Capitolo 3.

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La serata poteva ritenersi finalmente iniziata.
La cena venne servita dai camerieri con le giuste pause tra una portata e l'altra. I ragazzi potevano ritenersi soddisfatti, sia per il servizio offerto che per l'ottimità delle portate.
Alla fine venne servito il dolce e abbinato ad esso, uno champagne per festeggiare la nuova arrivata, che sembrava essere felice e a suo agio.
Aveva mostrato un bel sorriso e un'ottima cordialità: oltre al suo fascino aveva come dote pure la buona educazione e il rispetto verso gli altri.

Quella sera, al centro dell'attenzione di tutti c'era Aria, che si sentiva anche un pò imbarazzata in verità. Non era abituata alle molteplici domande e sorrisi che i ragazzi le offrivano. Cercava di rispondere a tutte le domande senza sembrare scortese e sempre disposta a dire la verità e la sua opinione.

Anche se li conosceva da poco riteneva tutti degli ottimi ragazzi e aveva notato anche come Julie fosse l'unica a non averle ancora chiesto nulla, come aveva notato, del resto, il suo sguardo verso di lei, diverso da quello degli altri. Aveva una certa curiosità di farla parlare e sciogliere, notava quanto fosse tesa e si chiedeva se lo fosse sempre, ad ogni uscita, o se lo fosse per colpa sua. Questo pensiero le piaceva, doveva ammetterlo.

«Dicevamo quindi, che la più forte tra tutti noi è Julie» disse Mirko sinceramente e guardando poi Julie che, di canto suo, lo stava fulminando con lo sguardo. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione, ne tantomeno essere elogiata in quel modo dai suoi ormai amici.
Era inevitabile che quella fosse la verità e la realtà, Julie non poteva di certo negarla, ma pensava che tutti gli altri avessero quel qualcosa di speciale che li distingueva ognuno dall'altro. Julie sospirò.
«Potrebbe essere pure così, ma ognuno di voi ha quel qualcosa di speciale che vi distingue dall'altro. Non c'è bisogno di elogiarmi in questo modo» disse guardando tutti che poi sorrisero sorpresi dalla frase della più piccola.

Erano seduti a cerchio, divisi in due divani e due poltrone, cosicché potessero guardarsi a vicenda, senza esclusione di nessuno.
«Non sappiamo però Aria come sia nel combattimento, sono curiosa di sapere chi sia la più forte tra le due» come al suo solito Mavis colse l'occasione per far confrontare la forza delle due. Amava i confronti, soprattutto se c'erano di mezzo gli altri e non lei, era una perfetta spettatrice.
«Non voglio combattere contro di lei, e neanche voglio fare sul serio. Non l'ho mai fatto con nessuno di voi e di certo non lo farò con lei»
«A me piacerebbe combattere contro di te, sono curiosa di tastare la tua forza, e soprattutto mi piacerebbe vedere quanta forza tu possegga» disse Aria sorridendo, con un'aria di sfida. Stava chiaramente sfidando Julie, ma in positivo. Voleva davvero vedere quanta forza avesse la piccola.
«In realtà non ho mai avuto bisogno di fare sul serio e spero che non ci sarà mai l'occasione. Un pò mi spaventa superare il limite, con forza e poteri che non ho mai nè visto nè controllato» Jennifer le mise una mano sulla sua, per farle capire che non dovesse sentirsi costretta a fare ciò che non voleva.
«Potrebbe essere pericoloso. Nessuno di noi sa per certo cosa potrebbe accadere se Julie superasse quel limite da lei imposto, potrebbe non riuscire a controllarsi» disse Jennifer seriamente. Aveva paura che se Julie avesse superato quel limite, si sarebbe potuta trovare in pericolo. Non lo avrebbe mai permesso.
Gli altri si guardarono tra loro ammettendo poi che Jennifer avesse ragione, in realtà.

«Non per forza devi fare sul serio. Facciamo venire con noi Aria agli allenamenti, almeno sapremo quale potere abbia e il suo minimo di forza» disse Gabriel.
«Si esatto, perché alla fine nessuno di noi fa mai sul serio, anche se noi al contrario di Julie, sappiamo la nostra forza e dove possiamo arrivare» ammise Jerome dove poi Aria annuì: le sarebbe piaciuto allenarsi con loro, soprattutto con la lupa.

I ragazzi tra bevande alcoliche e stuzzichini passarono la notte a parlare di cosa fossero capaci con i loro poteri, dei loro hobby e degli studi fatti, i quali erano diversi tra tutti loro. Se solo non avessero avuto impegni, sarebbero rimasti volentieri insieme a parlare del più e del meno, ma il dovere li chiamava. Quindi uno ad uno ritornarono a casa. Serena accompagnò Mavis al suo palazzo e Gabriel fece lo stesso con Jerome. Mirko invece fu il primo a ritornarsene a casa, non gli piaceva molto fare nottata.
Rimasero così Julie, Jennifer e Aria, che intrapresero il viaggio di ritorno insieme, al palazzo dei lupi. Jennifer entrò lasciando sole le due ragazze.

«Non vedo l'ora di allenarmi insieme a te, quegli elogi mi hanno incuriosita» disse Aria avvicinandosi a Julie, erano una di fronte all'altra, davanti al palazzo.
«Non dovresti credere proprio a tutto ciò che dicono, molto spesso esagerano» indietreggiò per la vicinanza, di cui Aria sorrise soddisfatta.
«Sei sempre così tesa?» la provocò Aria, voleva risolvere il suo dubbio, quindi decise di provocarla leggermente.
«No, avrò bevuto più del dovuto» si giustificò Julie.
«A me sembra invece che tra le due, quella ad aver bevuto di più sono io. Sii sincera, ho notato sin dal mio ingresso la tua tensione» la punzecchiò.
«Semplicemente non mi aspettavo avessi gli occhi di ghiaccio, sono molto belli» sorrise Aria dall'improvvisa sincerità.
«Beh ti ringrazio, ma penso che non sia questo il motivo della tua tensione. Sta tranquilla, tanto lo scoprirò. Ci vediamo presto, spero» disse sussurrandole all'orecchio. Julie non aveva nemmeno visto che si fosse avvicinata di tanto. Come aveva fatto?

Julie restò a guardare Aria che si allontanava, diretta al portale per andare al suo palazzo.
'Perché ero così tesa? Me lo sto chiedendo pure io' pensò Julie mentre entrava nel palazzo, per poi andare in camera sua.
Si tolse i vestiti e si mise una maglietta e dei pantaloncini, che di solito usava come pigiama. Non ebbe nemmeno tempo di sedersi sul letto che qualcuno bussò alla porta. Era Jennifer.

Entrò in camera e guardò Julie sorridendo.
«Perchè sorridi?» le chiese curiosa la piccola.
«Avevo detto che avresti fatto colpo su qualcuno, ma non immaginavo invece che qualcuno avrebbe fatto colpo su di te» la piccola arrossì all'istante.
«Ma cosa dici?»
«Eri persa quando è entrata. Ti piace, non è vero?» disse sogghignando Jennifer.
«Ti sbagli, non mi piace. Ora per favore, potresti lasciarmi dormire? Domani devo alzarmi presto, c'è il Consiglio» Jennifer annuì e le augurò la buona notte, giurando che avrebbero ripreso il discorso il giorno dopo.

Si sedette sul letto e pensò alle parole di Jennifer.
Che le piacesse davvero Aria? No, non era possibile. Decise di smettere di pensare alla vampira per rilassarsi e addormentarsi.
Ma quella notte c'era qualcuno che tormentava i sogni della piccola, quel qualcuno, aveva gli occhi di ghiaccio...

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