Pt.11

270 16 0
                                    

Era passata una settimana da quel avvenimento, il rapporto fra Cico e Stre era abbastanza migliorato, il violetto capì invano di essere perdutamente innamorato del suo capo, invece il rapporto fra Thomas e Roberta era sempre uguale.
Ora era sera, ed era il momento per i bambini di andare a dormire.

«Perfetto, adesso tutti a nanna!» Si raccomandò Strecatto mentre rimboccava le coperte a Thomas.
«Stre, ci porti il latte?» Gli chiese il piccolo.
«Anche voi prendete il latte prima di andare a dormire?» Domandò Strecatto ai due.
«Si, la mamma ce lo portava ogni sera» Rispose Martin, guardando il vuoto con un lieve sorriso e sguardo malinconico.
A quel punto Strecatto aprì leggermente la bocca, colpito dal gesto della madre dei ragazzi, esattamente uguale a quello di sua madre, prima che ella morisse.
«Bene, allora vi porterò il latte come faceva la vostra mamma» Disse sorridendo Strecatto, per poi uscire dalla stanza.

Non appena uscito, si scontrò con Cico, che si trovava fuori la porta ad ascoltare ciò che Strecatto stava dicendo ai ragazzi.

«Non ti stavo spiando, volevo solo-» Iniziò a difendersi Cico.
«Io non le ho chiesto nulla» Lo interruppe Strecatto.
«Vuole anche lei del latte?» Chiese quindi il violetto dopo attimi di silenzio.
«Certo, perché no» Rispose Cico accennando un sorriso che, però, mandò subito via.
«Beh è in cucina, vuole che glielo porti?» Domandò con fare gentile Strecatto.
«No, vengo in cucina con te» E così dicendo, il rosso fece per spostarsi e far andare avanti Strecatto, che iniziò a camminare, non prima di far notare a Cico quanto fosse contento di quella risposta, esprimendo la sua felicità con un tenero sorriso.

Una volta arrivati in cucina Strecatto preparò del latte caldo per entrambi.
«Nostra madre ce lo preparava sempre, le piaceva coccolarci così» Ammise Cico per poi bere un sorso del latte.
«Sono convinto di una cosa: sua madre era una donna eccezionale, ed ha avuto dei figli meravigliosi» Disse Strecatto prendendo posto sul davanzale, posizionandosi esattamente difronte a Cico, che era in piedi.
«Si, sono meravigliosi» Rispose il rosso, facendo riferimento ai suoi fratelli, non rendendosi conto che il violetto parlasse di lui.
«Era una donna impressionante, straordinaria, oltre che una mamma perfetta che viveva per i suoi figli» Continuò Cico.
«E il suo papà?» Chiede Strecatto con fare curioso.
«Beh, anche lui, era molto buono con noi, ma un po' severo, aveva un carattere molto forte» Fa per fermarsi, bevendo un sorso del latte, per poi continuare gesticolando.
«Esternava a fatica i suoi sentimenti» Terminò il rosso.
«Adesso ho capito da chi ha ripreso» Annunciò con fare ironico Strecatto, per poi continuare a bere a differenza di Cico, un succo, data la sua intolleranza al latte.
«Papà era pilota tra le altre cose, la sua passione era volare in elicottero» Disse ridacchiando Cico.
«Ah si? Ah Che paura che mi fanno quei cosi, salire su quel tipo di aggeggio!» Ammise Strecatto ridacchiando.
«No Stre! È appassionante, non sai quanto! La cosa più incredibile è quando l'elicottero decolla ed inizia a prendere quota, in quel momento ti scordi di tutti i tuoi problemi e tutte le negatività restano a terra!» Disse con un sorriso a trentadue denti Cico, pieno di emozione in corpo nel raccontare della sua passione, contento che qualcuno non lo stesse prendendo in giro nel mettere tanta allegria in una cosa che lui riteneva davvero importante.
«È meraviglioso! Questo succede al mio papà allora» Disse tra se e se Strecatto.
«Tuo papà fa il pilota?» Chiese con fare curioso Cico.
«No è marinaio, più o meno la stessa cosa, no?» Chiese sorridendo Strecatto, sorridendo in modo così dolce che Cico non avrebbe potuto contraddirlo neanche sotto tortura.
Il rosso annuì in risposta, continuando a sorseggiare il latte.
«È molto tempo che non lo vedi?» Chiese quindi curioso Cico.
«Uuh! Un sacco!» Rispose Strecatto facendo gesto con il braccio che stava ad indicare l'enorme quantità di tempo passato.
«Ma io lo capisco, deve aver colmato con molta acqua la distanza tra il dolore e tutto ciò che è accaduto con la mia mamma, ma va bene, ognuno fa quel che può, no?» Continuò Strecatto.
«Ma io so che tornerà, da un momento all'altro lo troverò davanti ai miei occhi e lo abbraccerò senza staccarmi neanche un secondo» Terminò il violetto.

