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Sono passate due ore da quando sono chiusa in camera di William, lui ne è uscito subito dopo avermi urlato in faccia, e non è ancora tornato.
La rivelazione di quanto io per lui sia importante, mi ha scioccata a tal punto da non essermi ancora riuscita ad alzare dal morbido materasso.
Sento le mani sudare al ricordo delle sue parole, delle sue labbra carnose così vicino alle mie.
Mi sollevo barcollante, guardandomi intorno come se la realtà circostante non esistesse, come se fosse solo un sogno.
Passo dopo passo mi sposto verso il bagno. Finalmente vedo il piccolo abitacolo.
Pulito, le mattonelle sia del pavimento che delle pareti sono celesti, con qualche lavorazione, addobbato da: spazzolino rosso, dopobarba, qualche rasoio, medicine e...
-Wow, affascinante- affermo con con una smorfia, prendendo tra le dita qualche bustina di preservativo.
Il mio riflesso allo specchio mostra i lividi sulle guance, usciti a causa della stretta ferrea di Sullivan.
La doccia è ancora bagnata e sprigiona un buon odore di bagnoschiuma.
Esco da quella stanza per curiosare altrove: tra i cibi in credenza, i bicchieri in vetro, e il mini frigo basso e piccino, ma incredibilmente capiente.
Da quanto ho potuto capire il ragazzo ha una passione per burro di arachidi e sesso.
La porta d'ingresso si apre.
Will sovrasta l'ambiente con la sua bella figura. La fronte e corrucciata, pensierosa.
Il cappuccio sulla testa ombreggia lo sguardo magnetico, che con calma si posa sui miei occhi.
-Dove sei stato?- mi stringo nelle braccia fredde.
-A cercare un modo per portarti via con me- si schiarisce la voce.
-Dove Will, Dove?- gesticolo esasperata.
-In battaglia- risponde senza il minimo tentennamento.
-Ma cosa diamine dici-
Passano pochi secondi, e si avvicina lentamente, ad ogni passo sento il cuore battermi con più tenacia.
I suoi scarponi sembrano assai pesanti per come le gambe gli trascinano.
Una camminata letale, che mi spinge a cercare riparo, camminando all'indietro come un gambero, verso il marmo della cucina, che mi risucchia duro e freddo.
Mi raggiunge e prende il mio volto tra le mani calde ed affusolate, facendomi alzare la nuca verso l'alto in modo che possa inchiodare gli occhi verdi ai miei, tanto più scuri dei suoi.
-Cosa devo fare con te?- Non sembra una vera domanda, parla con se stesso, concentrato su ogni parte di me, soffermandosi sulle labbra, mi divora. Grandi mammut mi camminano nello stomaco, costringendomi ad alzare la mani e a posargliele sui polsi.
-Vai a prendere quel poco che hai con te, non mi importa se hai da controbattere, andiamo via- si distacca, lasciandomi vuota mentre mi gira le spalle.
Non so cosa rispondere, e non posso ribellarmi, perciò rimango ferma giusto il tempo di realizzare il tutto.
-Tenebra, tra un'ora devi essere giù, o vengo a prenderti di peso- minaccia mentre prende dall'armadio un borsone capiente.-Hai capito bene?-
Si volta verso di me, ed io annuisco piena di emozioni contrastanti.
In pochi passi decisi sono fuori dalla sua stanza e mi affretto con un vortice nella testa che risucchia ogni pensiero sensato.

Tutti hanno potuto vedere ciò che è accaduto poco fa, con tanto di accuse pesanti sul portarmi a letto uno dei principali. E ovviamente nessuno si lascia sfuggire il mio passaggio da un corridoio all'altro, osservandomi come se fossi un animale allo zoo, incuriosisce ma è pur sempre un animale.
Infilo qualche maglietta nello zaino, lo spazzolino e qualche arma. Dio solo sa cosa mi aspetta.
-Bibi- penso ad alta voce.
Metto la borsa in spalla e corro a cercarla, ancora una volta.
La vedo in lontananza, ha un tozzo di pane tra le dita fini, ci gioca staccandone pezzi sempre più piccoli.
Volto la sua figura verso di me, e la guardo negli occhi per quella che spero non sia l'ultima volta.
-Dove vai? Cosa fai?- si lascia prendere dal panico nel momento stesso in cui nota lo zaino dietro di me.
-Will...sta cercando di salvarmi- sussurro incerta.
Incerta su ciò che sto facendo, incerta sul futuro, incerta sul sergente William.
Gli occhi azzurri di fronte a me sono pieni di lacrime, ma si trattiene.
-Sopravvivi per me- mi stringe le mani - E strappa un bacio a William- sorride sorniona, nonostante il suo volto sia triste, così triste che vorrei sprofondare.
L'abbraccio dopo essermi fatta rubare una risata. Non voglio dirle addio, non voglio che niente me la porti via.
-Torno a prenderti Barbie- le bacio una mano, e senza voltarmi mai indietro, vado via.

