~❀ «Baciami ancora» Iwaoi ❀~

Gelosia

Iwaizumi percorreva a grandi falcate la strada che lo avrebbe condotto verso casa. Era arrabbiato e non era nemmeno certo del motivo. Quella giornata era stata orribile: Oikawa non aveva fatto altro che ignorarlo, flirtare con metà delle ragazze della scuola e comportarsi da deficiente senza mai chiedergli come fossero andate per lui le vacanze. Aveva provato a convincersi che, dentro di lui, non fosse cambiato niente, eppure gli era difficile non notare quella sicurezza innata che scaturiva da ogni suo piccolo gesto. Il suo aspetto sì, era mutato, e con esso anche quelle piccole caratteristiche che aveva sempre apprezzato nell'amico.

Avrebbe voluto andare da lui e gridargli che quell'estate era stata la peggiore della sua vita, solo perché non erano mai riusciti a vedersi. Odiava ammettere di essere così dipendente da quel ragazzo, odiava non poter dire che per lui era uguale stare con o senza Tooru, perché non era così.

Era sempre stato un tipo geloso: fin da quando erano bambini, doveva conficcarsi le unghie nel palmo della mano per non fare una scenata ai ragazzini che chiedevano di giocare col castano a pallavolo. Quel giorno, aveva riprovato la stessa sensazione, mentre la mano affusolata dell'alzatore sfiorava il braccio di una gaia fanciulla o sorrideva maliziosamente a quella ragazza che lo fissava tutto il tempo. Però quel giorno, mentre un branco di giovani studentesse esagitate circondava Oikawa, trovò una diversa sfumatura in quel sentimento, come se, oltre al vuoto nello stomaco, sul suo cuore avvertisse anche il peso di un'enorme pietra.

In quel momento, col caldo sole che arrivava a pizzicargli la cute anche sotto tutti quegli stati di vestiti, desiderava solo prendersi ancora un po' di tempo per se stesso, per capire il perché di quelle emozioni, di quel calore improvviso quando l'amico si avvicinava troppo e di quel battito cardiaco accelerato ogni volta che i loro occhi si incontravano.

-Iwa-chan! Aspettami!- Sentì urlare alle sue spalle, poi un rumore di passi affrettati. Fortuna che volevo stare da solo. Pensò sbuffando. Si fermò per un istante, quando la figura di Tooru si posizionò davanti a lui, sorridente e fastidiosamente bella.

-Non siamo riusciti a parlare per tutto il giorno!- Esclamò, mentre Hajime lo raggirava e riprendeva a camminare, senza dire una parola. Il castano lo seguì e gli si affiancò, senza perdere un briciolo della propria allegria. Poi gli afferrò la mano e fece ciondolare le loro dita intrecciate tra i loro corpi. Ancora una volta, sentì le gote avvampare. -Allora,- Continuò l'alzatore. -Come sta il mio tesoruccio?

Come si permetteva di comportarsi come se nulla fosse? Non gli aveva praticamente rivolto la parola e ora lo chiamava "tesoruccio"? Divincolò il proprio arto dalla stretta, senza osare rivolgere nemmeno una piccola occhiata all'altro. -Piantala, Shittykawa.- Gli disse nel frattempo.

-Wow, siamo di buonumore oggi, eh?- Chiese Oikawa e il moro avrebbe giurato su qualunque cosa che in quel momento aveva incrociato le braccia al petto con sguardo di disapprovazione. Ecco quanto lo conosceva bene: sapeva alla perfezione come avrebbe reagito quel ragazzo ad ogni situazione possibile.

Continuò a camminare, senza degnarsi nemmeno di dare un segno visibile di aver sentito. Ripensò al sorriso che gli aveva rivolto l'amico prima di entrare a scuola. Rammentò l'istinto di avvicinarsi a lui che aveva provato, il desiderio di stargli accanto anche solo per sentire il suo dolce profumo. Che cos'era quell'aggrovigliarsi di emozioni nel suo stomaco? Che cos'era quel desiderio di tenerlo ancora per mano? Doveva andarsene, allontanarsi prima di fare qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire.

-E io che speravo avresti ascoltato i dettagli della mia vacanza che non ho raccontato a nessuno!- Si lamentò poco dopo Tooru. Maledetto. A volte si dimenticava che non era l'unico tra i due a comprendere l'altro. A volte scordava quanto per il castano potesse essere un libro aperto.