Capitolo Ventottesimo

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Alle tre in punto del giorno successivo io e mio cugino siamo di fronte alla sede della Sony Music. È un palazzo imponente ed alto, di un normale colore grigio. L’unico dettaglio che salta subito agli occhi è un piano completamente circondato da vetro.

“Uh, quindi è un artista” commenta Mattia. Laura gli ha raccontato del nostro litigio e delle motivazioni che ci hanno portato a litigare, e mio cugino sembra non veder l’ora di sapere chi è ‘il mio ragazzo segreto’.

“Sii professionale” gli ordino mentre entriamo nell’edificio attraverso l’ampia porta a vetri. Le mie converse calpestano un morbido tappeto verde e, guardando il lusso della hall, mi pento di essere vestita in un modo così informale.

“Lascia fare a me” afferma mio cugino con uno sguardo di superiorità, poi si avvicina alla reception e sorride alla donna mora che vi sta dietro. “Salve, lei è Monica Cerlito ed io sono il suo legale. Siamo qui per un incontro con i rappresentanti degli One Direction. Credo che ci stiano aspettando.”

Dice tutto in un modo tanto affabile che la donna per un attimo ne resta talmente colpita da non muovere un muscolo. Se non fosse più grande di mio cugino di una ventina di anni, direi che Mattia ha appena fatto colpo.

“Sì” sussurra la donna. Poi si schiarisce la voce e recupera il suo tono professionale: “Ma certo. I signori sono saliti poco fa, vi aspettano...” controlla velocemente un elenco “...nella stanza 158 del secondo piano.”

“Perfetto. Grazie mille” risponde Mattia aggiustandosi la cravatta, poi si allontana dalla reception e si dirige verso gli ascensori. Io mi limito ad incespicare dietro di lui.

In ascensore, che ha tre lati su quattro coperti di specchi, non posso far a meno di notare quanto Mattia sia terribilmente elegante e professionale mentre io sembro scialba e trasandata. Forse avrei dovuto legare i capelli.

Arrivati al nostro piano, troviamo subito la stanza 158. Bussiamo – o meglio, Mattia bussa – alla porta, e ci viene detto un educato “Avanti”. Entriamo.

La prima cosa che noto della stanza è la grande vetrata che occupa la parete esterna. La stanza è grande ed è molto luminosa, ma non mi soffermo molto sull’arredamento.

Mi soffermo invece sulle due persone che siedono dietro la scrivania, Paul Higgings ed un uomo che immagino sia l’avvocato degli One Direction, e la singola persona che occupa una delle tre sedie davanti la scrivania: Harry.

“Buon pomeriggio” saluto, sedendomi davanti alla scrivania insieme a mio cugino. Io prendo il posto accanto ad Harry, che mi poggia una mano sulla coscia e mi sorride, incoraggiante.

Sono costretta a stringere la mano di Paul e dell’avvocato, che afferma di chiamarsi Mr Jicklon. Poi Harry comincia ad accarezzarmi il ginocchio con il pollice, in un movimento rotatorio, ed io mi isolo dalla realtà.

Riesco a pensare solo ai piccoli brividi che mi produce, e passo il tempo ad ammirare Harry mentre alle orecchie mi giunge un mormorio distante.

“Monica?” mi chiede mio cugino scuotendomi un braccio, e mi riporta brutalmente alla realtà.

“Mhm?” mormoro, riscuotendomi.

“Per me è tutto okay, ma dovresti leggerlo anche tu” dichiara Mat porgendomi il contratto. Non sono nemmeno stata attenta a ciò che hanno detto prima Paul e Mr Jicklon, cazzo.

Harry mi fa il favore di interrompere il movimento sulla mia coscia ed io leggo velocemente il contratto. Sono una serie di divieti e di cose che posso o devo fare, tutte riguardanti la sicurezza della band.

“Ho solo una questione da porvi” annuncio quando finisco di leggere. Alzo gli occhi dal contratto e fisso quelli di Paul.

“Stando a questo contratto, io posso presentare Harry alla mia migliore amica?” chiedo, guardando poi Mr Jicklon nei suoi piccoli occhietti celesti.

Goodbye Lullaby || Harry Styles [TERMINATA] Where stories live. Discover now