"Verità" {Capitolo 39}

6 0 0
                                    

Era arrivato il momento della verità. Quella che avevo dentro da così tanto tempo.
Dovevo fare luce,rischiarire questo cielo nuvoloso che avevo dentro di me.
Ed una delle nuvole più grosse era Nick, non ero pronta ad affrontarlo nonostante dentro me tutto urlasse il contrario.
Avrei voluto solo che tutto questo non portasse sofferenza, soprattutto da parte sua.
Io non so cosa stesse provando, non so cosa pensava, non so come stia adesso.
So solo che siamo qualcosa di incompiuto, qualcosa che anche se volesse non potrebbe finire, qualcosa che non porterebbe a nulla.
Siamo su due strade parallele, cerchiamo scorciatoie per collegarle ma non ci sarà mai nessuna piccola stradina che ci porterebbe l'uno accanto l'altro. Ci sarebbe sempre un muro tra di noi, seppur sottile, uno di quelli che si lascerebbe oltrepassare anche dai sussurri più piccoli ma non permetterebbe mai il tocco di due mani.
Ecco, ci immaginavo proprio così.

E più mi avvicinavo nel punto in cui ci eravamo dati appuntamento, più avevo una sorta di buco allo stomaco.
Era una sensazione stranissima. Come se mi sentissi pesante e dovessi svuotarmi da tutto.

Arrivai nell'esatto punto in cui quel giorno, quello strano giorno, Nick mi scrisse il suo numero sul braccio. Sembra passato così tanto tempo ed io guardandomi, mi sento così diversa.
Qualcosa mi aveva cambiato...o qualcuno.

Mi sedetti sul muretto che affacciava sulla mia città, che vista da quassù mi faceva sentire più accolta, forse perché ero parte di quel tutto o forse perché vedevo tutto più in ordine, tutto acquisiva maggior senso da quassù e quanto avrei voluto sedermi sul muretto al di sopra dei miei pensieri e osservarli, come faccio ora con questa meraviglia.

Mentre ero di spalle ancora ferma verso il panorama, sentii un profumo familiare che mi obbligò a voltarmi ed era proprio lui.
Aveva una polo celeste che gli risaltava il colore degli occhi e un jeans che gli cadeva morbido sulle gambe.

"Ehi.." si limitò a dire, passandosi una mano dietro la testa, come sempre quando è imbarazzato.
Si avvicinò alle mie labbra, forse per darmi un piccolo bacio ma d'istinto mi scostai e quel bacio che era riservato alle mia labbra, scoccò su una delle mie guance.

"Ciao...sono contenta tu sia venuto" risposi subito aggiungendo qualcosa che potesse rompere il ghiaccio e per far terminare quel momento imbarazzante.

"Anche io volevo parlarti, ed in realtà sarei partito per venire da te...avevo già preso i biglietti"

"Davvero? ... - annuì- Mi dispiace...-aggiunsi per poi continuare subito dopo- io volevo parlarti di una cosa che tengo dentro da un po' ..."

"No fede, vorrei iniziare io ... - disse subito come se si stesse liberando di un peso- non sai quante prove allo specchio ho fatto per cercare di sembrare il più sciolto è possibile...non lo sarò e non ci proverò nemmeno, sappilo... - prese un lungo respiro, come se dovesse correre i cento metri alle Olimpiadi della vita-  ...devi sapere che da quando non ci siamo più sentiti, non sai quante notti ho passato in bianco pensando quale fosse stato il mio errore o i miei errori nei tuoi confronti, non sai quanti messaggi scritti e poi cancellati ho provato ad inviarti, non c'è stato un giorno in cui non non ti abbia pensato e nonostante fossi arrabbiato, fossi deluso perché aspettavo che tu mi chiamassi, mi mandassi un messaggio, ancora oggi non riesco a fare a meno di te e so che se decidessi di finirla qui domani sarei di nuovo da te, sotto casa tua, come la prima volta.
Non ci riesco Federica.
Sei la prima persona che ha quest'effetto su di me.
E sono qui per dirti che ci ho pensato...io voglio viverti, voglio viverti avendoti accanto e non ad ore di distanza, perché è stato questo il problema, no?
Non posso chiudere qualcosa che non è mai iniziato.
Non ci siamo conosciuti abbastanza.
Rimarrei qui a Roma con te e... il Canada può anche aspettare, sempre se tu non vogl... insomma se noi non pensass..."

un solo respiro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora