🦀Ruote panoramiche e farfalle nello stomaco 🦀

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DjRTYH4NDS

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DjRTYH4NDS

"Esteban sei una piaga" è l'unica cosa che posso dire mentre mio fratello mi trascina ad una festa di carnevale al luna park.

Insistente come poche persone al mondo, Esteban Ocon - nonché mio fratello - le ha provate tutte pur di convincermi di accompagnarlo, con scarsi risultati. Finché non ha deciso di trascinarmi con la forza.

Un fratello fantastico, no?

"Grazie Flo, è sempre un piacere uscire con te" mi risponde sarcastico, Esteban ha un'innata capacità di portarmi all'esasperazione, sin da quando eravamo piccoli.

"Ti ho già detto che ci sarà Pierre, giusto?" "Ah".

È l'unica cosa che posso dire, non ho nulla contro Pierre, anzi, si può comodamente dire che ho avuto un'immensa cotta per lui quando avevo sedici anni.

Non ci sarebbero problemi se non Pierre non avesse smesso di parlarmi, più o meno cinque anni fa.

Scomparve del tutto, niente bigliettini, messaggi o qualsiasi altra cosa.

Inutile dire che ci rimasi malissimo, ad essere onesti pensarci oggi fa ancora male, anche se cerco di convincere me stessa a passarci sopra.

"Potreste chiarire, sai?" roteo gli occhi mentre Esteban si gira verso di me.

"Prima di tutto guarda la strada, seconda cosa l'unico a dover spiegare qualcosa è Pierre, non io" dico incrociando le braccia, so che parlare con Pierre sarà inevitabile anche se preferirei ignorarlo, come ho fatto fin ora.

Percorriamo il resto del tragitto in silenzio, come se Esteban avesse (finalmente) capito che essere troppo insistente con me non funziona.

L'unico rumore di sottofondo oltre a quello che produce la macchina è la canzone che la radio sta suonando, ovvero "Castel On The Hill" di Ed Sheeran, una delle mie canzoni preferite.

Quando arriviamo al luna park - senza interrompere brutalmente la canzone - Pierre ed altri amici di mio fratello ci stanno aspettando, chi guardando il telefono, chi chiacchierando con la propria fidanzata e chi fissando il vuoto.

Pierre è il primo a vederci, infatti sorride e ci saluta con la mano, mentre Esteban corre verso il piccolo gruppetto di persone che lo stavano aspettando.

È sempre stato lui il più estroverso della famiglia, era sempre stato capace di parlare con tutti persino con i muri, io invece preferivo stare tranquilla ad ascoltare la musica isolandomi da gran parte del mondo esterno.

Nelle situazioni come questa - quelle in cui ci sono diverse persone - le differenze tra i nostri caratteri si accentuano fin troppo, facendomi sembrare la persona più timida al mondo.

Non a caso mi ritrovo a stare per conto mio quasi tutto il tempo, visto che Esteban è troppo occupato a fissare con gli occhi a cuoricino la sorella di Charles e Pierre, ovvero l'unica persona che posso dire di conoscere, non sembra affatto propenso a cominciare una conversazione, al momento.

Dopo almeno un quarto d'ora in cui io non smetto di desiderare di andare via -considerando l'idea di tornare a casa a piedi - Charlotte, la ragazza di Charles mi si avvicina e mi dice: "Dai Florence, su con la vita" Io trattengo una risata "Charlotte, sai già da sola che non vorrei essere qui" dico scuotendo la testa.

"Non essere così pessimista!" Mi da una gomitata amichevole e io scuoto la testa; non ci conosciamo da troppo tempo, ma Charlotte è sempre stata molto gentile con me e ci consideriamo amiche.

"Dici così solo perché non sei stata costretta da tuo fratello a venire qui" mentre parlo guardo per un attimo Pierre, che cammina ridacchiando accanto a mio fratello che avrà fatto una delle sue solite battute.

"Sai, forse sarebbe ora di chiarire con Pierre" mi dice di botto, senza pensarci troppo.

La guardo come a dire "no Cha, non ci penso neanche" e lei scuote la testa "Tu pensaci, nel mentre io torno da Charles, quando avrai fatto... Beh, quando avrai fatto vieni a cercarmi" mi fa l'occhiolino e mi saluta con un gesto della mano, tornado da Charles.

"Ok, forse Charlotte ha ragione, sarebbe ora di parlare con Pierre" penso mentre infilo le mani nelle tasche del cappotto beige che indosso.

Rimango qualche altro minuto in silenzio, mentre arriviamo davanti alla ruota panoramica, che è indubbiamente l'attrazione più gettonata del parco.

"Pierre" dico appena ci fermiamo, toccandogli la spalla per attirare la sua attenzione.

"Florence" dice girandosi verso di me, con una punta di imbarazzo nella voce.

Lo guardo negli occhi ed inclino la testa a sinistra, prendendo un piccolo respiro.

"Dobbiamo parlare"

Pierre annuisce, abbassando lo sguardo e indica la ruota panoramica, invitandomi a salire con lui.

"In realtà sono letteralmente cinque anni che dobbiamo parlare, lo sai?" chiedo mentre ci sediamo in una delle cabine della ruota.

"Lo so, e credo anche di doverti spiegare un paio di cose" roteo gli occhi "ma va?" penso, mentre lui mi guarda con quei suoi dannatissimi occhi azzurri.

"Beh, sono qui per ascoltarti, visto che non ti fai sentire da un bel po' " sospiro ed accavallo le gambe una sopra l'altra.

"Allora, devo cominciare dal fatto che sono stato davvero uno stupido a scomparire così, senza dirti nulla, e non mi posso giustificare in alcun modo, ma credo di doverti almeno provare a spiegare perché..." Prende un respiro e poggia la sua mano sulla mia, gesto che mi fa assumere un'espressione perplessa.

"Te lo dico senza giri di parole, sono scomparso perché mi piacevi ed avevo paura di non riuscire a dedicarti il tempo che hai sempre meritato, anche semplicemente come amici. Quindi sono scappato come un bambino, e non sono mai riuscito a tornare da te perché non ne avevo il coraggio e non volevo ricevere un tuo rifiuto..."

Pierre abbassa lo sguardo e sposta la sua mano dalla mia, piuttosto imbarazzato.

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrido "Ti ricordi quella volta che mi ero travestita da Jo March per carnevale? Avevamo sedici anni ed ero appena stata scaricata dal mio ragazzo, e tu hai passato tutta la giornata con me, cercando di non farmi pensare a ciò che era successo. È stato quello il momento in cui mi sono accorta che avrei voluto essere più di un'amica per te, onestamente credo di non aver mai smesso di pensarlo ma nemmeno io ho mai avuto il coraggio di dirtelo, quindi siamo rimasti amici, finché tu non sei scomparso e sai quale è la cosa che più mi ha fatto male? Ho cercato per mesi di capire cosa io avessi sbagliato e sono rimasta ancorata ai ricordi che avevo con te, perché non riuscivo a spiegarmi come mai tu fossi scomparso."

Mi fermo e prendo un respiro, non credevo di riuscire a dirgli tutto con tutta questa facilità.

"Non ti ho ancora perdonato, sappilo, ma ti devo assolutamente dire che credo che tu mi piaccia ancora, Pierre" gli prendo la mano e faccio un piccolo sorriso, per quanto malinconico.

Pierre si gira verso di me e sospira "Non me lo merito" dice guardandomi, io alzo le spalle "No al momento no, ma potremmo provarci" mi avvicino e lui e gli poggio una mano sul volto, guardandolo negli occhi.

Lui sembra stupito, ma la cosa non sembra fermarlo dal avvicinarsi ancora di più a me per darmi un bacio.

Ho le farfalle nello stomaco, anzi più che le farfalle mi sembra di avere degli elefanti, ma così la cosa non sembra affatto romantica.

"Potremmo decisamente provarci" Pierre si allontana leggermente da me e sorride, rendendomi impossibile non fare lo stesso.

"Beh, ho decisamente qualcosa da raccontare a Charlotte" penso mentre gli stringo la mano.

THE MOST BEAUTIFUL CARNIVAL || Motorsport ContestWhere stories live. Discover now