Cico adorava quel lato di lui, il suo lato sognatore e comprensivo, il lato che trasmetteva tutta la sua innocenza, la sua purezza e la sua bontà nel credere nel perdono.

«Non mi guardi così, continui a raccontare! Mi racconti di suo padre, pilotava anche gli aerei?» Strecatto riprese il discorso precedente, facendo riprendere Cico dallo stato di trance in cui si era ritrovato per qualche secondo nel guardare il violetto.
«No, soltanto elicotteri, ma la cosa più straordinaria di tutto è che quando arrivi fin lassù e vedi il cielo meraviglioso solo per te, è immenso! E vedi che le nuvole sono alla portata di mano, allora ti accorgi che quello è il vero potere, ciò che c'è qui sotto è tutta un'illusione» Spiegò Cico, mettendo sempre più entusiasmo nello spiegare ciò che più amava al mondo, era felice quando ne parlava, si vedeva a distanza di migliaia di chilometri che avrebbe voluto tornare a volare.
«E tu- volevo dire, lei vola?» Chiese Strecatto con un dolce e curioso sorriso sul volto, il sorriso che faceva sentire Cico realmente apprezzato e in pace.
«No, io non volo» Disse con aria malinconica, per poi guardare a terra e bere un sorso del suo latte.

Cico tornò a guardare Strecatto, cercava di darsi una spiegazione, ma non riusciva davvero a capire come mai quel violetto arrivato da così poco tempo fosse già entrato nel suo cuore così velocemente.
«Che cos'hai?» Si lasciò sfuggire Cico, dando voce ai suoi pensieri.
«I baffi, ora muoio» Rispose Strecatto andando in panico e provando a coprirsi la bocca con la mano.
«No» Rispose Cico ridacchiando e togliendogli dolcemente la mano dalle labbra.
«Che cos'hai che ti rende così...speciale» Domandò dolcemente avvicinandosi sempre di più al viso del violetto.
«Signor Cico, vuole farmi scogliere? Perché ci sta riuscendo» Disse Strecatto guardando intensamente il rosso negli occhi, quegli occhi profondi velati dal dolore ma che nascondono una persona che vuole solo essere amata e apprezzata per ciò che è.

«Che cosa sta succedendo qui?» Una voce interruppe il momento magico che si era creato tra i due, facendoli staccare rapidamente.
«Niente niente, io non riuscivo a dormire, sono sceso e Strecatto mi ha preparato un po' di latte» Rispose Cico provando a nascondere il nervosismo, cosa che a Strecatto veniva particolarmente difficile.
«Ben caldo!» Aggiunse Strecatto per dare più realisticità al racconto.
«Si, della temperatura mi sono resa conto» Disse Malala guardando Strecatto con sguardo accusatorio, facendo sì che il violetto si toccasse le guance, rendendosi conto di essere arrossito.
«E tu cosa ci fai in piedi a quest'ora?» Chiese Cico per cambiare discorso.
«Non riuscivo a dormire e sono venuta a prendere un the caldo» Spiegò la donna.
«Bene, con permesso, vado a dor- oh mio Dio, il latte ai ragazzi! Me ne sono completamente scordato!» Si rammentò il violetto iniziando a prendere velocemente del latte per riscaldarlo.
«Venendo in cucina sono passata per la loro camera e stavano già dormendo, non credo ci sia bisogno del latte adesso» Avvertì Malala a Strecatto, continuando a fulminarlo con lo sguardo.
«Ah, d'accordo, beh allora io vado a dormire, con permesso, buonanotte!» Disse il violetto per poi ritirarsi in camera e sventolarsi il viso con una mano una volta entrato, Malala aveva ragione, la temperatura era davvero elevata.
«Cico, cosa succede con il domestico?» domandò Malala.
«Si chiama Strecatto. E poi non succede nulla» rispose Cico, finendo di bere il suo latte.
«E pure, eravate così vicini, immagina se vi avesse visto Delfina!» esclamò Malala.
«Si Malala ma Delfina non ci ha visti, e poi non c'è nulla da pensare male, siamo due ragazzi, ma per favore!» farfugliò Cico, spostando di continuo lo sguardo.
«Beh anche tu hai ragione, non penso che ti piacciano i ragazzi!» si rassicurò Malala.
«Esatto, non sono ne gay ne niente, amo Delfina basta con questa storia» rispose Cico.

Cico se n'è andò a dormire lasciando Malala sola il quella stanza, gli infastidiva molto quando gli dicevano che potesse essere gay e potesse provare dei sentimenti per Strecatto.

«Questo ragazzo non me la conta giusta» parlò fra se Malala, pensando ancora alla vicinanza fra Cico e Strecatto.

𝓲𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓯𝓻𝓮𝓮𝔃𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora