Epilogo

590 22 4
                                    

Quasi tre anni sono passati dal risveglio di Anaëlle in ospedale.
Un anno di lotta con sé stessa, tra crisi di pianto e il terrore di poter cadere in basso, toccare il fondo come prima. Paura di sentire in lei quella sensazione di una stanza che si rimpicciolisce, soffocandola, e lei senza via d'uscita, con la voglia di urlare, ma senza la forza di farlo. Paura di depersonalizzarsi e perdersi, non riconoscere la realtà e cadere nel vortice dell'ansia e del panico e sentire tutto caderle addosso e ritrovare la vecchia sé che le sussurra di fare quello che non dovrebbe fare.
Un altro anno, poi, per stringere i denti, fidarsi di sé stessa e mettere in atto ciò che ha imparato durante il suo percorso terapeutico: respira e affronta le tue paure, perché non sei sola e sei amata e hai imparato ad amarti.

«A cosa pensi?» la risveglia Camila dai suoi profondi pensieri
Distoglie lo sguardo dalla sua immagine riflessa allo specchio e si volta verso le sue madri, le zie, la sorellina sul seggiolone e abbozza un sorriso.
«Tra qualche ora mi laureo e sono davvero contenta. La mia laurea... se sono qui, vuol dire che ce l'ho fatta, che ho vinto io e sono, per la prima volta, fottutamente fiera di me! E nessuno, ma nessuno, potrà mai comprendere questo orgoglio. Ce l'ho fatta, nonostante qualche volta mi ritrovo a fare i conti con i miei pensieri più profondi che mi incutono terrore, sono in piedi e con una grandissima voglia di vivere!»
Chiude gli occhi ed emette un suono simile ad una risata. Fa un respiro profondo e continua a sorridere.
«E voglio ringraziare tutte voi, per essermi stata vicina, ma avermi anche permesso di sbagliare ancora, perché io lo so che siete a conoscenza delle cazzate che ho fatto nei mesi scorsi, eppure mi avete dato modo di sbagliare e rimettermi in riga sola e capire, questa volta da persona adulta, quanto ho rischiato. E vi ringrazio ancora per avermi dato modo di affrontare da sola il mio dolore, stando al buio nella stanza, passando le giornate a piangere, e nessuna è venuta da me ad aiutarmi, perché dovevo aiutarmi sola nelle varie delusioni, col cuore spezzato, ed è stato lì che ho capito, ho sentito, di poter essere viva e di saper affrontare tutto a testa alta, quando ho visto che non avevo paura di me e che stavo iniziando ad amarmi»
Un altro respiro profondo, questa volta  però il sorriso scompare. L'espressione si fa più seria, assuma una postura rigida e torna a specchiarsi, sistemandosi il tailleur.
«Non ringraziare noi, ringrazia te stessa!» si avvicina Sofia, sistemandole i lunghi capelli dietro l'orecchio «Perché sei stata tu, quando ti sei sentita pronta, ad iniziare un percorso, a prendere la tua vita in mano, a iniziare l'università e dimostrare a te stessa delle tue grandi capacità. Iniziare una vera vita sociale, trovare il tuo posto, la tua dimensione in ciò che hai sempre amato e ne hai fatto il tuo posto sicuro, il tuo rifugio. Tutto questo è frutto del tuo bellissimo cammino e del tuo percorso e noi siamo tremendamente fiere di te, tutte noi»

Manca poco alla laurea di Anaëlle, si stanno preparando per andare all'università dove lei discuterà la tesi di laurea e verrà proclamata dottoressa in lingue e letterature straniere.
Parigi è sempre stato il sogno di Lauren e Camila, ma non il suo. Ha preferito studiare a Cuba, ospitata da Taylor e Sofia, studiando parte delle sue origini, lo spagnolo, e il suo amato francese. Ma per quanto possa amare quella lingua, ha capito che il suo posto era altrove e in questo "altrove", ha scoperto tanti lati di sé, ha scoperto grandi passioni, ha trovato veri amici, ha trovato tanti amori, molti andati male, ma che l'hanno fatta crescere.
Ha trovato la sua casa, in senso spirituale. Il posto in cui si sente bene e si sente viva, nei sorrisi delle persone che le vogliono bene e l'hanno sostenuta dal primo istante, e nell'amore che mette nelle cose che fa.

«Sei sicura che non vuoi venire con noi?»
«No, mamma» si rivolge a Lauren «Passano le mie amiche a prendermi»
Ha messo un muro tra lei e la famiglia, nel senso che ha imparato a chiedere privacy ed esporsi di meno. Ci sono cose, momenti in cui preferisce tenere fuori la famiglia e dentro gli amici, sfogarsi con loro, distrarsi con loro e fare la scema con loro. E in questo momento Anaëlle è tesa, molto tesa. Non è ansia, è emozione e per questo motivo preferisce andare all'università con i suoi amici e non con la famiglia, che arriverà in un secondo momento.

****

«Signorina Anaëlle Jauregui Cabello»
Il presidente della commissione chiama la candidata, si avvicina con la tesi in mano e prende posto di fronte i docenti, dando le spalle ai presenti.
«Prima di iniziare il mio discorso, vorrei dedicare questa tesi a Lauren Jauregui, la quale è stata più di una professoressa di francese, è stata una guida per tutto il mio cammino di crescita»
La tesi è in letteratura francese e mentre esprime quelle parole, e per tutto il discorso, Lauren l'ascolta col cuore in gola e la guarda con grande orgoglio. Ascolta la sua pronuncia impeccabile e nel mentre le sembra di rivedere, al fianco di quella giovane donna, che è sua figlia, la ragazzina che prima era e che faceva bravate e la faceva disperare e che ne ha combinate di tutti i colori.
Rivede quella ragazzina con i capelli rasati, il suo sguardo vuoto e spento, il male che si faceva e il dolore che la sua famiglia le ha causato dandola in adozione.
Ora invece c'è una giovane donna con i lunghi capelli corvini e un tailleur bianco, che parla con una grande scioltezza e chiarezza della sua tesi di laurea. Anaëlle trasuda passione, determinazione e fierezza.

Finito il discorso torna al suo posto, Lauren l'ammira mentre sale i gradini con i tacchi alti e sorride incrociando il suo sguardo, si legge l'orgoglio e la felicità. E il suo meraviglioso sorriso non è da meno.
Passano pochi minuti prima della proclamazione. Quando arriva il momento di Anaëlle, le madri si tengono per mano, così come le zie.
«In virtù dei poteri a me conferiti, proclamo la signorina Anaëlle Jauregui Cabello dottoressa in lingue e letterature straniere, con votazione 110 su 110 e la lode»
Un grandissimo applauso riempie l'aula. La neo dottoressa ringrazia i docenti e si volta verso la famiglia, si è commossa. Sta piangendo. Non vede l'ora di uscire da quell'aula, indossare la corona d'alloro e stappare per questo suo grande traguardo col massimo dei voti.

****

Fuori ci sono uno dei suoi più cari amici, la sua ex fidanzata, la ragazza di cui è perdutamente innamorata, ma che purtroppo non ricambia, e altre persone, insieme alla sua famiglia. Tutti lì per lei, a congratularsi e farle sentire il loro affetto.
La ragazza di cui è innamorata le mette sulla testa la corona d'alloro, poi l'abbraccia forte e le regala un grandissimo sorriso e Anaëlle non può fare altro che ringraziarla.
Ma prima di stappare e abbracciare tutti, si avvicina a Lauren e prende la sua mano.
«Sei stata la mia roccia quando non c'era nessuno ed ero sola, la prima a cui è importato di me e ci sei stata, sempre. Non hai idea di quanto io ti possa amare e quante infinite volte vorrei dirti grazie, perché è soprattutto grazie a te se oggi sono qui e ho trovato questa strada, la mia strada»
Lauren non esita un secondo nell'abbracciarla e sussurrarle qualcosa all'orecchio.
«Ti amo, bambina mia, e sono fiera di te e della donna che sei»

Fine.
Dopo quasi tre anni ho finalmente scritto l'epilogo.
Spero sia di vostro gradimento e che qualcuno ancora si ricorda di Anaëlle e di quante ne ha combinate.

Brainiac ||CAMREN||Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt