Trent

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Dopo  aver rotto un po' le palle alla straniera che mi diverte un mondo con il suo modo da tigre in gabbia.
Nonostante sia sfrontata da morire e nonostante ostenta una sicurezza che non ha, lo leggo nei suoi occhi meravigliosi che non è una che scopa a destra e a manca.

Però con lei mi sento come un ragazzino alle prime seghe, me lo fa stare sempre sugli attenti e mi è bastato solo toccarle quei suoi kilometrici capelli corvini e sentirla imprecare in spagnolo per risvegliare il mio amico la sotto. E la tigre voleva anche starmi tra le palle in palestra in mezzo a dozzine di ragazzi con il testosterone a palla.

Non esiste là dentro facciamo sul serio e non accetto distrazioni. Ragazze ce ne sono ma nessuna e alla portata di Savannah lei è una calamita per gli occhi e non sembra neanche rendersene conto.

Chiamo Austin.
<<Dove sei cazzone?>>.
Gli dico prima di accendermi una malboro.
<<Accetta la videochiamata amico>>.
Lo sento ridere con qualcuno.
Sbuffo e accetto, in video ce Austin che riprende dall'alto Miriam che gli fa un lavoretto con la bocca dentro la sua macchina. Dio questo ragazzo è un coglione nato.

<<Perché non vieni qui Trent ce ne anche per te>>. Miriam ha gli occhi lucidi e un sorriso malizioso sulle labbra.

<<Verrei piccola ma devo allenarmi non sfinirti e tieniti pronta per me sta sera>>. Riaggancio , lei Jen e Melodi sono davvero sfrontare sapevano cosa ci piaceva e non avevano nessuna remora nel farlo.

Prendo la gtr e passo alla villa per pranzare e recuperare il borsone della palestra, un'ora dopo parcheggio davanti al capannone della nostra palestra. Entro e mi dirigo agli spogliatoi , infilo canotta e pantaloncini e raggiungo la sala pesi.
Noto subito i gruppetti che solitamente si allenano intorno al ring da Box , mi avvicino per vedere che succede e quando la scena mi si palesa davanti sento il sangue ribollire.

Drew sta tenendo una lezione a due con Savannah, ha ancora la coda alta solo che ora indossa un paio di ciclisti neri attillati è un reggiseno sportivo e praticamente più illegale del suo solito.

Mi faccio largo tra la massa di coglioni arrapati impegnati a scopare Sav con gli occhi e salgo sul ring <<Non c'è un cazzo da guardare tornate a fare quello che stavate facendo o andate a segarvi in bagno signorine>>. I gruppetti si disperdono immediatamente.

Nel mentre Drew e la straniera si sono fermati e respirano a fatica guardandomi.
<<Ti avevo detto che non era un posto per te>>. Aggredisco Savannah come se mi avesse fatto un torto. <<Non parlarmi così. Uno>>. Ribatte subito.
<<Due ti avevo informato che mi sarei rivolta a Drew, forse dovresti concentrarti di più quando uno ti parla invece di pensare sempre alle stronzate>>. Mi sorride ma non è un sorriso genuino e il sorriso di una pronta a farti il culo.

<<Ti parlo come cazzo voglio , quando voglio. E no, l'unica cosa che può farmi concentrare sulla tua bocca e se è stretta intorno al mio uccello>>.
Lei freme di rabbia e si sistema i guantoni e io mi sciolgo un po' i muscoli saltellando sul posto.

<<Ragazzi.. >>. Drew fa per mettersi in mezzo ma ci giriamo all'unisono gridandogli di starne fuori così lui alza le mani e se ne va ghignando, chissà che avrà da ridere quel cazzone.

<<Vuoi davvero fare a botte con me?>>. Le chiedo.
  <<Sei tu che hai interrotto il mio allenamento e questo mi fa davvero incazzare e quando mi incazzo ho bisogno di prendere a pugni qualcosa>>. Saltella senza mai smettere di guardarmi. <<E la tua faccia da cazzo mi sembra perfettamente adeguata.>>
Le sorrido e mi sfilo la canotta e la vedo seguire con gli occhi ogni mio movimento e fissarmi gli addominali. <<Ti piace quello che vedi straniera?>>. Lei ripeto quello che gli ho detto la prima volta  he l'ho vista. <<Cambia registro, sei noioso>>.

Mi sferra un pugno sul petto che incasso senza smuovermi di un millimetro. Mi avvicino e le sferro due destri uno sul braccio sinistro e uno sul fianco barcolla un po' ma non cade , come immaginavo.
Si lancia come un felino contro la preda e mi sferra prima due pugni sul braccio e poi gira su se stessa e mi assesta un calcio sulle costole, questo l'ho sentito ma non gli darò nessuna soddisfazione.

Andiamo avanti così per non so quanto tempo sferrandoci destri e schivando i colpi l'uno dell'altra.
Quando Drew ci richiama ci fermiamo e siamo entrambi fradici e a pezzi. <<Teste dure siete fuori orario e tutto il pomeriggio che siete li a picchiarvi deduco che chiudete voi>>.

Ci saluta e se ne va la palestra è deserta.
L'unica luce accesa è quella che illumina il ring

<<Sono sfinita>>. Dice Sav con i capelli appiccicati alla faccia dal sudore, ha la pelle lucida e accaldata ed è comunque la visione più perversa che abbia mai visto. <<Non dovresti frequentare questa palestra>>. Le dico serio, di nuovo.

<<E tu dovresti aver capito che non sei nessuno per me è anche se lo fossi non ti permetto di dirmi ciò che devo fare>>. Si volta per togliersi i guanti e la ispezione da dietro, solo ora noto che ha un tatuaggio che le percorre la spina dorsale una frase che parte da sotto il collo e sparisce sotto i pantaloncini, e a me viene una dannata voglia di sapere dove finisce.

<<Mi brucia la schiena non consumarmi>>.
Si gira e prende le sue cose. Mi avvicino stringendi le mani sulle corde del ring dietro di lei incastrandola. Non indietreggia. Dovrebbe.

<<Non dovresti essere così spavalda con me, non sai con cosa giochi>>. Lei dico senza staccare gli occhi da quelle labbra carnose. <<Io non gioco proprio con nessuno sei tu che mi stai fra le palle>>.
Lo dice fissando un punto dietro di me fingendo una noia apparente anche se so che prova tutto tranne che noia, questo gioco di provocazioni piace a lei tanto quanto piace a me.

<<Ti avevo detto di non presentarti qua e sei venuta lo stesso e per di più vestita così..>>.
Nei suoi occhi cambia qualcosa.
La rabbia la investe e mi spintona inutilmente perché rimango inchiodato a terra così mi punta il dito contro. <<Non azzardarti a finire quella frase o giuro su dio che ti stacco le palle e te le faccio ingoiare, io non sono una delle cretine con cui hai a che fare. Cono de mierda. Mi vesto come mi pare, se la cosa ti disturba è un problema tuo>>.
Di nuovo lo spagnolo e di nuovo il mio amico la sotto che risponde come un soldatino.
Passa sotto il mio braccio e se ne va con me che le rido dietro.

Dopo essermi lavato e rivestito lascio lo spogliatoio e chiudo la palestra. Anche se è lunedì, non posso chiamare  il carcere come mio solito perché so che mamma è in isolamento fino a giovedì e quindi non posso parlare con lei e la cosa mi manda fuori di testa.

Devo sfogarmi, pensare alla mamma mi faceva stare male e incazzare allo stesso tempo.
Così chiamo Jen dicendole di farsi trovare nuda nel mio letto tra un'ora, prendo le mie cose e esco dalla palestra.

Mi avvicino alla mia Gtr nera lucida e vedo una figura accovacciata a studiare la mia carrozzeria , no cazzo tutto ma la macchina no sarei pronto a uccidere per quel gioiellino.
<<Ei che cazzo v..>>. No finisco la frase perché riconosco la figura rannicchiata.
Savannah. Si alza eccitata e si gira a guardarmi e l'eccitazione lascia spazio al fastidio.
<<Come potevo non immaginarmelo?>>.
La guardo confuso. Lei indica la macchina e poi me. <<Lei è.. indescrivibile >>. Sta parlando della mia macchina come se fosse una persona? Ok me la devo davvero scopare.

Si avvicina alla Gtr e la ispeziona, le gira intorno amaliata , e io sto davvero invidiando un veicolo cazzo. <<Ti piacciono le auto?>>. Le chiedo, lei si ferma e mi guarda da sotto le ciglia lunghe.
<<Potrei smontare e rimontare da capo il motore di questa bestia senza problemi>>. Dice con un tono roco. <<È solo che non ne ho mai vista una dal vivo dalle mie parti non ce ne sono molte , per di più non così ben tenuta. Ha un motore v6, montanti in posizione anteriore longitudinale, e sovralimentata da due turbocompressori IHI eroga una potenza massima di 489 Cavalli e l'intero blocco motore e assemblato a mano>>.
Sono stupito e eccitato allo stesso tempo.

<<Lo so>>. Le dico , lei torna a guardarmi come se staccare gli occhi da quella macchina le costasse la vita ma lo fa lo stesso. <<Certo che lo sai, non è un auto per tutti>>. Lo dice così piano che penso di essermelo immaginato poi se ne va lasciandomi lì impalato e con il respiro affannato.
Prendo il telefono e scrivo a Jen.

Vieni subito, non accetto ritardi.

Come uno specchio rottoWhere stories live. Discover now