Capitolo Quarantacinquesimo

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Tutto sembra andare bene, fino a venerdì mattina. Jeremy Sparks viene a trovarmi in ufficio, giusto per rinnovare le minacce e darmi istruzioni sulla festa di stasera. Lo odio.

La sera, invento una scusa ad Harry per non vederci, e mi piange il cuore a mentirgli. Ma devo farlo, perché so che, se lo sapesse, si arrabbierebbe molto.

Verso sera, dico a Laura e ad Andrea che vado ad una festa con Harry (non posso usare la stessa scusa che ho detto ad Harry, o non avrei motivo di vestirmi in modo elegante), poi metto il mio vestito migliore e mi dirigo in auto verso l'indirizzo che mi ha dato Sparks.

Appena arrivo nei dintorni (un malfamato quartiere in periferia) sento la musica a tutto volume. Passo davanti al loft dove si tiene la festa e vado avanti per altri due isolati, poi parcheggio. Se mi ricordo bene ciò che Sparks ha detto, un suo uomo è qui ad aspettarmi.

Ed infatti un ragazzo si sta incamminando verso di me. Ha i capelli castano chiari ed ha la mia stessa altezza: è quindi un ragazzo bassino. Ha però in viso lo stesso sorriso sfrontato di Sparks.

"Tu devi essere Monica" dice quando è abbastanza vicino. Fa vagare il suo sguardo lungo il mio corpo. "Non male. Io sono James."

"'Non male' lo dici a tua sorella. E non guardarmi in quel modo" ribatto.

"Uhuh, la ragazza si ribella" mi deride James. Sbuffo.

"Senti, sono qui solo perché Sparks mi sta ricattando. Quindi chiudi il becco e facciamo quello per cui siamo venuti" affermo seccamente, poi senza aspettarlo mi dirigo verso la festa.

"Ehi, tipa, aspetta!" mi urla dietro James, rincorrendomi. Quando mi raggiunge mi mette un braccio sui fianchi e mi attira a lui, cosa che mi infastidisce molto. Quanto vorrei essere con Harry in questo momento.

Mi libero bruscamente dalla sua presa, e questo lo fa scattare: "Dobbiamo sembrare una coppia, lurida puttana, quindi calmati e sta al gioco" sbotta, e mi riprende i fianchi aggressivamente.

Chiudo gli occhi e mi trattengo dallo sputargli in un occhio o dargli uno schiaffo. Non servirebbe a nulla. Apro gli occhi e sfoggio un sorriso finto, mentre ci avviciniamo sempre di più.

"Okay, qual è il piano?" chiedo a denti stretti.

"Per ora, essendo l'inizio della festa, ci interessa vendere droga a chi entra. Ci metteremo accanto all'entrata e ci comporteremo come una coppietta appartata. Chi vuole della droga mi riconoscerà" e si indica una manica del giubbotto, su cui vi è impresso uno stemma che non ho mai visto prima.

"Cosa intendi esattamente per 'comportarsi come una coppietta appartata'?" chiedo. Devo alzare parecchio la voce perché siamo ormai davanti l'edificio e la musica che ne fuoriesce copre tutto il resto.

"Questo" risponde, e si getta su di me facendomi sbattere la schiena contro il muro. Inizia a baciarmi con foga mentre le sue mani mi tengono ferme le braccia, per bloccare ogni mio tentativo di ribellione.

Ho la sua lurida lingua in gola e, per quanto io provi ad agitarmi, lui riesce a tenermi ferma. Sono in panico. Poi mi viene in mente un'idea, e gli mordo fortemente la lingua.

Si stacca da me soffocando un gemito di dolore, e si porta una mano alla bocca, liberandomi dalla sua presa. Ne approfitto per cercare di scappare, ma riesce a riprendersi in fretta e mi blocca contro la parete con il suo corpo.

"Dove credi di andare?" ringhia, furioso. Il mio sguardo allarmato va oltre la sua spalla, verso tutte le persone che in questo momento stanno entrando nell'edificio e passano vicino a noi, ma nessuno sembra accorgersi di nulla.

"Ora mi ascolti, troia. Tu farai quello che dico io, e basta. O andrò a riferirlo a Jeremy, dopo averti picchiato, e ti assicuro che non verrà da te a consolarti" mi avverte, avvicinando pericolosamente il viso al mio. Ha la faccia rossa, contratta dalla rabbia. "Okay?"

Goodbye Lullaby || Harry Styles [TERMINATA] Where stories live. Discover now