dad

504 30 3
                                    

"ei,svegliati"disse una voce scuotendomi.
Mugolai.
Impiegai qualche secondo a connettere il mio cervello ed a capire bene dove mi trovassi.
Casa mia
primo giorno
Nick.
"Si sono sveglia Nick" dissi con la voce impastata dal sonno.
"Bene, perchè tua mamma è passata qui a dirmi che è pronto e che dovremmo scendere"
"va bene" dico prima di alzarmi ed andare di sotto con Nick.
Lo vedo molto tranquillo e ne sono sollevata, non volevo che la mia famiglia lo potesse mettere a disagio.
Scendiamo le scale ed andiamo verso la sala, dove trovò già mio padre e mia madre a tavola.
"Ciao papà" dico felice andandolo ad abbracciare.
"Eva, sono molto contento del fatto che tu sia qui di nuovo" dice abbracciandomi forte.
Non potevo dire lo stesso sinceramente.
Ero contenta di rivedere i miei genitori, infondo erano mia madre e mio padre ma sicuramente non sprizzavo di gioia.
"Papà, lui è Nick" gli dico spostandomi e presentando il biondo che nel frattempo era rimasto dietro di me.
Notai come l'espressione di mio padre cambiò immediatamente, di come lo sguardo altezzoso fece la comparsa sul suo viso.
"Piacere" si limitò a dire mio padre.
"Piacere signore, è un piacere conoscerla"disse sorridente Nick.
Vidi mio padre mostrare un minuscolo sorriso e scocciata mi sedetti a tavola.
Mi misi di fianco a mio padre, con di fronte Nick e alla sua sinistra mia madre.
Non mi aspettavo chissà quale reazione, infondo conoscevo pienamente i miei genitori ed i loro comportamenti, speravo solamente che potessero cambiare prima o poi.
Evidentemente però portare a casa un ragazzo che non rappresentava le loro aspettative determinava la sua condanna.
"Cos'è?" chiesi ai miei genitori guardando ciò che avevo nel piatto.
"Nuovo piatto di Luciana" disse mia madre.
Luciana era la nostra cuoca che da piccola ogni tanto fungeva anche da mia badante.
Lei doveva cucinare nei giorni in cui i miei erano troppo impegnati con il lavoro, il che voleva dire praticamente sempre.
Ero praticamente cresciuta con lei.
Mangiammo nel puro silenzio, con qualche apprezzamento di Nick e qualche ringraziamento da parte di mia madre.
Mio papà non proferì parola, lanciava solo qualche occhiata a Nick ed ogni tanto mi lanciava un sorriso.
Almeno lui non passava il tempo a disprezzarmi.
Guardai l'orologio e notai che erano ormai le dieci.
Avevano finito di mangiare quindi con la scusa del jet leg me ne ritornai velocemente in camera con Nick.
"Vabbè non è stato troppo male" disse Nick.
Lo guardai nel mentre che chiudevi la porta. a chiave.
Era ancora calmo, come se il comportamento dei miei non gli avesse fatto alcun effetto.
"Beh avrei da ridire, ma sono contenta se non ti sei sentito troppo a disagio" dissi ritornando verso il letto.
Mi sdraiai su di un lato e mi voltai a guardarlo.
Stava aprendo la sua valigia e cercava il pigiama.
Levò prima i pantaloni, rimanendo in boxer e mettendo poi una tuta nera.
Tolse poi la maglietta lentamente, per poi girarsi verso di me e dire:
"Che fai mi fissi?"
Mi mordo il labbro automaticamente.
"Non posso fissare il mio ragazzo?"
Aveva in mano la maglia che doveva mettere, ma lo notai soffermarsi un momento su di me, per poi avvicinarsi a poco a poco.
"Non morderti il labbro" mi disse con espressione seria.
Si poggiò di fianco a me con le ginocchia piegate e con un braccio appoggiato al muro. Eravamo a centimetri di distanza e mi guardava dall'alto.
Sentii nuovamente quella scossa, quel brivido percorrermi la schiena e l'adrenalina in corpo.
poggiai le mani sul materasso e mi alzo con le braccia, restando ancora sdraiata su un lato ma a meno centimetri di distanza da Nick.
Passai la mia mano sulla sua spalla, provocandogli dei leggeri brividi.
"Se no che fai?" gli chiesi provocandolo ed avvicinandomi al suo viso.
Sentivo il suo respiro, come sentivo benissimo l'adrenalina aumentare in me.
"Non provocarmi" mi dice lui con voce roca.
Spunta allora un sorrisetto sul mio volto e arrivata a pochi millimetri di distanza dalle sue labbra mi sposto e passo con le
labbra sulla sua guancia, fino ad arrivare al suo collo e lasciargli dei piccoli baci.
Torno poi verso il suo viso e faccio in modo da rimanere ad ancora meno distanza dalle sue labbra, ma ancora più a contatto con il suo corpo.
I nostri nasi infatti si toccavano ed avevo posato le mie mani attorno al suo collo.
"Smettila di dirmi cosa fare o no, lo sai che tanto non mi puoi imporre nulla" dico guardandolo negli occhi.

please don't go// Nick AustinWhere stories live. Discover now