Sisters (Parte tre)

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Come avrebbe ancora sopportato l'attuale situazione per tutto quel tempo? Ce l'avrebbe fatta oppure sarebbe scoppiato definitivamente?

Il piccolo Severus non aveva smesso di porsi queste domande sin dalla prima volta che apparvero nei suoi pensieri mentre si trovava nella sua camera, davanti a quella finestra, settimane prima; benché più che settimane erano sembrati mesi infernali per il giovanissimo mago: sopportava sempre meno la presenza violenta di quello sciocco babbano di suo padre!

L'odio del bambino arrivava al culmine, ma la sua voglia di agire scendeva rapidamente giù; ma per quale motivo?

Tobias non era un mago, certo, ma era comunque molto più grande e forte di lui ed il suo tono cupo gli impedivano anche solo di fare un passo in una stanza in cui potevano trovarsi entrambi... dopotutto lui era solo un bambino otto anni... ecco la motivazione e questo infastidiva parecchio il piccolo Severus: nonostante nella propria mente non si definisse tale, le sue azioni non dimostravano altro che paura, profonda paura.

Questo voleva forse significare che era un debole?

La risposta era un sì: stava per scoppiare definitivamente; a volte sentiva la testa talmente compressa all'altezza delle tempie da indurlo a credere che da un momento all'altro gli sarebbe letteralmente esplosa.

Severus fece appena in tempo a richiudere il cassetto dove sua madre aveva riposto l'oggetto da lui tanto desiderato, che ancora prima di riuscire a trovare un buon nascondiglio (come gli riusciva benissimo di solito) si ritrovò faccia a faccia con Tobias; nel notare la presenza del figlio, l'uomo aggrottò la fronte e lo costrinse ad indietreggiare fino a fargli toccare il muro con la schiena, fissandolo con uno sguardo rabbioso, domandandogli cosa diavolo ci facesse lì senza permesso. 

"Io..." riuscì a stento a farfugliare bambino, in preda ad un'improvvisa forte ansia per ciò che gli sarebbe potuto succedere di lì a poco, benché non avesse fatto nulla di male... i suoi occhi scuri come due pozzi neri strisciarono per un minuscolo istante verso il cassetto: le sue intenzioni sarebbero state quelle se solo avesse avuto abbastanza tempo per prendere quello che voleva? I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dal padre.

"Allora? Sto aspettando una risposta!" insistette l'uomo, assottigliarono sempre più la voce cupa: particolare che spaventava il piccolo Severus assai più che se avesse urlato.

"Io non..."

"Tu non? Stavi cercando di rubare qualcosa, vero? Non è così, moccioso? Confessa! Mentire non è il tuo forte!" assieme al tremore delle esili gambe, delle gocce di sudore iniziarono a formarsi per poi scivolare sulla schiena e sul viso già pallido del figlio, dalla cui bocca socchiusa non uscì più alcun suono tranne che un verso strozzato accompagnato dalla respirazione affannata: cosa gli avrebbe fatto adesso? Dov'era sua madre? Sarebbe riuscito a scamparla? Di nuovo fu interrotto, ma con sorpresa si ritrovò ad assistere ad una risata carica di sarcasmo misto a puro disprezzo "Voi... ma chi vi credere di essere? Voi. Stupidi esseri magici. Non ve ne fate niente della magia. Vi credete forti grazie ad uno stupido bastoncino, ma non vi rendete conto di quanto siete deboli in realtà. Le vostre non sono altro che parole vuote. Basta battere un piede..." fermandosi dal girovagare davanti al figlio, Tobias mimò il gesto contro il pavimento, facendo sobbalzare Severus "Oh, ecco. Tornerai strisciando nel tuo buco, moccioso. Codardo. Un moccioso codardo. Cosa c'è di peggio?"

Moccioso codardo... queste parole risuonarono presuntuose nella testa del bambino che a stento riusciva a trattenere le lacrime a causa di quella brutta umiliazione che stava ingiustamente subendo.

Severus Snape And The Marauders (IN PAUSA)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum