Capitolo 72. Un giorno Seoul si oscurò

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"Do you remember me?"

C'era Taehyung ed era in compagnia di Jungkook, però entrambi avevano qualcosa di strano

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C'era Taehyung ed era in compagnia di Jungkook, però entrambi avevano qualcosa di strano... insomma, a parte i vestiti inusuali e che sembravano essere regali, c'era altro che li rendeva particolarmente diversi quella sera. Sembravano due stelle per quanto brillavano e Taehyung... era più che altro una luna talmente luminosa e piena da quasi accecare tutto ciò che ci stava intorno.

Avanzava lentamente con Jungkook alle sue spalle lasciando un manto di luce al suo passaggio, si fermò davanti a me e quasi come se ci fossimo solo io e lui mi tolse la pietra dalle mani e la lanciò lontana da me. Dopo di che mi accarezzò una guancia con uno sguardo dispiaciuto, non curante del mostro che stava a poca distanza di noi e che potenzialmente poteva attaccare in qualsiasi momento.
Non sapevo se essere furiosa o eternamente grata che fosse di nuovo venuto a salvarmi la pelle. Eppure mentre guardavo la luce che diffondeva il suo corpo come una specie di aura non potei fare a meno di sentirmi serena mentre mi osservava dolcemente. Avrei voluto urlare, spingerlo lontano e incolparlo per tutte le cose che mi aveva tenuto nascosto, ma la calma mi avvolgeva. Doveva essere quello il potere di un Dio.

Cadde il silenzio, tutto sembrava diventare più rigoglioso in sua presenza, come se stesse curando il male che si era preso quella città. Delicatamente mi posò due dita sui quattro buchi che Chan mi aveva fatto sulla spalla e, quasi per magia, il bruciore passò. Sembrava tutto perfetto, anche se... il suo sguardo era molto pericoloso. Aveva gli occhi tagliente e sembrava sull'orlo di scoppiare nonostante la sua aura divina.

«Chi ti ha fatto del male?» sussurrò senza guardarmi, continuando a sfiorare la mia spalla ferita con un tocco talmente leggero da sentirmi quasi una piuma.

Non risposi, avevo finito le parole e mi sentivo come all'interno di un incubo che non voleva farmi svegliare. Tutto quello che avevo visto e sentito fino a quel momento non possedeva alcun senso. Speravo davvero fosse tutto un gioco della mia testa e che presto sarebbe svanito ma... ma era tutto così chiaro che non poteva essere falso. Io ero Park Hea, la ragazza che Yoongi e Taehyung avevano tanto odiato. Non ero uno shinigami, una dea e tanto meno un'umana. Io ero qualcosa di molto più malefico, qualcosa da tenere alla larga. Venivo dal mare, così aveva detto Chan. Non c'era un posto che mi appartenesse sulla Terra, né alla luce del sole, né nelle tenebre dei vicoli più cupi di Seoul.

«Mancavi solo tu a questa riunione, cara la mia lampadina. Come va la tua vita immortale?» S'intromise Chan spezzando la magia.

Taehyung si voltò verso di lui e lo osservò con la testa inclinata. Jungkook nel frattempo mi lanciava delle occhiate preoccupate mentre Jin, che adesso spalleggiava lo shinigami, ci guardava con disgusto e rabbia.

«Yukki, sei stato tu a ferire Hea sulla spalla?» Domandò Taehyung restando fermo, ma aveva la voce affilata come lame che non aspettavano altro di colpire e trinciare. Era furioso.

Il giorno in cui Seoul si oscurò🀄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora