Capitolo 19- L'inizio Di Un Nuovo Anno

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Quando Sangio la vede crollare, in lacrime, un sordo dolore gli opprime il petto. E' così fragile che vorrebbe solo rassicurarla, ma sa che non sarebbe la scelta giusta. L'aveva capito che ci fosse qualcosa che la turbasse, quel mal di testa forte ed improvviso altro non era che un segnale di allarme del suo corpo che le diceva che forse non era così certa della strada che stava per intraprendere e lui deve sforzarsi di restare lucido per entrambi.

L'accoglie fra le sue braccia e mentre lei singhiozza sul suo petto si sforza di non lasciarsi trascinare in quella tristezza, perché sarebbe facile dirle che anche lui non vuole starle lontano, ma sa che lei deve decidere con quella lucidità che ora non sente.

Aspetta che il suo pianto si calmi, per prenderle il viso fra le mani.

"Non dobbiamo parlarne per forza ora. Riflettici e cerca di capire cosa sto cercando di dirti. So che sei confusa e ti spaventa il futuro ma non ti devi far sopraffare solo dalle emozioni, da quello che pensi sia più importante ora, devi pensare a ciò che è meglio per te."

Giulia lo guarda con un'aria assente, ancora colma di tristezza e lui vorrebbe solo baciarla, ma si trattiene.

Dal piano di sotto giunge la voce di Pierluigi, annunciando il suo ritorno.

"È arrivato papà, vieni giù che te lo presento?"

Giulia sembra ridestarsi da un brutto sogno e con un cenno della testa gli fa capire di essere d'accordo. Va in bagno a sciacquarsi il viso e tornata in camera si cambia, indossando una tuta comoda. Scendono al piano di sotto e ad accoglierli è l'allegria contagiosa di Pier.

"Tu devi essere Giulia, sei ancora più bella che nel video che abbiamo visto. Posso abbracciarti?"

Senza rispondergli Giulia si tuffa nelle sue braccia, lasciandosi avvolgere e tranquillizzare da quel contatto.

"Ti fermi con noi qualche giorno?"

"Si, questa sarebbe l'idea."

"Perfetto, più tardi vengono anche Andrea e la piccola Virginia, vedrai ti piaceranno molto."

Il resto del pomeriggio trascorre conversando con i genitori di Sangio e aiutando Lidia a preparare la cena. Non parlano molto i due ragazzi, il loro è un gioco di sguardi, si cercano con gli occhi più volte e spesso nello stesso istante. Giulia legge tranquillità nei suoi occhi, condizione che non riesce a condividere, perché dentro di lei si agita un mare in tempesta.

Perché ora sembra così placido, come se la discussione di quella mattina non l'avesse toccato più di tanto? Eppure era stato così duro con lei, nel comunicarle che era deluso dal suo comportamento.

Forse deluso non è la parola giusta, non sa neanche lei come definirlo, sa solo che non lo entusiasma la prospettiva che lei si trasferisca a Milano, almeno così le è parso. Non ha capito molto delle sue parole, le è bastato il suo sguardo per annientare tutte le sue certezze, lo stesso che ora le rivolge, ma completamente cambiato. Ora è sorridente e la avvolge con un calore che la lascia scossa.

Anche quando si trovano vicini  la sua mano le sfiora il fianco o le dita, in un tocco fugace ma che sembra voler stabilire quel contatto e quella vicinanza che le mancano.

C'è tanta confusione in lei, vorrebbe portargli rancore, in fondo è la sua vita e può decidere come vuole, non è costretta a condividere con lui, anche se in fondo quella decisione l'aveva presa fondamentalmente per preservare loro due, perché l'idea di perdere anche lui in questo momento la dilanierebbe.

Ma è proprio ciò che vuole?

Si domanda se non avesse perso sua nonna se ora non starebbe pensando in maniera differente, perché lavorare in quella compagnia a Barcellona è sempre stato un piccolo sogno fin da bambina.

IL GIARDINO DI LEDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora