3

7 0 0
                                    

Trattengo il fiato, con l'impulso di serrare le palpebre, come quando i bambini coprono solo la testa giocando a nascondino, pensando che nessuno li veda.
Vorrei scappare da questa misera stanzetta e allontanarmi il più possibile dal ragazzo di fronte a me, ma invece di rimanere ferma e zitta esordisco con un gran - Non puoi uccidermi- deglutisco.
Cammina avanti e dietro per l'abitacolo passando lo sguardo da me al soffitto in continuazione. Si muove con grazia, preciso e deciso nel suo passo.
- Non voglio ucciderti- si ferma appoggiandosi al mobiletto delle siringhe.
- Il vostro discorsetto in studio precisava ben altro- rispondo, mordendomi la lingua subito dopo, devo imparare ad essere più cortese con chi potrebbe assassinarmi.
- Sei stata fortunata ragazzina, se non ci fossi stato io saresti già morta- serra le labbra carnose, con una luce particolare nelle pupille.
- Non sarai tu a salvarmi la vita, se Albert vorrà uccidermi troverà il modo di farlo- metto le mani sulla ferita al costato, che ad ogni parola brucia come il fuoco.
Me lo ritrovo addosso in un secondo, veloce e silenzioso, posiziona le sue braccia muscolose ai lati delle mie cosce, affondando nel lettino.
- Ti ho già salvata, Tenebra- pronuncia ad un palmo dal mio viso, dandomi la visuale dei suoi occhi, verdi come l'erba, contornati da lunghe ciglia scure.
La sua mascella marcata si contrae non appena si accorge delle mie pupille affascinate ed insistenti.
- E come avrebbe fatto sergente? Mi pare che lei non abbia capito molto bene come si "salva" una donzella in pericolo- lo sfotto sollevando la maglietta e facendo segno alle costole marchiate, avvicinandomi di più al suo viso.
Arretra leggermente, pensieroso.
- Lasciati medicare- corruccia la fronte, e con le dita affusolate preleva un po' di unguento lenitivo da un contenitore tondo e bianco.
Mi spingo all'indietro, verso il muro, in disaccordo sul farmi sfiorare.
- Non essere stupida- ringhia con disapprovazione.
Mi acchiappa dalle gambe tirandomi nella sua direzione, quel gesto sale fino alle mie guance facendole diventare rosse e calde.
Alza con delicatezza la canottiera nera, lanciandomi qualche sguardo, aspettandosi nuovamente una mia reazione, impassibile.
I polpastrelli si posano con delicatezza sulle ferite strappandomi un sibilio, si muove in circolare facendomi ben notare il calore della sua carne mentre piano sale verso la parte bassa del seno, ma prima che io possa agire si stacca, facendomi stranamente sentire la mancanza del contatto.
Prende una fasciatura e me la sistema intorno al busto, sfiorandomi ogni tanto e provocandomi brividi fastidiosi.
Il suo profumo inebria mente e narici, sembra l'odore dei boschi dopo una giornata di pioggia, con qualche nota di vaniglia e borotalco, ma è tanto più di questo.
- Ti addestrerò io, Tenebra- sospira.
- Cosa?- il mio cervello si connette nuovamente alla realtà.
- Vuoi che ti uccidano?- schianta nuovamente i suoi occhi nei miei, con una profondità che non solo mette a soggezione, ma eccita a tal punto che viene voglia mettergli le mani addosso.
- No che non lo voglio- rispondo rabbiosa
- Allora sarai costretta ad ascoltarmi e fare quel che dico- sussurra intimidatorio. -Ragazzina- mi stuzzica.

- Dove diavolo eri?- Barbie è alle mie spalle, che cerca di raggiungermi con passo veloce.
Non le rispondo, ancora sotto shock.
- Tenebra mi senti? Dove ti eri cacciata- il palmo della sua mano si posa sulla mia spalla, d'impulso la tiro per il braccio e la chiudo con me nella camera che si trova alla mia sinistra.
Serro la porta con il mio peso, appoggiandomi contro.
- Stanno cercando di uccidermi- Butto fuori tutto ad un fiato.
Bibi spalanca i suoi occhioni insieme alla bocca. - Cosa cavolo spari Ten-
- Li ho sentiti parlare, sarò la prima a morire- deglutisco.
-Chi hai sentito?- trema
- Sullivan e il sergente. Willim poi è venuto a cercarmi, confermandolo- scivolo sul pavimento freddo e scuro.
- Sei stata con il sergente?- la voce le diventa stridula, più interessata che mai.
- Ti sembra questa la cosa giusta su cui soffermarci?- infilo le dita tra i capelli esasperata.
- Ok, scusami, hai ragione, come pensi di agire?- si stringe tra le braccia magre.
- William, mi vuole...addestrare- storcio le labbra.
- Dio mio, questa storia comincia a diventare intrigante non puoi negarlo- solleva i palmi, dichiarandosi innocente, come se certe cose fossero già chiare senza che lei ci crei castelli sopra.
Mi sollevo visibilmente sconvolta. - Ho paura Barbie, per la prima cazzo di volta sento di essere spacciata- mi do lo slancio sedendomi sulla scrivania in legno antico, scuro, e leggermente mangiato dai tarli. Una bella lampada fa luce in tutta la stanza, fogli sparsi sono disposti accanto ad essa attirando la mia attenzione.
- Fidati del sergente, non hai alternativa Tenebra. E io non ti permetterò di farti uccidere- le nocche le diventano bianche. Una cartellina rossa cade dal bancone, aprendosi.
Documenti, parole, facce, foto.
Scendo dalla scrivania accovacciandomi su di essi. Uomini e donne in abiti eleganti, che danzano, prendono il caffè, e sotto le immagini una serie di informazioni interessanti.
"- Il colore degli occhi è la chiave, più sono scuri più sono potenti.
- Parlano tutte le lingue in modo fluente.
- Adorano prendere il the.
- Ophiocordyceps..."
Vengo interrotta da una voce fuori dalla porta.
-Merda- pronunciamo contemporaneamente io e la mia amica, che con incredibile forza e velocità mi trascina sotto il tavolo, sperando di non trovarci qualche tarlo, prendo in fretta la cartellina, volendo andare più in fondo a questa storia.
- Ahaha, certo che sì- una voce femminile e famigliare mi trapassa i timpani, è la figlia del sindaco McDonald.
I tacchi tintinnano sul parquet, mentre trattengo il fiato, stringendomi la plastica dei documenti contro il petto.
È silenziosa mentre muove i fogli sopra la nostra testa con foga.
- William ho per caso lasciato da te i documenti...top secret ecco- le sento dire al sergente quasi timorosa.
Un pizzico di gelosia mi punge la pelle, sta parlando al telefono con il sergente, ed è stata da lui.
Vedo il principio del suo tacco arrivare proprio dove siamo accovacciate.
Il mio gomito viene stretto con violenza da Barbie, in preda al panico, quasi la posso sentir pregare.
Poi, tutto a un tratto, la ragazza esce dalla stanza, e i polmoni si gonfiano di sollievo. Mi lascio andare sul pavimento.
- Sarò io ad ucciderti un giorno- esclama la biondina, a cui ammiccò scherzosamente.
Usciamo dallo studio di soppiatto, andando dritte in biblioteca.
-Gli overseas...- accelero il passo, se dovessero vedere che ho preso quelle carte, probabilmente neppure Will potrebbe salvarmi.
- Sono umani, hanno sembianze umane Bibi- le allungo una delle foto.
- Questa è una cosa molto più grande di noi Tenebra, dobbiamo restarne fuori- risponde
- Da che parte stai?- sollevo un sopracciglio.
- Sei già nei guai fino al collo, cosa pensi faranno non appena scopriranno che sei entrata nello studio di un primo, hai rubato dei documenti, e sei a conoscenza di cose segretissime!!!- gesticola.
- Facile- sorrido sorniona - Non lo scopriranno mai-
Spalanco il portone della grande libreria esordendo - Non combatterò contro un nemico che non conosco-

LIGHT IN THE STORMOnde histórias criam vida. Descubra agora