Capitolo 23. Un paio di piani mandati a monte

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"Lost at sea, but my heart still on fire."

Mi addormentai all'improvviso subito dopo aver risposto a Yoongi che non c'era nessun problema e che avrei volentieri pranzato con lui durante la pausa

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Mi addormentai all'improvviso subito dopo aver risposto a Yoongi che non c'era nessun problema e che avrei volentieri pranzato con lui durante la pausa. Ero stanchissima, difatti non sentii nemmeno Do-Hyung alzarsi quella mattina.

Eravamo rimasti che Jin l'avrebbe accompagnata alla stazione del treno e, vedendomi così profondamente addormentata, non mi aveva nemmeno svegliata, per cui non avevo potuto nemmeno salutarla.

Mi sentii immediatamente in colpa per questo, quindi presi subito il cellulare e le inviai un messaggio pieno di scuse e affetto, percependo già nel cuore la sua mancanza. Mentre scrollavo con il dito le chat vidi quella di Yoonjun: mi aveva inviato, in quei giorni, la bellezza di cinquanta sms che non avevo neanche visualizzato, mi ero promessa di ignorarlo, fare finta che non esistesse più... ma un moto di curiosità mi spingeva a leggere quello che mi aveva scritto.

Così, facendo un profondo respiro a polmoni aperti, lessi gli ultimi messaggi, quelli che aveva inviato il giorno prima, quando ero stata impegnata a rammaricarmi per il fatto che Taehyung stesse con San-Ha. Si trattava di un lungo papiro, in cui mi spiegava di sentirsi veramente uno schifo per quello che aveva fatto, che gli mancavo e avrebbe tanto voluto fare pace e rimediare a tutto, ma le sue scuse mi suonavano come una presa in giro bella e buona, e questo mi rese triste.

In cuor mio, probabilmente, avrei voluto perdonarlo per tornare a essere quelli che eravamo un tempo, il primo amore che mi aveva ricambiata, facendomi sentire come unica. Eppure... non riuscivo a passarci su. Il solo pensiero che aveva baciato Yerin, trattandola come aveva tratta me, renderla padrona di qualcosa che mi apparteneva... mi faceva venire voglia di piangere. Ero vuota, e in presenza di Do-Hyung avevo finto di non pensarci, di divertirmi, ma la verità era che la confusione mi martellava il cervello e mi sfiniva.

Non sapevo nemmeno cosa provavo; Taehyung mi attraeva, forse sotto sotto lui mi piaceva molto esteticamente e, aver saputo della relazione con San-Ha, ammetto, mi aveva fatto sentire male, ma Yoonjun era un pensiero fisso nella mia mente, e non facevo altro che pensare a lui, non volevo tradirlo.

Sbuffai, bloccai il cellulare e mi passai una mano davanti agli occhi. Tutto d'un tratto sentivo freddo, come se mi trovassi fuori, a dicembre inoltrato, con abiti estivi. Mi dissi che il malore mentale si stava percuotendo anche sul mio corpo.

Di malavoglia mi alzai dal letto e feci una doccia veloce: usai l'acqua calda nonostante fosse ancora praticamente estate, visto che non era nemmeno passata una settimana da quando era arrivato settembre, e sperai che almeno questo mi riscaldasse le ossa.

Il tentativo funzionò, indossai la divisa e finii di sistemarmi praticamente in bagno, ma il vapore aveva reso quella stanza un forno, e iniziai a sudare troppo, così fui costretta a uscire subito di lì. Rientrai in stanza, mi allacciai le scarpe e sistemai la borsa, mettendoci dentro tutti i libri di scuola per quella giornata, rendendomi conto, nel frattempo, che all'interno della mia camera da letto si moriva veramente di freddo.

Il giorno in cui Seoul si oscurò🀄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora