Capitolo 39 Il Giardino Di Leda

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Il sorriso di Giulia era li ad accoglierlo al suo arrivo a Barcellona, e dentro il loro abbraccio c'era tutta l'emozione di toccarsi nuovamente dopo quasi un mese, c'era l'attesa che li aveva tenuti avvinti senza lasciarsi mai la mano, c'era la voglia di aspettarsi e l'impazienza di volersi.
Tutto il loro mondo aveva ripreso a girare nel verso giusto ed ogni pezzo dell'incastro era tornato al proprio posto. Come quando si ritorna a respirare dopo aver trattenuto il fiato troppo a lungo.
Avevano passato i due giorni successivi senza allontanarsi l'uno dall'altro, come se avessero paura di potersi perdere se si fossero lasciati la mano, anche per pochi minuti. Avevano tanto da recuperare, pezzi di vita, esperienze, abbracci non dati, che sembrava che il giorno e la notte non bastassero per quello che avevano da darsi.
Man mano che il tempo scorreva ed un minimo di normalità tornava a governare le loro vite, anche l'ansia di perdersi andava diminuendo.
Sangio aveva preso un appartamento in affitto poco distante dalla casa di Giulia, ed era più il tempo che passavano li di quello che trascorrevano con la sua famiglia.
Sembrava strano svegliarsi la mattina e trovare gli occhi dell'altro che ti osservavano, o fare colazione insieme, o semplicemente trovare tracce dell'altra persona in giro per casa. Era qualcosa di semplice e nello stesso tempo meraviglioso, e Giulia non riusciva neanche ad arrabbiarsi se trovava qualche suo indumento nei posti più impensati, o i piatti sporchi nel lavello dalla sera prima; ne sorrideva e lo sgridava bonariamente, perché in fondo era il segnale che lui fosse nella sua vita e non poteva esserci niente di più bello.
Sangio non le aveva ancora detto del suo incontro con Giorgio, non voleva farla innervosire e preoccupare, ma era arrivato il tempo di metterla al corrente.
Aveva aspettato il momento che a lui sembrava giusto, erano sul terrazzo del loro appartamento, guardando le stelle abbracciati, in una calda serata di tarda primavera, facendo a gara a chi ne contasse di più.

"La sera prima di venire a Barcellona ho visto Giorgio."

La sente fremere sotto il suo abbraccio, come attraversata da un brivido freddo.

"In che senso l'hai visto? L'hai visto di sfuggita? Vi siete parlati?"

"Mi è venuto a cercare lui."

Giulia si scioglie dall'abbraccio per poterlo guardare negli occhi, anche nell'oscurità della sera può vedere quanto siano sinceri e comprensivi.

"Devi stare tranquilla, ha ancora la faccia tutta intera, se è questo che ti preoccupa."

Lei tuffa nuovamente il viso sul suo petto, stringendolo forte, come per ringraziarlo di aver mantenuto la calma.

"Se fosse stato per me l'avrei fatto a pezzettini, ma ho pensato al tuo bene e mi sono trattenuto. Non è stato facile, più parlava più pensavo a quanto sarebbe stato bene con un orecchio al posto del naso."

"Dai scemo, ti ringrazio per aver pensato a me."

Sangio fa scivolare le sue mani ad afferrarle il viso, per poter scrutare nel fondo delle sue iridi.

"Quello che ti dirò ora è esattamente quello che è successo e voglio che tu rifletta bene prima di prendere una decisione, io ci sarò qualsiasi strada tu decida di intraprendere. Voglio solo che tu possa dimenticare il prima possibile tutta questa storia e tornare ad avere fiducia nel prossimo."

Le racconta tutto quanto si sono detti, senza tralasciare niente, mentre lei lo ascolta in silenzio.
Resta senza parlare anche quando lui interrompe il suo racconto, per attendere una sua risposta.
Rimangono a lungo abbracciati in silenzio, sanno che serve del tempo per digerire quanto successo.
"Mi dispiace Sangio."
Ha interrotto il silenzio che li avvolgeva, senza sciogliersi da quell'abbraccio.

"E di cosa ti dispiace?"

"Di non poter perdonare, di non riuscire a lasciar scivolare via tutto. Non ce la faccio a ritirare la denuncia, non sarebbe giusto. Per quanto farà male e mi costringerà a fare i conti ancora con questa vicenda a lungo, non posso, lo devo a me stessa."

IL GIARDINO DI LEDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora