Capitolo 68. Vecchie conoscenze

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'It hurts so bad'

Ci fu un attimo di silenzio che sembrò durare un'eternità

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Ci fu un attimo di silenzio che sembrò durare un'eternità. Tae-Yoon sorrise in imbarazzo, notai anche che non smetteva di battere il piede, nervosamente, sul pavimento. Mamma passava lo sguardo dal mio, a quello di Tae-Yoon, aveva le sopracciglia alzate e aspettava impaziente una risposta. Papà invece, appoggiandosi sui gomiti, osservò con circospezione Tae, come se stesse cercando di captare il livello di sincerità guardandolo direttamente negli occhi scuri e profondi. Io mi sentivo così in imbarazzo che rischiavo di prendere fuoco da un momento all'altro, e cercai di trovare le parole giuste da dire, senza risultare arrogante e presuntuosa, per esprimere il disappunto che mi aveva procurato la domanda di mio padre, ma proprio quando stavo per aprire la bocca, Tae-Yoon mi precedette, schiarendosi la gola con un leggero colpo di tosse.
«No, signore. Se devo essere sincero, come mi ha chiesto lei, ci siamo scambiati solo un bacio innocente. Nulla di più.»

Mi pulsava il petto, e le guance erano così calde che ci si poteva cuocere un uovo sopra tranquillamente. Mamma cercò di nascondere un sorrisino, ma non ci riuscì mentre Tae-Yoon, arrossendo leggermente, non spostava gli occhi da quelli di mio padre che, soddisfatto della risposta, fece un piccolo cenno del capo.

«E siete solo amici, allora?» Chiese ancora.
«Sì, amici e basta. Non abbiamo ancora chiarito riguardo al bacio.» Rispose.
Papà stava per dire altro ancora, ma quella volta tagliai corto. Quell'interrogatorio stava mettendo in imbarazzo sia me che Tae-Yoon, e poi stava diventando troppo invasivo. Preferivo restare in punizione che costringere Tae-Yoon a rispondere alle domande di papà!
«Ok, basta così. Non fa nulla se resto in punizione, ho fatto una cosa stupida e mi assumo tutte le mie responsabilità. Hai ragione papà, comunque. Sono stata io a scegliere di marinare la scuola, Tae-Yoon non c'entra nulla, quindi lascialo stare.» Dissi un po' risentita e in imbarazzo totale.

Tae-Yoon si voltò verso di me, guardandomi in silenzio. Le guance rosee gli conferirono un'aria bambinesca e gli occhi, grandi e scuri come due lune luminose e piene, mi scrutarono interamente. Mi sentii nuda sotto il suo sguardo attento, perciò evitai il contatto visivo e mi concentrai su tutto tranne che su di lui.

«È un peccato, il tuo amico mi aveva convinto» disse papà poco dopo.
Non risposi,  c'erano troppe emozioni dentro di me. Sentivo dei sentimenti contrastanti dentro il mio cuore. Taehyung non aveva ancora abbandonato la mia mente, e Tae-Yoon, invece, ci si stava insinuando, con velocità, sempre di più. 

«Non volevi fare pace con Jin, Hea-sshi?» S'intromise Tae-Yoon mettendomi una mano sulla gamba.
Mamma fece un'espressione preoccupata e, prendendomi una mano, mi rivolse uno sguardo sbigottito e sorpreso.
«Avete litigato? Hea, lo sai che non mi piace quando bisticciate. Che cosa è successo? Perché non vi state parlando?» Chiese tutto di fretta.

Feci spallucce. Mi scoppiava la testa e avrei tanto voluto andare a dormire e scordarmi di ogni caso per un po' di ore, ma Tae-Yoon aveva tentato di aiutarti a uscire dalla punizione, e andare da Jin era diventato un vero bisogno per me. Oltre a fare pace con lui, avevo bisogno di sapere alcune cose riguardo ciò che era successo tra di noi la sera in cui andò via di casa, per esempio cosa diamine avessero i suoi occhi, che all'improvviso diventarono color rubino, e perché ce l'avesse tanto con Taehyung, uno sconosciuto per lui, a quanto mi ricordavo. Dopo quegli avvenimenti ho cercato di cancellare dalla mia memoria Jin che mi aggredisce, chiamandomi "rovina", e dell'ira che lo ha spinto a cercare di colpire Tae, che con un solo sguardo lo costrinse a portarsi le mani tra i capelli e a urlare per il dolore. Era rimasto tutto un mistero, che necessitava di essere risolto.

Il giorno in cui Seoul si oscurò🀄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora