The end?

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Alla fine sempre tutto ha una fine no?
Il film che guardi la sera prima di addormentarti, la giornata più stancante, persino quella lezione di matematica in cui il tempo non sembrava mai passare.
E così anche la mia vacanza era finita.
Un breve capitolo della mia vita stava arrivando a conclusione ed un altro sarebbe da lì a poco incominciato: l'università.
Mesi prima non vedevo l'ora di incominciare questa nuova avventura, nuova persone e nuova aria.
Avevo però come l'impressione di aver già trovato entrambe le cose, entrambe come le avevo sin da sempre desiderate.
In tre mesi infatti avevo trovato amici sinceri, avevo collezionato memorie indimenticabili e soprattutto avevo trovato una persona in grado di non farmi mai sentire sola.
Era indiscutibile il fatto che lui mi sarebbe mancato infinitamente, mai nessuno mi aveva fatta sentire così, mai nessuno aveva fatto scattare in me quel qualcosa, mai nessuno così era riuscito a cambiarmi in meglio.
Era questo il bello della nostra relazione, io e lui ci influenzavamo senza neanche rendercene conto, diventando di giorni in giorno migliori perché spronati l'uno dall'altro.
Ma come detto prima il giorno che tutti cercavamo di evitare era arrivato; le valigie erano pronte, le chiavi di casa erano sul tavolo pronte per il reale proprietario e gli altri erano fuori ad aspettarci per un ultimo saluto.
Non starò neanche qui a narrare della tristezza che dominò quella mattinata o delle lacrime che tentai fino all'ultimo di trattenere.
Salutare tutti i nostri amici è stato davvero difficile, ma al peggio non c'è mai fine.
La parte più tremenda fu il tragitto casa-aeroporto in cui Nick e Chase si erano offerti di accompagnarci.
Guidava Nick, io di fianco a lui e Chase e Caterina dietro.
Mi voltai un momento a guardarli, la testa di Cate sulla spalla di Chase che nel mentre passava leggermente la sua mano tra i capelli biondi della mia amica.
Sorrisi automaticamente a quella scena, loro si sarebbero rivisti in realtà tra poche settimane, Chase aveva firmato pochi giorni prima infatti un importante contratto con una linea di moda italiana da cui aveva ricevuto l'invito per la fashion week a Milano.
Appena seppi di quella notizia proposi subito a Nick di seguire il suo amico e venire da me, ma lui mi rispose che in quella settimana programmava di andare a trovare la sua famiglia e che poi avrebbe avuto un susseguirsi di impegni lavorativi importanti.
"Lavoro" che consisteva in una marea di interviste ed appuntamenti con agenzie di moda; ero contenta per lui e per la possibilità che stava avendo di poter immediatamente entrare nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo ero dispiaciuta di non poter avere la possibilità di rivederlo "subito".
A riportarmi alla realtà fu la sua mano che si posò sul mio ginocchio, mi voltai di nuovo davanti per poi spostare lo sguardo su di lui, che mi lanciò un veloce sorriso per poi tornare a guardare la strada.
Posai la mia mano sulla sua, incastrando le mie dita attorno alle sue e sperando che quel viaggio potesse durare per sempre.

N/A
guess who's back

please don't go// Nick AustinWhere stories live. Discover now