-Mi hai ascoltato, sono quasi lusingato- Will è in piedi alle spalle di  un suv nero, il cofano è aperto ed attende i miei affetti, anche se pochi.
Gli passo lo zaino ed entro in macchina, senza battere ciglio. Sto lasciando tutto questo per davvero.
Il ragazzo si immette al mio fianco, chiudendo lo sportello e mettendo in moto subito dopo.
-Che c'è ? Non vuoi parlarmi?- mi lancia uno sguardo veloce, ed io lo lancio a lui, particolarmente interessata ai muscoli tesi del braccio sul volante, e alle mani morbide e perfette, nonostante il tempo passato a combattere.
-Dove mi porti sergente?- incrocio le braccia.
Cambia marcia e si immette nell'autostrada.
-In città- afferma con decisione, andando sempre più veloce.
-Cosa?- la voce mi esce stridula e spaventata.
-Ci sono diversi nascondigli, lì sarai al sicuro con altri primi- il suo corpo di sporge verso di me, sempre concentrato sulla strada, acchiappa la cintura e sfiorandomi il seno con le nocche la blocca con un tac.
- Giusto per ricordartelo, siamo stati attaccati dagli alieni! Come potrei mai essere sicura là!?- faccio finta di non essermi completamente sciolta al suo tocco.
-Tenebra non è come pensi, non sono luridi mostri color verde- mette anche la seconda mano sullo sterzo. - Te la caverai benissimo, e ti preparerò al meglio per attaccare- serra la mandibola.
Sono vissuta in una marea di bugie, ed ora non so più come agire, come comportarmi davanti a tutto questo.
Come posso fidarmi in maniera così cieca di quest'uomo?
Dopo svariati minuti la mia linguaccia decide di prendere vita e tirar fuori la cosa peggiore che potesse partorire.
-Come mai con noi non è venuta anche la tua preziosa Sophie McDonald?- guardo fuori dal finestrino improvvisamente incuriosita dalla varietà degli alberi.
Un ghigno divertito e terribilmente sexy fa capolino sulle sue labbra perfette. - Qualcuna è gelosa mi sembra...- colpo incassato.
-Ti sembra male.- cerco di proteggermi invano, che sciocca.
-Sophie è ossessionata da me come tante altre ragazze Ten- mi scruta con la coda dell'occhio, mi sta venendo l'orticaria. -Ma io ho interesse verso qualcos'altro- si schiarisce la gola.
La cosa non mi dispiace affatto, spero che questi interessi riguardino l'apicultura e non le donne.
- interessante.- mi poso le mani in grembo.
Le ore passano silenziose e finalmente, scorgo la città, ancora intatta, perfetta, come se nessuno fosse mai andato via. All'entrata però, la differenza mi è subito chiara.
Ad abitarla non sono gli umani, non più ormai.
Will scorge il mio nervosismo e posa il palmo sulla mia coscia, francamente peggiorando la situazione.
I marciapiedi sono popolati da corpi, corpi senza anima, impossessati al 100%. Le pupille sono dilatate a tal punto da coprire l'intera orbita.
" Più gli occhi sono scuri, più sono potenti"
-Che Dio ci aiuti- impreco prendendo di impulsò le dita di Will tra le mie.
- Ten respira, ci sono io con te, siamo quasi arrivati.- il passo della macchina rallenta per potersi accodare ad altre auto.
I negozi sono ancora qui, ben arredati e colmi di abiti, abiti d'epoca come quelli indossati negli anni venti. Solo ora vedo con chiarezza, le donne portano corsetti e gonne ampie e lunghe, gli uomini sono gentili, cortesi nei loro pantaloni ben piegati e le camicie abbottonate fino al collo.
- Sergente, dove cavolo sono finita...-

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⏰ Última actualización: Mar 10, 2023 ⏰

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