Haitani Lemon

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Richiesta di la_ragazza_di_toga__
Scusa la lunghizziama attesa! Buona lettura spero ti piaccia!

Ran Haitani x ReaderFem x Rindo Haitani
Genere:Lemon

Fato

T/N POV
La prima volta che avevo visto Ran e Rindo non potevo sapere che sarebbero stati una parte integrante della mia vita, o almeno non con così tanta intensità. Certo non erano due elementi che passavano esattamente inosservati ma non potevo nemmeno dire che erano le prime persone che avevo visto in quel via vai. Non bado molto alle persone che ho attorno, non le trovo interessanti e di certo non sono una persona eccessivamente incline alla parola. Quindi il mio primo incontro con loro era stato totalmente un caso, un gioco di fortuna che non avevo scelto io. Erano passati anni da quel giorno, eppure ancora mi affascinava come il destino ci avesse per sempre uniti insieme come un puzzle, noi combacevamo. C'erano milioni di possibilità nella vita ma come per ogni pezzo noi eravamo perfetti solo se inseriti in quella determina combinazione. Solo così potevamo dare forma a un'immagine, però come ogni puzzle complicato bisognava passare tempo ad osservare ogni tassello per vedere se può incastrarsi con un altro. Ma per noi era stato diverso. Era come se i nostri tasselli si fossero scontrati a causa di un calcio da parte del bambino ormai stufo che stava cercando di ricreare la figura sopra la scatola. Insomma puro caso. Potevo passare due passi più in là, un passo più in là, un secondo prima o uno dopo e non ci saremmo mai scontrati, non saremmo mai stati noi. Ora eravamo come una colla, i nostri tasselli si erano uniti insieme grazie a un nodo ben stretto che era difficile da sciogliere. Eppure la casualità di quel momento mi aveva sempre turbato, se avessimo rallentato i nostri passi o per un altro fatto futile, sarebbe cambiata quella che ora era la nostra vita. L'unica cosa che potevo fare per cercare di allontanare quella sensazione allo stomaco era legarmi ancora di più a loro. Baciarli, abbracciarli, amarli qualsiasi cosa andava bene. Appoggiai con delicatezza le mani sopra il petto di Ran, lasciai scivolare i fianchi sopra di lui per poi buttare la testa all'indietro e godermi a pieno delle sensazioni appaganti. Non era nemmeno entrato e già mi ritrovavo in uno stato pietoso. Rindo era appoggiato con premura alle mie spalle come a voler aspettare un mio movimento d'assenso. I loro profumi si mescolavano nell'ambiente circostante per poi unirsi al mio, il caldo in quella stanza pareva riflettere le temperature esterne di quella primavera iniziata prima del previsto. La luce che filtrava dalla finestra era poco invasiva. Amavo legarmi a loro, era un modo per consolidare il nostro strambo amore incasinato. Le loro mani suo mio corpo e le mie mani che vagavano sui loro come a volerne memorizzare ogni tratto. Abbassai con lentezza i fianchi sopra alla virilità di Ran per poi tremare in modo miserabile. Non era come immaginavo, la relazione con loro era un insieme di sfumature diverse, come vedere un tramonto e un'alba assieme. Era un ossimoro, l'inizio e la fine in continuazione come se ogni secondo poteva distruggerci o crearci. Era il bambino che paziente finiva il puzzle o che innervosito lo disfava. Così come sempre non potevo non affidarmi al Fato bendato, la nostra relazione era nelle sue mani. Governata da lui in modo così naturale che ero consapevole di non aver possibilità di scelta. Sapevo che saremmo finiti all'inferno per il nostro amore, perché era così saturo di emozioni di ogni genere che faceva invidia agli idee e a dio. Così ci saremmo ritrovati in un girone dell'inferno a causa del Fato, quel Fato che tanto amavo e che tanto temevo. Il membro di Rindo si era fatto spazio nel mio corpo mentre quello del maggiore dei fratelli Haitani era già arrivato alla bocca del mio stomaco facendomi piegare all'indietro. Annaspai a vuoto per poi piantare le unghie nella pelle di Ran lasciando incise delle mezzelune rosse. Rindo aveva preso a lasciare una scia di baci umidi sulla mia spalla. Alzai lentamente i fianchi facendo leva sui talloni per poi ricadere stanca sopra ai loro bacini. Detestavo il modo in cui mi mettevano in ridicolo, eppure l'imbarazzo si mischiava con mille altre sensazioni che creavano un subbuglio di emozioni. Le mani di Ran si erano aggrappate con forza alle mie cosce. Miagolai per poi appoggiare la testa sul petto di Rindo lasciando che il suo respiro irrequieto muovesse il mio corpo. La carne era calda e il sangue pulsava irrequieto come se avesse la necessità di pompare più globuli rossi nelle mie vene. I miei denti erano saldamente affondati nel mio labbro inferiore torturandolo. Le loro mani che vagavano incontrollate sul mio corpo erano come delle giunzioni. Le trecce di Ran erano quasi del tutto sciolte e alcune ciocche ribelli si infrangevano con le coperte. Gemetti apertamente mentre le mani di Rindo avevano accarezzato i miei boccioli. Il sudore che appiccicava i nostri corpi pareva essere colla mentre il cozzare dei nostri bacini aveva preso a rimbombare nella stanza.
Ran:"T/N muoviti"
Non avevo scampo da loro, come se ogni spiraglio per scappare si fosse chiuso per sempre ormai da tempo.
Rindo:"Ah dio T/N"
Incominciai a muovere il bacino sopra di loro per poi mugugnare stanca. Il calore che si espandeva alla bocca del mio stomaco e la sensazione di essere legata a loro ancora di più erano come un vizio. La mia pelle era cosparsa di una leggera pelle d'oca tanto che al tatto riuscivo a percepire una sensazione quasi di solletico. Le loro labbra che baciavano il mio corpo erano ovunque come se ogni centimetro di me fosse stato loro. I polpastrelli che avevano accarezzato le mie curve e quei sorrisi complici che eravamo soliti regalarci. Il Fato ci aveva dato tutto. Il profumo di Rindo si era insinuato furtivo nei miei polmoni consumandoli come la cera di una candela accesa. La miccia che si era accesa al nostro primo incontro non aveva mai smesso di ardere. Un verso strozzato mi era morto sulle corde vocali, appena Ran aveva alzato il busto facendo scontrare le nostre fronti. Era un modo per staccarsi da quel momento travolgente per ricordare il mondo esterno le altre combinazioni del puzzle.
Ran:"Ti amo"
Accarezzai la sua guancia con la punta delle dita, il suo viso era leggermente arrossato mentre la sua resistenza era messa a dura prova. Rindo d'altro canto si era abbandonato stanco sulle mie spalle accompagnando i miei movimenti che i suoi palmi caldi. Il sentimento che spingeva il mio corpo a muoversi ancora era come una spinta nella spina dorsale. Il puzzle che stavamo costruendo era uno di quelli più svariati e complicati che esistevano ogni qualvolta cambiava qualcosa, si aggiungevano nuove figure ma noi rimanevamo insieme uniti. Sentivo il mio interno caldo pulsare mentre i nostri movimenti si facevano più scoordinati. Alcuni ringhi avevano lasciato la loro gola mischiandosi ai miei gemiti, amavo tutto di quel momento, era un modo che ci univa in modo estremamente intimo, le mani di Ran erano immerse nei miei capelli per poi spettinarmeli, Rindo aveva affondato i suoi canini nella mia carne mentre i marchi che ci eravamo lasciati durante il nostro amore trasparivano come olio su tela. Avevamo raggiunto il nostro climax assieme unendo le nostre labbra assieme per cercare di soffocare i nostri lamenti di passione.Appoggiai stanca la testa sulla spalla di Ran mentre Rindo aveva posato il naso tra i miei capelli respirando in modo affannato per provare a prendere più ossigeno possibile. Accarezzai con delicatezza i loro corpi caldi per poi scoppiare in una fragorosa risata, per fortuna esisteva il Fato.

Parole: 1287

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