Ricordi

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Il tempo trascorse spensierato, un susseguirsi di giornate di giochi, parole, semplicemente di gioia. Quando si incontravano davanti a quella panchina, quando si scorgevano da lontano, pareva che il mondo si fermasse ed ogni possibile preoccupazione, per quanto superficiale, si dissolveva all'istante. Quel parco, quei prati, quegli alberi, erano diventati un piccolo regno, i cui sovrani erano proprio loro: due bambini legati da un legame che, col passare degli anni, sarebbe sfociato in un mare di emozioni e sentimenti confusi e contrapposti.

Ci fu un altro giorno, in particolare, che tracciò silenzioso un'importante linea di partenza nelle loro esistenze, un piccolo e timido passo verso un viaggio che li avrebbe a lungo accompagnati.

Iwaizumi, trascorso quasi un anno dal loro primo incontro, si stava dirigendo verso il loro albero. Sapeva che avrebbe dovuto aspettare l'altro: era sempre in ritardo. Accompagnato dallo scricchiolio del suo piedi sulla ghiaia e dal sole che faceva la sua timorosa comparsa dietro alle nuvole candide, rifletté sulla recente fissa del suo migliore amico: guardare partite di pallavolo.

Non aveva idea di come ci fosse arrivato, a quel passatempo, eppure, ultimamente, se ne era davvero appassionato, tanto che, quando ne parlava, il suo sguardo pareva illuminarsi di luce propria e dalla sua piccola boccuccia non scompariva mai quel sorriso entusiasta.

Quasi non si rese conto di essere arrivato a destinazione, finché non si trovò, a sbarrargli la strada, Oikawa, i lineamenti distesi in un'espressione gioiosa. -Buongiorno, Iwa-chan!- Esclamò, contento.

Dal giorno in cui si erano conosciuti, quel soprannome non aveva mai abbandonato la loro quotidianità, diventando parte integrante di quell'amicizia infantile. Hajime, sebbene si comportasse in tutt'altro modo, apprezzava quell'appellativo: sapeva che, quando lo udiva, doveva aspettarsi l'imminente arrivo del suo migliore amico al quale, anche se non lo dava affatto a vedere, voleva davvero bene. Lo ammirava, in realtà, ammirava il suo entusiasmo e il suo coraggio, ammirava quell'impertinenza e quella sfacciataggine che tanto lo irritavano.

-Ehm...Ciao?- Borbotto, senza togliere le manine dalle tasche. Aggrottò le sopracciglia: quel giorno il castano era fin troppo allegro e quell'espressione da pazzo esaltato un po' lo spaventava.

-Non fare l'antipatico, Iwa-chan, lo so che sei felice di vedermi!- Esclamò Tooru, avvicinandosi a lui con sfrontatezza. Solo in quel momento Iwaizumi si rese conto che Oikawa sembrava tenere qualcosa dietro la schiena, siccome era da quando si erano visti che non mostrava le braccia.

-Oggi sei più strano del solito.- Sbuffò Hajime, corrucciando ulteriormente la propria espressione.

A quel punto, il sorriso del castano divenne quasi beffardo, furbo, uno dei suoi soliti sorrisetti da strafottente. Sembrava quasi voler vantarsi, con quell'espressione, come per dire: "Io so qualcosa che tu non sai!". Il fatto bizzarro era che, di solito, glielo avrebbe detto in faccia, accompagnando il tutto con una linguaccia scherzosa, probabilmente. Eppure, come aveva appena detto, quel giorno era più strano del solito.

-Perché la mamma mi ha regalato questa!- Esclamò, tirando fuori un oggetto tondeggiante blu e giallo.

Un pallone da pallavolo? Pensò, incredulo. -Ah.- Fu l'unico suono che riuscì a proferire.

Alla vista del viso dell'altro, capì ancora prima che parlasse quali fossero le sue intenzioni. -Vuoi giocare?- Chiese infatti.

-Non so giocare a pallavolo.- Si giustificò, tentando di evitare di posare lo sguardo su quel faccino supplicante.

-Ma nemmeno io, per ora!- Ribatté Tooru, allargando ulteriormente il suo sorriso. Impercettibilmente, avvicinò l'oggetto al corpo dell'altro.

Come faceva a convincerlo ogni volta? Sbuffò e chiese:-Come...Come devo mettermi?

~❀ «Baciami ancora» Iwaoi ❀~Where stories live. Discover now