fermarlo, non lo facevano per un motivo a lui estraneo.
Sconsolato, alla fine si era accucciato all'angolo della stanza che aveva distrutto, rimanendo in attesa della prossima persona che avrebbe varcato quella soglia.
Una settimana era passata dal suo risveglio, e tante domande senza alcuna risposta alleggiavano ancora nella sua mente, mentre l'arsore all'interno della sua gola non sembrava voler cessare; c'era un rubinetto attaccato alla parete, e per quanto avesse provato a bere acqua, il fuoco nel suo stomaco divampava sempre di più.
Pensò fosse strano che quel giorno fossero venuti, di mattina invece che di sera; credeva fosse per approfittare della sua debolezza durante la giornata, ma quando era stato il momento aveva capito che la sua mente lo stava abbandonando, e loro stavano solo cercando di impedirlo prima che fosse troppo tardi.
In teoria, questo avrebbe dovuto spingerlo a bere quel liquido rosso, che tanto lo attirava, ma Jisung non riusciva a convincersi, spaventato di potersi macchiarsi di una tale brutalità.

-È permesso? -

Per quanto quelle parole suonavano acute al suo orecchio, ad averle pronunciate era stata una voce, morbida, e dolce come il caramello, a lui per nulla estranea.

-TU.. -

Si alzò ancor prima di rendersene conto, ed ancor più velocemente si scaraventó contro il ragazzo che senza alcuna pietà gli aveva spezzato il collo pochi giorni prima. Purtroppo fu il muro che andò ad incontrare il suo corpo, mentre quel individuo si sbeffegiava di lui appolaiato sull'unica parte del tavolo ancora integra.
Si dovette riprendere dal colpo autoinflitto prima di dirigersi nuovamente verso l'altra persona, ma come in precedenza la sua forza è velocità lo sovrastarono, ed incapace di controllarle finì solo con lo schiantarsi nuovamente alla parete.

-Hai finito? -

Di tutto risposta Jisung provò ancora ad acchiapparlo, non ottenendo risultato migliore dei precedenti.

-Se non lo hai capito, questo atteggiamento non ti porterà da nessuna parte. -

Lo aveva capito, ma era l'unica cosa che gli rimaneva da fare per non sottostare a quella segregazione forzata, e fino a quel momento aveva funzionato, impedendo a chiunque avesse provato a nutrirlo di somministrsgli qualsiasi cosa.
Agiva seguendo il suo senso di umanità, definizione che non lo rispecchiava più oramai, ma in cui credeva fermamente.
Voleva morire con quel pensiero, non chiedeva altro.
L'ultimo colpo lo aveva abbastanza stordito ed il solco lasciato sul muro stava a significare che; vampiro o non vampiro, quella botta l'aveva sentita. Senza sangue in circolo, non riusciva a riprendersi come avrebbe dovuto, e questa situazione mentale, e fisica, lo costringeva a stare a quattro zampe, con gli arti conficcati nel pavimento, ed espressione rabbiosa intenta a mostrare le zanne, mentre un rivolo di saliva gli scendeva lungo il mento, incapace di controllarsi. Un suono simile al ringhiare di un lupo fuoriuscii dalla sua gola, ma questo non sembrava affatto spaventare il suo ospite che rimessosi in piedi, lo osservava con un sopracciglio alzato.

-Ma come ti sei ridotto. -

-C-cosa vuoi..? -

La sua voce rispecchiava appieno ciò che la sua trachea percepiva; bruciore, e fame.

Ambrosia | minsung |Where stories live. Discover now