Passato

324 40 180
                                    

Miyagi, baciata dal caldo respiro della primavera, era uno spettacolo di colori e profumi variegati, così dolci e delicati che deliziavano tutti gli abitanti e donavano all'atmosfera giapponese un senso di serenità ed armonia, in particolare durante quella giornata di Aprile. Quella calda, surreale giornata che gli aveva capovolto la vita.

In un parco di periferia, numerose famiglie e coppiette si godevano quel clima mite, beandosi dei rari raggi del sole in un periodo piovoso come quello. I bambini correvano gioiosi tra i sentieri e gli alberi di ciliegio, rincorrendosi ridendo allegri, mentre i rispettivi genitori tentavano di non perderli di vista. Tra la natura di quel luogo, così felice e spensierato, spiccava tra tutti un bimbo dall'aspetto serio e grave, appartato sul bordo di una stradicciola.

Iwaizumi era sempre stato una persona solitaria, non perché non avesse amici od odiasse la compagnia, ma semplicemente siccome si trovava meglio con sé stesso. Di sicuro, si evitavano bisticci inutili.

Da poco tempo, suo zio gli aveva regalato la bellissima bicicletta alla quale, proprio in quel momento, stava rimontando la catena, le manine ancora piccole sporche di grasso. Sua madre gli aveva detto più volte che, qualora la corda metallica si fosse sganciata, avrebbe dovuto lasciare perdere e tornare subito a casa, collocata proprio accanto al parco. Però lui non voleva smettere di giocare! Si stava divertendo e, sopra quel sellino, con la brezza che gli carezzava il viso, si sentiva in qualche modo libero.

-Ehi, ciao!- Esclamò una vocina acuta dietro di lui. Scocciato da quell'interruzione, si voltò leggermente, solo per vedere che si trattava di quel ragazzino magro che spesso vedeva lì in giro. -Perché stai qui tutto solo?- Gli domandò, il faccino leggermente più roseo sulle guance troppo vicino ad Hajime.

-Perché mi piace.- Ribatté il più serio, tornando a smanettare con il suo piccolo veicolo a due ruote. Purtroppo per lui, la sensazione di qualcuno che lo osservava non scomparve, né gli parve udire dei passi, perciò dovette supporre che quel bambino fosse ancora lì.

Dopo qualche secondo, infatti, lo sentì mugugnare:-Secondo me non è vero!- Come fa a dirlo? Si chiedeva. Non poteva andarsene e lasciarlo in pace? Lo incontrava spesso, da quelle parti, sempre intento a trovare nuove amicizie ma, chissà come, nessuno voleva giocare con lui per troppo tempo. Quel giorno, sfortunatamente, era toccato ad Iwaizumi.

-Che bella bicicletta che hai!- Praticamente urlò il castano, allungando il collo ed inarcando una schiena, finché il suo visino non fu accostato il più possibile a quello dell'altro, per poter osservare da più vicino il suo lavoro. -Posso provarla?- Domandò lo sconosciuto, girandosi verso Hajime.

Si voltò a osservarlo a sua volta, solo per rispondere con un secco ed indiscutibile:-No.- In quei brevi istanti di contatto visivo, aveva potuto constatare che il piccolo impiccione aveva un aspetto davvero singolare: ad un primo sguardo, si sarebbe potuto benissimo scambiare per una graziosa bambina. Aveva capelli del colore degli alti tronchi di una foresta incantata, gli occhi grandi della stessa tonalità, aveva lunghe e folte ciglia e una pelle chiara e delicata come quella di una bambola.

-Che cattivo che sei!- Si lamentò il ragazzino, incrociando le braccia al petto e gonfiando le guance. Iwaizumi alzò gli occhi al cielo, prima che quel suono stridulo non lo interruppe di nuovo:-Dai! Per favore!

-Ho detto di no.- Rispose secco, quando, finalmente, riuscì a mettere a posto la catena. L'unico modo per liberarsi di questo qui è andarsene. Pensò. Perciò, passò una gamba oltre al tubo orizzontale rosso vermiglia, mise i piedi sui pedali e iniziò ad avanzare, sempre più veloce.

-Ehi!- Sentì esclamare dietro di sé. -Non si fa così! Aspettami dai!- Hajime si girò leggermente e, esasperato, vide che quel bambino aveva iniziato a rincorrerlo, un giocoso sorriso dipinto sul suo volto.

~❀ «Baciami ancora» Iwaoi ❀~Where stories live. Discover now