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Non verso neanche una lacrima, ma sono comunque spaventata. Cerco il telefono frettolosamente e apro la rubrica alla cerca di un solo numero: Mirko. Faccio partire la chiamata sperando risponda

«Ti prego, ti prego rispondi» parlo pianissimo per non svegliare Andrea

«Gin, tutto okay?» risponde

«Sei ancora qui?» chiedo mordicchiandomi le pellicine intorno alle unghie

«Si non sono ancora partito perché mi sto rollando un drum, che succede?» chiede inizialmente tranquillo ma poi parecchio agitato

«Puoi tornare su per favore? Ti apro il portoncino» chiedo andando all'ingresso per premere il pulsante

«Gin, mi sto preoccupando» dice e sento che ha chiuso il portoncino dietro di sé

«Non farlo, sali e basta, la porta è socchiusa» dico appendendo la chiamata

Mi giro per casa, che fino a questo momento avevo chiamato mia, ma che ora di mio non sembra avere più nulla. Accendo la luce della cucina e sento dei passi dietro di me.

«Gin..» è Andrea

«Mi hai lasciata andare con Vittoria per poterti scopare qualcuno nel mio letto?» chiedo con voce ferma

«Sai benissimo che non lo farei mai» sgrana gli occhi colto in fragrante

«Si certo, e allora trovami una spiegazione al rossetto sul bicchiere, o al fatto che avessi apparecchiato per due. Hai deciso di avere due personalità e la seconda aveva voglia di provarsi i miei trucchi?» lo prendo in giro sentendomi sicura di me.

«E poi questo profumo che c'è così dolce? Ah sicuramente l'hai comprato per me, e allora l'hai sparso in giro giusto» ridacchio nervosa ma lui in uno scatto d'ira mi prende per un braccio e mi sbatte al muro

«Ma cosa pensi di fare? Di potermi parlare in questo modo? Più ne porto qui e più ne vado fiero, visto quello che sei» sibila a un centimetro dal mio viso

«Oh ma che succede?» entra Mirko e io sorrido

«Dai Andrea dillo quello che sono» parlo beffarda

«Una schifosissima puttana» afferma stringendo ancora di più la presa sulle mie braccia e Mirko in quel momento lo tira via da me.

«Non ti permettere di toccarla. Ma che cazzo di uomo sei? Mettere le mani addosso a una donna dovrebbe farti solo vergognare» lo dice guardandolo con sdegno

«Ma tu chi cazzo sei? Adesso ti scopi questo? È per questo che sei così distante?» ride e sembra completamente fuori di sé.

«Mi sono solo rotta il cazzo di farmi toccare da una merda come te» urlo e a un certo punto si vede una rossa uscire dalla stanza con una canottiera di seta abbastanza lunga da coprirla ma che lascia poco all'immaginazione.

«Andre ma che succede?» chiede riparandosi dietro al suo braccio, in segno di possessività

«Ginevra De Angelis, piacere quella che paga l'affitto. E anche ex fidanzata dello stronzo a cui ti aggrappi» sorrido porgendole la mano

«No Ginevra non puoi lasciarmi. Senza di te sono perso, non puoi farlo, io ti amo» mi supplica

«Passerò in settimana a prendere le mie cose Andrea» dico

«Noi adesso andiamo» Mirko mi prende per un braccio dopo aver recuperato la mia borsa. Mi chiudo la porta dietro e praticamente corriamo sulle scale

Entriamo in macchina e tutta l'adrenalina che avevo addosso ha lasciato spazio a tristezza, umiliazione e cuore spezzato. Mentre mi allaccio la cintura sento il naso pizzicarmi e gli occhi appannarsi per le lacrime, così tanto da non vedere più nulla.

Partire da te // RkomiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora