Corte

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Corea del Sud. Isola di Jeju. 1987

Se quel pomeriggio la sala centrale gli era risultata bella sotto le luci della giornata, adesso, sotto la brillante lucentezza dei lampadari di cristallo, sfociava nella più pura meraviglia.
Pulita ed ampia, si presentava al loro cospetto mostrando come le ultime preparazioni avessero portato luogo ai costosi mobili bianchi, appositamente aggiunti per abbinarli ai mazzi di rose che germivano il salone, più dei vampiri presenti in sala. Sopra ognuno dei tavoli spiccava una grande brocca di sangue, differente per ogni postazione, ed al loro fianco uno dei vampiri di Namjoon era pronto a servire gli invitati.
Riuscivi a distinguere la servitù dagli ospiti perché oltre che al Pilastro, che sedeva su una sedia dai ricambi dorati, annoiato, erano gli unici a portare l'Hanbok; Jisung credeva che, dato il costante apprezzamento per la loro epoca medievale da parte del padrone di casa, tutti avrebbero dovuto indossarlo, ma quando era rientrato nella sua stanza quella sera, uno smoking nero era stato adagiato con cura sul suo letto, ed ora che era sceso alla cerimonia, poteva vedere che solo gli ospiti portavano un tale vestito moderno.
Era compiaciuto però di come tutti gli abiti fossero differenti ma simili in ugual misura; il suo per esempio, era semplice come aveva sperato, con la giacca di pregiata stoffa, che gli fasciava le braccia muscolose e sovrastava la camicia sotto di essa, lasciata leggermente sbottonata senza alcuna cravatta, mentre i pantaloni del completo gli terminavano con un risvolto poco sopra la caviglia; era comodo, anche se non poteva dire lo stesso delle scure scarpe di pelle che gli avevano rifilato. Minho, d'altro canto, indossava una semplice camicia di seta color panna, che gli fasciava con così tanta eleganza il busto vigoroso che gli cadeva larga sulle spalle, per poi stringersi lì dove il tessuto della camicia incontrava la stoffa di un paio di pantaloni a sigaretta, che finivano dritti dove le scarpe nere toccavano il pavimento. Era luminoso: con i capelli morbidi, e folti, tirati leggermente all'indietro, ed il sorriso disegnato sul volto, Minho brillava di luce propria, e per quanto volte Jisung lo avesse guardato non lo ricordava più bello di quella sera.
Era esattamente dall'altro lato della sala a parlare con Seonghwa, mentre sorseggiava un bicchiere di sangue.

-Se lo fissi troppo potrebbe sciogliersi.-

Changbin comparve improvvisamente al suo fianco facendolo sussultare.
I sensi da vampiro non erano affatto d'aiuto quando era circondato da altri suoi simili.

-Che aspetti vai a parlarci.-

-Ma dove posso iniziare?-

Non era certo che Changbin sapesse il vero motivo dietro il loro distacco, ma lo sguardo complice che gli diede fu sufficiente a convincerlo che non gli era necessario.

-Inizia con un semplice "Ciao, come stai?" Ed il resto verrà da sé.-

Lo spinse leggermente nella direzione dell'altro e con quest'ultimo gesto di incoraggiamento, iniziò ad attraversare la sala.
Dire che aveva paura era un eufemismo, era grazie alla rabbia che riusciva a muoversi senza tremare, però sussultò ugualmente quando una schiera di violini iniziò ad intonare una melodia a lui sconosciuta nell'istante esatto in cui Minho aveva incrociato il suo sguardo; rimase fermo come pietrificato per un istante, per poi notare che tutti si erano voltati, ma non nella sua direzione.
Guardò verso l'entrata dove lo sguardo dei presenti si era posato, e vide come sei bellissimi uomini presenziavano al loro cospetto.
Ognuno aveva una caratteristica diversa dall'altro ma in egual misura erano bellissimi, mentre portavano anch'essi lo stesso Hanbok di Namjoon, differenziandone unicamente il colore, indossandolo con un portamento imperiale.
Erano i pilastri.
Solo uno di loro sarebbe bastato per occupare l'intera sala con la sola presenza, troppo grande per essere contenuta, e Jisung si sentiva schiacciato da cotanto potere, che per lui, misero vampiro giovane, percepiva come se avessero cambiato la forza di gravità nella stanza.
Si era fermato a fissarli, incantato quasi sconvolto, da quel qualcosa che non gli era mai capitato di vedere.

Ambrosia | minsung |Where stories live. Discover now