Sfumature

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L'arte di vincere

la si impara nella sconfitta.

Simon Bolivar

Zoe

Avevo un po' di timore a lasciare da soli Caym e Liam.

Non avevo idea di che cosa avrebbero combinato.

Ma mi arresi all'idea che ci avrebbe pensato Caym in ogni caso.

Quando tornai nella sala principale tutti mi fissarono con gli occhi fuori dalle orbite.

Io che volevo essere invisibile.

Forse nel mio spostamento d'aria avevo fatto troppo fruscio.

Forse avevano percepito l'esistenza di uragani più piccoli.

Forse non sarei stata più così invisibile.

«Quindi... tu e Caym...» lasciò il discorso in sospeso Noah.

Trasalii.

Non avevamo ancora ben chiarito quel punto in realtà.

Effettivamente non sapevo cosa volesse davvero.

Ti amo.

Ma non sapevo se me l'avesse detto preso dall'euforia del momento.

«No... cioè, in realtà...» balbettai.

Sentii Vicky sospirare.

Non capivo ancora perché non accettasse del tutto che stessi vicina a suo fratello.

«Io direi di discutere su chi dovrà andare a fare quell'incontro, quando saremo al completo.» propose Dylan.

Tutti annuimmo e si innalzò un chiacchiericcio generale.

Io avevo bisogno di aria, perciò, uscii e mi misi seduta su un muretto.

Alzai lo sguardo al cielo e vidi gli uccelli volare felici.

Mi sarebbe veramente piaciuto volare.

Era una sensazione di libertà ineguagliabile.

Probabilmente avrei potuto sentire appieno l'aria nei polmoni.

Nel cielo tutti erano uguali.

Non c'erano distinzioni.

Ma tutti volavano e potevano farlo tutti.

Nessuno ti guardava male se lo incrociavi.

Dovevi solo possedere delle ali.

Come gli uccelli.

«E così te l'ha detto?» una voce mi fece sussultare.

Mia si mise seduta poco distante da me e rimasi ad osservarla di profilo.

«Detto cosa?» riuscii a dire. «Ha tante sfumature il cielo, vero?»
Che c'entrava? Non capivo.
«Certo. Il celeste è mille sfumature diverse.» risposi.

Lo sbiaditoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora