Lo sbiadito

Fa male

La bontà è l'unico investimento

che non fallisce mai.

Henry David Thoreau

Zoe

«Che vuol dire?» chiesi sbigottita.

Quella data mi perseguitava e mi avvolgeva con il suo mistero.

Si divertiva a prendersi gioco di me.

Era lo stesso giorno dell'incendio della villa Thompson.

Che anche gli anni coincidessero?

«Ragazze dobbiamo andare via. Sento dei passi.» ci avvertì Vicky.

Tentai di prendere dalle mani di Mia la cartella ma lei me lo impedì.

«Che stai facendo? Non puoi portarlo via.» mi ringhiò contro.

«Ma dobbiamo prenderlo.» cercai di farla ragionare.
«Muovetevi.» disse impanicata Kyla.

Supplicai Mia con lo sguardo ma lei rimase impassibile.

«Uno fissato con l'ordine come lui credi che non si accorga che manca qualcosa nel suo studio?» e aveva ragione.

Sapevo che avesse ragione.
«Sì ma-» «Non c'è tempo.» mi parlò sopra e ripose al suo posto la cartellina.

Mi soffermai su di essa e cercai di memorizzare ogni singolo dettaglio.

Era rossa. Rossa come la speranza.

«Muoviti.» mi spronò Mia spingendomi.

Cercando di non fare troppo rumore, io e le ragazze iniziammo a correre.

Arrivammo in camera di Vicky con il fiatone, chiudendoci la porta alle spalle.

Ci guardammo a vicenda.

Improvvisamente scoppiammo a ridere.

Le nostre risate risuonarono per tutta la stanza.

Rimbombavano nelle mie orecchie ma erano queste il tipo di risate che volevo sognarmi la notte.

Con mia enorme sorpresa anche Mia rideva.

Cercava di trattenersi in tutti i modi ma risultava solo ancora più buffa.

Kyla si distese sul letto di Vicky poggiandosi una mano sul petto nel tentativo di placare le sue risate.

Vicky invece si era buttata per terra.

I miei occhi brillarono di gioia.

«Basta o mio padre ci scoprirà.» sussurrò divertita quest'ultima.

«È stato bellissimo. Sembravamo spie segrete. Ho sentito l'adrenalina alle stelle.» commentò Kyla mettendosi seduta.

«Forse sarebbero state più abili rispetto a noi.» ci fece notare Mia.

Tornò la serietà.