our water lilies | kita shinsuke

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quel pennello sembrava disegnare la realtà, sembrava che lui la stesse modellando a piacer suo, ed in realtà era ciò che voleva fare

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quel pennello sembrava disegnare la realtà, sembrava che lui la stesse modellando a piacer suo, ed in realtà era ciò che voleva fare. picchiettava dolcemente il pigmento dal colore verdastro sulla tela dinanzi a sè, guardando ogni tanto lo stagno apparentemente disordinato, cercando di coglierne ogni luce ed ombra.

intanto guardava anche lei, la donna della sua vita, la creatura che gliel'aveva stravolta. giaceva poggiata ad una parte del bordo della distesa d'acqua e fiori, immergendo ogni tanto le gambe lì dentro e, di conseguenza, bagnandosele.

che bella che era quella parola, conseguenza. tutto ha una conseguenza, anche le azioni o cose più banali, tutto ciò di negativo e tutto ciò di positivo aveva una o delle conseguenze, e lei era la sua conseguenza.

intingeva di tanto in tanto il suo datato pennello nella pittura bianca, raffigurando la ragazza e il suo candido vestitino, quello che mandava in cortocircuito la sua mente. sembrava così piccola ai suoi occhi, quasi la prospettiva gli stesse giocando un brutto scherzo.

magari per lei non era lo stesso, ma a lui non importava. tutto ciò che voleva l'aveva già, e se si fosse espanso ancora meglio.

il ragazzo non stava prestando più attenzione a quel piccolo stagno, quello in cui la ragazza ormai si era immersa, senza far nessun rumore.

adesso lei lo guardava con quel suo fare dolce, una delle tante cose che l'aveva fatto cadere ai suoi piedi.

appartenevano a due mondi diversi ed ancora stava a cercare la motivazione del loro incontro, cosa volesse comunicargli il destino. lui, prima di lei, aveva considerato qualcos'altro oltre alla sua passione, al prendere buoni voti e tutto ciò che girava intorno ad essi? aveva mai instaurato un rapporto così con qualcuno che non fosse la sua anziana nonnina? magari lei era la sua salvezza e nemmeno lo sapeva, anche se si era ritrovato a pensarlo più di una volta.

e invece lei, aveva mai abbandonato i suoi fogli da disegno ed approcciato per prima qualcuno? aveva mai poggiato la sua matita nera sul tavolo solo per guardare qualcuno, che non fosse lui, negli occhi di sua spontanea volontà? aveva mai ascoltato qualcuno senza voler correre via lontano, per poi raggiungere casa sua e la scrivania cosparsa di matite colorate e non? magari aveva realizzato che non esistessero solo i suoi infiniti fogli da disegno - che ormai uscivano da tutti i punti del suo appartamento chiaro - solo da quando aveva incontrato seriamente i mattoni ed opachi occhi di shinsuke. era certa di questo sotto certi aspetti.

avevano mai parlato sinceramente dei loro sentimenti, quei due? avevano mai lasciato da parte la loro compostezza ed aperto il loro cuore all'altro, accentando conseguenze e dolori che ne sarebbero derivati? forse lui si era allenato troppo duramente per diventare un esperto della difesa, così tanto che lo stava diventando anche con il suo cuore.

intanto il dipinto del ragazzo andava avanti, continuando ad accostare sulla tela - più tesa dell'aria durante il loro primo incontro - pittura con rapidi tocchi, onorando così il nome della corrente artistica a cui si sentiva di appartenere. l'impressionismo, a quei giorni, era solo una delle tante pagine del libro d'arte che nessuno aveva mai sfogliato veramente, tranne lui.

lei si muoveva in quello stagno creando un po' di rumore di sottofondo, con il quale kita adorava dipingere. toccava qualche ninfea e ci giocava ogni tanto, guardandola intensamente, magari cercando di stamparsi nella memoria ogni suo dettaglio, cossichè potesse ritrarla con più facilità una volta tornata a casa, ovvero le braccia di kita, in cui faticava a non sentirsi apprezzata, non che lo volesse.

lui, intanto, era arrivato alla conclusione che le conseguenze non fossero sempre qualcosa di negativo, partendo dal fatto che loro sono stessi fossero stati una conseguenza. la stessa conseguenza che un anno prima, quel giorno, l'aveva strappata via dalle sue braccia, la conseguenza del cancro che aveva contratto. si erano conosciuti alla caffetteria dell'ospedale, se la memoria non lo ingannava.

il quadro era ormai finito, e lui era pronto ad aggiungerlo alla sua successiva mostra, "our water lilies".

author's note ( ah ): non scrivevo da troppo tempo si

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author's note ( ah ):
non scrivevo da troppo tempo si.
pov: studiai l'impressionismo solo per scrivere questo.
pov: non è un pov.

ci tengo a dire che questa one-shot mi è stata richiesta da -Yxnfei , ma che io non prendo richieste per storie. come credo abbiate notato la mia ispirazione è molto instabile e non è facile stimolarla, quindi that's it.

( zervas , 2O22 )

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⏰ Last updated: Mar 11, 2022 ⏰

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❝ 𝐉𝐔𝐋𝐈𝐄𝐓 ❞ , one-shot Where stories live. Discover now