Capitolo 36-Virginia

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Sento il tocco di due piccole mani sul viso; mi stringono le guance con decisione, probabilmente per svegliarmi, per poi passare a pizzicarmi il naso, strizzandolo con forza fra le dita.
Fingo di essere ancora addormentato anche se mi viene da ridere e cerco di trattenermi. Passa ad ispezionare le ciglia, cercando di sollevarmi una palpebra con le dita e a quel punto spalancò con forza gli occhi, facendola sobbalzare e ridere.

'Ti sembra il modo di svegliarmi, polpettina? "

Mette la mano sulla mia guancia, quasi a volersi scusare.

"Zio, non aprivi gli occhi, è tardi sai?"

Il tardi di Virginia significa che fuori c'è già il sole e quindi per lei è ora di alzarsi. Butto uno sguardo oltre la sua spalla e vedo che Giulia ancora dorme, raggomitolata su sé stessa con il pollice vicino alle labbra, in un'espressione tenerissima, se non ci fosse Virginia l'avrei già riempita di baci. Invece mi dedico a lei, la sollevo fra le braccia e la faccio salire sulle mie spalle, il suo gioco preferito.

"Ora andiamo a preparare la colazione per Zia Giulia."

Con Virginia aggrappata al mio viso, scendiamo in cucina dove mamma è già in postazione.

"Stamattina la colazione la preparo io, tu siediti tranquilla."

Mamma mi guarda, neanche troppo sorpresa.

"Allora ne approfitto per andare a caricare la lavatrice, ci vogliono proprio quelle due donne per farti combinare qualcosa."
Esce dalla stanza dopo avermi lanciato un'occhiata comprensiva, mentre faccio scendere Virginia dalle mie spalle e la faccio sedere vicino a me, sul piano della cucina.

" Fai attenzione polpettina a non cadere, mamma mi uccide se ti fai male."

'Io sono brava, non cado." Mi guarda con quell' aria seria e composta, che continuo a chiedermi da chi abbia preso.

Metto a scaldare il latte per Virginia, mentre preparo la moka con il caffè.

"Cosa vuoi con il latte, i biscotti o le fette con la Nutella?"

Lei dondola le gambe, che sporgono pericolosamente nel vuoto, e mi guarda pensierosa.

"Nutella!" Le brillano gli occhi ed io sorrido divertito per la sua golosità. Inizio a spalmare le fette biscottate per lei e Giulia, e preparo anche due bicchieri di succo di frutta. Metto l'acqua nel bollitore per il tè di mamma, ed aspetto che tutto sia pronto.

Virginia mi guarda seria, mentre preparo con cura tutto.

"Tu ami zia."
Lo dice così, con tutta l'innocenza di cui è capace, mentre mi giro verso di lei sorridendo.

"Mamma mi prepara sempre la colazione, perché mi ama, e tu ami zia Giulia."

Mi avvicino a lei, stringendole delicatamente il naso fra le dita.

"Amo anche questa piccola polpettina qui, che è una buona osservatrice."

Lei mi stringe il collo con le braccia, dandomi un bacio sulla guancia, poi allontana il viso da me, per guardarmi negli occhi.

"Anche io amo zio, non dirlo a zia Giulia però."

La prendo fra le braccia per farla scendere dalla cucina ed appoggiarla a terra.

"Non glielo diciamo, adesso aiutami a portarle la colazione."

Ho messo tutto su un vassoio, compresa la colazione per Virginia, e seguito da lei saliamo verso la mia camera.
Giulia ancora dorme beatamente, mi fermo un attimo ad osservarla, così bella nell'abbandono del sonno.

IL GIARDINO DI LEDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora