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Una ragazzina si mette ad urlare

"Oddio c'è Camilla!"

Mi giro e quando si avvicina mi riconosce e mi chiede scusa per poi sorridermi e chiedermi una foto.
L'accontento e subito dopo altre persone si avvicinano.
Per questo odio essere la sorella di un calciatore famoso.
Mentre facevo le foto con i fan ad un tratto i ragazzi entrano in campo per il riscaldamento e tutti si concentrano su di loro.
Mi siedo e passata mezz'oretta la partita inizia solo dopo aver cantato tutti insieme l'inno italiano con la mano sul cuore.
Grazie alla doppietta di Locatelli e ad un goal di Immobile riusciamo a battere la Svizzera.
I ragazzi super contenti vanno nello spogliatoio e si cambiano per salire sul bus che ci avrebbe portato in stazione per tornare a Coverciano
Sono tutti così euforici ora che non mi stanno nemmeno calcolando.
Ma d'oltralpe lo capisco, io non centro nulla con loro.
Mando un messaggio a mio fratello e lo avviso che una volta arrivati a Firenze io non andrò con loro a Coverciano, ma prenderò un altro treno per andare a Milano.
Passato qualche minuto mio fratello si avvicina ed i ragazzi decidono di smettere di fare confusione.
Si siede accanto a nervoso parla con me.

Alessandro: non pensarci nemmeno
Sara: devo tornare a casa Alessandro non insistere
Alessandro: lo so che ci vuoi tornare, ma non a quest'ora

Alza un po' la voce ed i ragazzi si girano a guardarci.
Nicolò ci raggiunge e ci chiede se tutto fosse okay.

Alessandro: vuole restare sul treno per tornare a Milano invece che scendere con noi a Firenze
Nicolò: ma è notte fonda
Sara: mica mi mangiano
Alessandro: dio mio parlateci voi perché io non ci riesco

Si alza e se ne va.

Sara: ma vaffanculo

Nicolò guarda Alessandro andarsene e lo segue.
Questo mi convinceva ancora di più a restare su questo fottuto treno e scendere a Milano.
Mi metto le cuffiette e mi addormento.

***

Mi sveglio perché qualcuno mi chiamava a bassa voce, apro gli occhi ed era Matteo.
Mi sistemo subito e lui sorride a quel mio gesto.

Matteo: scusami non volevo svegliarti, ma siamo quasi arrivati
Sara si grazie
Matteo: non vorrei sembrare invadente, ma ho sentito Basto urlare prima.. tutto okay?
Sara: si

Dico guardando fuori dal finestrino ignorando completamente il centrocampista.
Lui si accorge che non avevo voglia di parlarne e mi dice che se avessi bisogno per qualcosa di cercarlo.
Se na va e tra me e me penso.
Mi fa un effetto strano stare con lui ed ancora non ne capisco il motivo, non sono nemmeno riuscita a dirgli che non scendo con loro.
Il treno si ferma e tutti iniziano a scendere.
Salgono tutti su un altro bus per andare a Coverciano ed io resto al mio posto.
Subito il loro bus parte e mio fratello mi manda dei messaggi, ma non li visualizzo.
Dovevo tornare a Milano e basta, non cambia nulla se di notte o di giorno.
Per due ore di treno che vuoi che succeda.
Mio fratello continuava a tempestarmi di messaggi e così decido di rispondergli.
Nello stesso momento in cui discuto con mio fratello anche Nicolò, preoccupato, mi messaggiava e mi chiede se poteva dare il mio numero a Pessina che era molto preoccupato a sua volta.

Gli dico di sì e poco dopo mi scrive anche lui.

Scambio qualche messaggio con i calciatori e nemmeno mi accorgo di essere arrivata a Milano.

Alessandro mi ha scritto che avrebbe fatto venire Luca, il suo autista privato, a prendermi fuori dalla stazione.

Mentre camminavo verso l'uscita della stazione vedo due ragazzi seguirmi, subito non mi preoccupo, ma uno di loro si avvicina e mi tocca il culo.

Sara: oh ma che cazzo fai
: come mai tutta sola soletta a quest'ora
: non vedi che è andata a vedere l'Italia haha
: sisi ho notato! E dimmi sei innamorata di quello sfigato di bastoni?

Li lasciavo parlare senza dare alcuna risposta.
Tanto tra poco sarei arrivata alla macchina di Luca.

: che fai non rispondi è?
: io si un modo lo avrei per farla parlare

Stava per toccarmi il seno ma gli tiro uno schiaffo sul volto.
Il ragazzo si porta la mano sulla faccia e mi guarda imbestialito.

: come ti permetti inutile ragazzina

Il secondo ragazzo mi tiene ferma con le braccia dietro la schiena e l'altro ragazzo mi inizia a picchiare.
Prima sul volto e poi allo stomaco, ma per mia fortuna arriva Luca.
Due metri di bodyguard, loro lo guardano e scappano via.

Luca: dio mio, come stai Sara?

Non rispondo, avevo un dolore fortissimo alla pancia ed in più mi sanguina il naso.

Luca: vieni andiamo a casa

Mi prende in braccio con una facilità assurda, sistema il mio bagaglio e mi fa sdraiare nei seggiolini posteriori dell'auto.
Tossisco e sputo sangue, Luca mi passa gentilmente un fazzoletto ed io mi tranquillizzo un po'.

Sara: n-on di-re n-ul-la ad Alessandro, t...ti prego..

Sono le uniche parole che riesco a dire, con la voce tremolante.
Lui non mi risponde, sapevo già che lo avrebbe fatto.
Mi addormento sdraiata sui seggiolini posteriori dell'audio, poco dopo che siamo partiti per andare verso casa.

Quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora