Capitolo 20:

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ESME:
Fisso il soffitto.
Ormai è così da ore.
Eva fa scivolare una mano tra i miei capelli e mi culla mantenendo la mia testa sopra le sue gambe.
"Va tutto bene?"
Annuisco solo.
Sono sposata adesso, sono la moglie di uno dei boss più rispettati al mondo.
È stato strano vedere tutta quella gente in strada, pronta per accogliermi e celebrarmi.
Sembrava di essere su un set di un film.
Non capisco come Jonatan possa avere tutta questa fama nel suo paese, insomma, fa brutte cose e le persone non fanno altro che appoggiarlo.
"Eva, perché Jonatan è così acclamato?"
"Cosa intendi?"
"Le persone sembravano letteralmente impazzite quando ho percorso la città sulla carrozza. C'erano bambini e intere famiglie che.."
"Diciamo che ha aiutato molto il paese in un momento di crisi. Tutti lo conoscono per l'imprenditore Santoro, poche persone conoscono la verità."
"Oh.."
Mi accarezza la spalla.
"Ora dormi tesoro, sarai stanca."
"Non voglio restare sola."
"Presto arriverà tuo marito."
M'irrigidisco.
Non voglio vederlo.
Eva si solleva dal letto e mi stampa un bacio sulla guancia.
"Buonanotte signora Santoro."
Gli occhi bruciano per le lacrime.
"Buonanotte Eva."
Mi volto di spalle, rannicchiandomi sotto il lenzuolo, e sospiro.

JONATAN:
Ho la bocca impastata e un odore tremendo di alcol sui vestiti.
Barcollo raggiungendo la camera di Esme, quando la apro trovo la mia donna addormentata in posizione fetale.
Indossa solo una vestaglia bianca in pizzo.
Mi tocco il cavallo del jeans mordendo il labbro.
"Esme.." Sibilo raggiungendola.
Sbottono la camicia gettandola a terra e lo stesso faccio con il resto dei vestiti, per poi stendermi accanto a lei e attirarla vicino al mio corpo.
Ha un tipo di pelle pulita, profuma di vaniglia così come i suoi capelli.
Quando l'annuso un verso grottuale fuoriesce dalla mia gola.
Premo il bacino contro il suo sedere e inizio a muovermi contro di lei schiudendo la bocca.
Il suo corpo mi fa impazzire.
"Mmh.. Jonatan?" Sibila stropicciando gli occhi.
"Sono qui." Bacio l'incavo del suo collo e lei si volta verso di me.
Spalanca gli occhi quando il suo sguardo scende lungo il mio corpo, scoprendomi nudo per lei.
Diventa completamente rossa.
"Ma..ma che fai?"
Tiro la cordicina della sua vestaglia e lascio che si apra dandomi la perfetta visuale del suo seno nudo.
Fremo avvertendo delle forti pulsazioni.
È bellissima e io troppo ubriaco per capire cosa sto per fare.
Tenta di ricoprirsi indietreggiando sul materasso ma glielo impedisco, stendendomi sopra il suo corpo minuto.
"Lasciami! Vattene via!" Urla colpendomi sul petto.
"Voglio scoparti Esme." Premo le labbra contro le sue.
È calda, buona e morbida.
Quando schiudo la bocca per permettermi di intensificare il bacio Esme mi morde.
Stringo con forza le sue natiche.
"Piegati Esme."
"Vaffanculo Jonatan, non sono un oggetto, riesci a capirlo?"
"Non ho mai detto questo."
"Sei ubriaco marcio accidenti!"
Senza esitare le sfilo la vestaglia.
Esme spalanca la bocca nel momento in cui premo il bacino contro di lei, lasciando sfregare le nostre intimità.
Indossa sempre queste mutande infantili bianche.
Ringhio infastidito e inizio a stuzzicare il suo capezzolo.
Il modo in cui reagisce al mio tocco mi fa sfiorare il cielo.
La sua schiena s'inarca, mentre adesso le sue mani navigano sulla mia schiena.
"Ti prego.. non posso.." Mi fissa con gli occhi lucidi.
Poso le labbra sulla sua fronte e lei impallidisce.
"Dove sei stato?"
"Fuori per lavoro."
Scoppia a piangere portando le mani davanti al viso.
Mi acciglio.
"Vai via.."
"Esme che cazzo ti prende?"
"Hai.. hai un fottuto succhiotto sul collo Jonatan."
Mi sollevo di scatto dal suo corpo sbarrando gli occhi.
Non ricordo chi possa avermelo fatto, non ricordo nemmeno di aver scopato stasera.
"Esci da qua!" Urla spingendomi dal petto.

ESME:
Mi fa male, lui mi fa sempre stare male.
Lo detesto.
E detesto di più il modo in cui lo desidero.
Sono completamente bagnata e pronta per lui in questo momento.
Jonatan è nudo.
Con le ginocchia premute contro il materasso e i muscoli e tutto il suo ben di Dio in esposizione.
Le mani tremano dalla voglia di toccarlo, e quando bagna le labbra con la punta della lingua perdo il lume della ragione.
Mi avvicino a lui, nuda, con solo le mutandine indosso e porto una mano dietro la sua nuca.
"Mi dispiace Esme."
Il mio labbro trema.
Sono sorpresa di sentire queste parole uscire dalla sua bocca.
Ha delle mani grosse e ruvide che adesso sfiorano le mie guance e portano via tutta la tristezza.
Voglio sentirlo, fare l'amore con lui ma sono combattuta.
"Ti odio." Sussurro lasciando scivolare altre lacrime.
È proprio questo il punto. Lo odio ma non riesco a trovare un motivo per smettere di volerlo.
Nonostante tutto quello che mi sta combinando.
"Lo so."
Permetto che appoggi la sua fronte contro la mia.
"Voglio andare via da qua.."
"E dove vorresti andare?"
"Da mio fratello. Voglio tornare nella mia città."
Sospira pesantemente.
"D'accordo."
Sollevo le testa di scatto.
"Cosa Jonatan?"
"Ti porterò da tuo fratello. Staremo in Italia pochi giorni."
Non posso credere alle mie orecchie.
È impossibile.
Spalanco la bocca sorridendo mentre lui mi fissa senza scomporsi di una virgola.
"Dici davvero?"
Annuisce.
Mi fiondo contro il suo petto avvolgendogli le braccia intorno al collo e lo ringrazio almeno cinque volte.
Sono così contenta..
Solo adesso però ricordo che entrambi siamo nudi.
Il suo fallo gigante preme contro il mio ventre.
Osservo il succhiotto sul collo e lo sfioro con le dita prima di premere le labbra in quel punto e marchiarlo come mio.
Succhio forte.
Jonatan manda le mani sui miei fianchi e inclina la testa, permettendomi di svolgere al meglio il mio lavoro.
Amo il suo profumo.
"Esme mi stai facendo scoppiare." Ansima.
Sorrido lievemente facendo scivolare una mano sui suoi addominali e successivamente sfioro la sua punta calda.
"Hai tradito tua moglie." Dico e lo fisso sbattendo le ciglia.
"Potresti aver commesso lo stesso errore che hai commesso con me al Club.
Scopare una ragazza e infilarle un fottuto bambino nella pancia.
Poi sposarla.
Avresti due mogli in questo caso."
Non so per quale motivo io glielo stia dicendo.
"L'unica donna che può portare mia figlia in grembo sei tu Esme. Nessun'altra."
Un brivido mi trapassa il cuore.

JONATAN:
Le mie dita si fanno strada sul suo ventre, toccandolo mentre lei adesso è stesa sotto di me.
"Sta crescendo." Sussurro osservando quella piccola sporgenza.
"Il dottore ha detto che sta bene, sta migliorando." Continuo ed Esme annuisce sorridendo lievemente.
So bene quanto lei tenga a questa bambina.
Le mie dita scendono ancora di più, afferrando le mutandine bianche.
Gliele sfilo sotto il suo sguardo famelico e le annuso chiudendo gli occhi.
"Profumi Esme."
"E di cosa?" Chiede mentre avvicino i nostri volti.
"Di ingenuità."
Morde il labbro.
"Voglio scoparti Esme."
"Sei abbastanza ubriaco, non credi?"
"Sono lucido."
"E sei anche stato con un'altra donna."
"Ti fa schifo?"
Voglio cercare di comprendere ciò che sente.
"Molto.." Ammette con un filo di dispiacere.
"Uso il preservativo quando ho rapporti con altre ragazze."
Sembra alquanto scossa adesso.
"Perché?" Domanda decisa.
Già, perché con le altre si e con lei no?
"Non lo so."
Mi osserva in silenzio.
"Io non voglio più che tu abbia rapporti con altre donne.
Sono tua moglie anche se ho solo diciannove anni e voglio che tu venga da me, a qualunque ora del giorno.
Altrimenti non mi toccherai mai più Jonatan. Non sono disposta a condividere un uomo con altre ragazze."
Mi piace il fatto che sai gelosa e possessiva.
Ma non credevo lo ammettesse mai, non chiedendomi di scopare solo lei.
"In cambio io cosa ci guadagno?"
Bagna le labbra e afferra la mia erezione, guidandola alla sua entrata.
"Me."
Stringo le lenzuola ai lati della sua testa prima di avventarmi sulle sue labbra e penetrarla lentamente.

ESME:
Jonatan spinge la sua erezione dentro e fuori il mio corpo.
È una sensazione unica.
Ma questa volta non è sesso, è diverso.
Lo bacio assaporando la sua lingua calda.
Poi le nostre mani si uniscono, le stesse dove portiamo gli anelli ed entrambi ci osserviamo, avvolti dal piacere.
"Le altre ragazze ti hanno mai fatto provare questo?" Sibilo quando lui sfiora il mio naso.
Il suo cuore batte forte, lo percepisco.
Adesso da una spinta forte.
Emetto un verso di piacere e lui serra i denti.
Fa sbattere i nostri sessi, siamo sudati e io mi sento tremendamente piena di lui.
È un vero diavolo tentatore.
Il suo pollice dunque si posa sul mio punto sensibile e lo stuzzica portandomi quasi all'orgasmo.
"Vieni per me Esme."
Strizzo gli occhi stringendo le sue spalle.
Le mie gambe si spalancano senza pensarci troppo, permettendogli di penetrarmi più forte.
Lui porta quest'ultime sulle sue spalle, battendo ritmicamente nel mio corpo.
"Jonatan!" Urlo contorcendomi.
È quasi doloroso.
"Vieni per me Esme."
Il cuore pare sia sul punto di scoppiare.
Urlo travolta da piccoli spasmi mentre Jonatan riversa il suo sperma dentro di me e si accascia sul mio petto, stremato.

PHILOFOBIA.Where stories live. Discover now