🦀 Fotografia 🦀

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N4N4CUTIE

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N4N4CUTIE

[2022, Madrid]

«JORGE, HAI NASCOSTO TU I MIEI LIBRI?» urlò Nika al suo ragazzo, dopo un'ora di ricerche vane di due cose: "L'ultima notte della nostra vita" di Adam Silvera, il libro che stava leggendo, e il "libro" che si era praticamente creato mettendo insieme tutti i suoi appunti dell'università.

Il pilota Ducati era sul divano che stava giocando a Call of Duty e se la stava ridendo sotto i baffi. Sì, era stata chiaramente colpa sua.

La brasiliana gli si mise davanti allo schermo della TV con le braccia incrociate sotto al seno. «ti togli?» chiese in un modo parecchio gentile Jorge che rischiava di perdere, cosa che importava talmente tanto alla ragazza che non si sarebbe tolta di mezzo neanche se il suo fidanzato stesse giocando i mondiali di quel videogioco.

Cosciente del fatto che non sarebbe più riuscito a giocare in quelle condizioni, fermò la partita e degnò finalmente Nika di uno sguardo. «è stato faticoso» disse lei finalmente sedendosi sul divano e, prima che potesse riprendere il gioco, appropriandosi del joystick che aveva in mano il nostro Martin.

«non ti ridarò i tuoi libri...» «ho il potere di lasciarti per questo, lo sai?» disse alzando un sopracciglio al ragazzo, allo stesso tempo guardandolo molto male. Ovviamente finire le frasi era sempre impossibile per Jorge.

«fammi finire...non ti ridarò i tuoi libri, fino a quando tu non farai una cosa» era molto calmo il ragazzo in quel momento, tolta la prima frase detta alla ragazza, ma è abbastanza oggettivo il fatto che quando qualcuno sta giocando ai videogiochi devi lasciarlo stare, perché quell'individuo non è nel mondo reale.

«cosa devo fare?» chiese Nika con un'aria di sfida molto da film western, quando ci sono i due uomini, solitamente sceriffo e cattivo, che si puntano la pistola contro.

Jorge si alzò e andò dritto verso la stanza adibita a studio della sua ragazza. La brasiliana si stava alzando «NON TI AZZARDARE A VENIRE QUI!» disse poi lui facendosi capire. Si rimise comoda sul divano, nella sua solita posizione a gambe incrociate.

Questo tempo in cui il ragazzo era in un'altra stanza permise alla nostra protagonista di chiudere la partita e spegnere la PlayStation. Per sicurezza, non si sa mai. Si era poi vista una punta di tristezza nello sguardo del ragazzo quando ha fatto il suo ritorno in soggiorno.

Aveva in mano la macchina fotografica di Nika e un vestito di carnevale, fatto da lei. Era il vestito di Isabela, personaggio di Encanto che la nostra Nika preferisce. Aveva anche fatto un vestito per Jorge, che era come quello di Camilo.

«che ci vuoi fare?» chiese lei con una punta di tristezza. La settimana precedente sarebbe dovuta andare a Rio dai suoi genitori per festeggiare il carnevale, ma al tampone molecolare prima della partenza erano risultati positivi sia lei che Jorge. Il giorno precedente erano usciti dalla quarantena, ma non era più possibile partire.

«prima ho recuperato coriandoli, stelle filanti, fiori e quant'altro per fare le foto perfette...»

«Jorge non sono in vena» si affrettò a dire la ragazza. Lui si avvicinò alla sua fidanzata e le stampò un dolce bacio sulle labbra, come rassicurarla...beh, in parte in verità.

«perfetto, saranno delle letture interessanti i libri di cui mi sono appropriato» era furbo il ragazzo.

La ragazza sbuffò, in parte divertita dalla faccenda. «va bene, va bene» si arrese, mettendo le mani in alto.

«allora mettiti dei vestiti comodi e prepara uno zaino. Ci aspetta un viaggio non corto e un paio di giorni di alloggio.»

. . . . . . . .
«Perché dobbiamo andare a San Sebastiàn per fare delle foto?» «perché la spiaggia è bella e perché, per la prima volta in un anno e mezzo di relazione, ho io il pieno potere decisionale»

Nel mentre Nika si era munita di una coperta perché faceva abbastanza (molto) freddo, anche in macchina.

«si, ma sai che non mi piace andare in spiaggia?» «si si, lo so amore mio. Non ti piace la sabbia, hai paura dell'acqua, delle meduse, dei...» «non serve che tu elenca tutte le motivazioni»

«Un paio di giorni di vacanza faranno bene anche a te» disse lui come ultimo motivo di questo viaggio.

«hai ragione ma...» «non voglio sentire altre proteste, grazie» concluse Jorge alzando il volume della musica, che era sparata dallo Spotify della brasiliana.

I due iniziarono poi a fare un karaoke di quelli potentissimi, che secondo me anche la famiglia che era accanto a loro nel traffico in autostrada lì stava sentendo cantare (ovviamente cantavano malissimo, ma quello è un altro discorso).

Era quasi il tramonto quando i due arrivarono alla loro destinazione.

«andiamo a mangiare, vero?» chiese Nika, anche se cosciente che la risposta non le sarebbe piaciuta. «prima facciamo le foto e poi andiamo a mangiare.» lei sbuffò prendendo la strada verso la spiaggia.

Anche se erano al nord della Spagna, sembrava facesse meno freddo di quanto ce n'era in precedenza. Forse per merito del mare, chi lo sa? Ovviamente non faceva così caldo da mettersi in costume (anche se ci possiamo aspettare di tutto da Jorge), ma neanche un freddo invernale.

Si tolsero le scarpe prima di andare sulla sabbia di una delle spiagge più isolate di dove si trovavano, giusto per evitare persone che intralciavano il loro lavoro.

Si cambiarono. Nika si trovava benissimo nel suo vestito e, per quanto preferisse un paio di jeans e una maglietta, avrebbe anche potuto tranquillamente metterlo per andare in giro. Per quanto riguarda il nostro ducatista...si era anche troppo calato nella parte di Camilo: era tutto uno scherzo e delle battute, ne faceva una ogni due per tre.

«vai a mettere i piedi in acqua» disse Jorge. «ma la frase "ho paura dell'acqua" è così difficile da capire?» «ma è bassa» «non me ne frega un cazzo Jorge»

«ho il potere di sollevarti e buttarti direttamente in acqua» disse il ragazzo sorridendo innocentemente. «ti amo anche io, lo sai» concluse lei arrendendosi e camminando fino a sfiorare l'acqua.

Mise dei piedi in acqua e iniziò a contare i secondi in cui ci dovette stare dentro. «AHIA, un granchio» Nika si era inventata una scusa ed era anche plausibile. Peccato che lei non sappia mentire o recitare «non me la bevo» disse il suo ragazzo, concentrato a farle le foto.

Lui ne fece un paio e, quando finì, lei corse fuori dall'acqua, lamentandosi della sabbia che le si attaccava ai piedi.

Jorge se la rideva, mentre andava incontro alla sua fidanzata.

«è stato così difficile?» chiese lui «si esatto...tu hai paura dell'altezza, no?» il ragazzo annuì «andiamo a Dubai e ti faccio salire sulla Princess Tower e poi mi dici se è stato così difficile»

Avevano montato la macchina fotografica sul cavalletto, ma non l'avevano neanche toccata.

«andiamo a mangiare adesso?» chiese lei impaziente. «ancora un'ultima cosa...» Jorge aveva impostato il timer di dieci secondi all'autoscatto della fotocamera.

Lui premette il pulsante e poi, contando a mente i secondi che mancavano, si avvicinò a Nika, la prese per i fianchi e le diede un amorevole bacio sulle labbra.

Anche quando sentirono il click, segno che la foto era stata scattata, rimasero lì fino a quando l'aria nei loro polmoni era completamente terminata. Appoggiarono poi la propria fronte contro quella dell'altro, respirando affannosamente.

Poi Nika fece la sua solita faccia da Bambi, quella che faceva quando desiderava di avere qualcosa. Jorge rise «sì, amore, andiamo a mangiare»

THE MOST BEAUTIFUL CARNIVAL || Motorsport ContestOnde histórias criam vida. Descubra agora