Capitolo 13

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Era da qualche tempo che i ragazzi non si ritrovavano a trascorrere un pomeriggio insieme, tra qualche chiacchiera e quattro risate. Presi da un momento di nostalgia, si erano dieretti al Parco delle Valli, luogo che erano soliti frequentare durante i primi anni dell'adolescenza. Rientrare in contatto con quella realtà era stato strano, particolare: aveva suscitato ricordi, sorrisi, momenti che pensavano di aver dimenticato e che in un istante gli ritornarono in mente, uno dopo l'altro, come un flusso senza fine. E si resero conto che anche se erano passati molti anni da quelle giornate estive di un giugno romano, paradossalmente era come se non fosse cambiato nulla, come se fossero rimasti gli stessi quattro ragazzini di sempre: speranzosi, entusiasti della vita, con la voglia di prendersi il futuro.

Damiano aveva avuto l'assurda idea di accompagnare Thomas a comprare un gelato al bar accanto ai tappeti elastici. Se ne pentì immediatamente quando, dopo dieci minuti, il chitarrista ancora non aveva scelto quali gusti prendere.

" ao thommà muoviti che sto a fà la muffa" esordì Damiano dandogli un leggero pugno sulla spalla

" senti il mio gusto preferito è la fragola ma qui fanno il limone benissimo" disse Thomas guardando interdetto la vetrina

" te posso dì che non è normale metterci un quarto d'ora per scegliere una pallina di gelato?"

" Damià sai che te dico? Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni"  rispose il chitarrista con sguardo compiaciuto

Damiano esitò per qualche istante per poi scoppiare a ridere scompigliando  con una mano i capelli dell'amico

" Sei proprio un coglione "

Il suo sguardo si spostò poi su Victoria ed Ethan che saltavano con un sorriso a 32 denti sui tappeti elastici. Erano circondati da bambini di età compresa tra i 4 e i 9 anni, ma loro sembravano non curarsene. Erano spensierati, pensò, come non lo erano da molto tempo. Poi i suoi occhi si spostarono solo su di lei. Sembrava felice, sperava che lo fosse davvero.

Pochi minuti il batterista dopo uscì  estremamente sudato dalla struttura, seguito da Victoria che, al contrario, era fresca come una rosa.

" ao non je stirà Ethania" gridò Vuc tra una risata e l'altra. Poi continuò " rega chi mi accompagna a prendere lo zucchero filato ? Vi prego non lo mangio da troppo"

" prima lei principessa" disse Damiano esortandola ad andare avanti con la mano protesa verso di lei

Vic sorrise mentre le si illuminarono gli occhi  come ad una bambina nel giorno di Natale.

" mi sono divertita oggi"

" anche io" disse Damiano puntando lo sguardo a terra. Nonostante quei momenti passati insieme gli avessero portato un minimo
di serenità, si sentiva perennemente in colpa nei suoi confronti, come se dentro di lui aleggiasse la perenne consapevolezza di essere la causa delle sue ansie, delle sue angosce, delle sue paure, di tutte le sue paranoie.

Victoria, che fino a quel momento stava sorridendo verso la ragazza dinanzi a lei che aveva appena versato lo zucchero nella macchina, sollevò leggermente lo sguardo verso il cantante.

" oi tutto ok ?" Domandò  non capendo il suo improvviso cambio d'uomore

" se è per l'altro giorno è tutto apposto davvero" proseguì poi.

Damiano puntò finalmente i suoi occhi su di lei. Victoria perse un battito esitando per qualche secondo. " non è tutto apposto" avrebbe voluto dirgli.," non è tutto apposto ma ti amo da morire e va bene così"

Il suo sguardo era ancora privo di luce, spento, i suoi occhi non brillavano come al solito. E fu in quel momento che Victoria,per la prima volta, provò empatia nei suoi confronti. Realizzò quanto doveva essere complicato gestire una personalità come quella di Damiano, come essere lacerato tra l'amore che provava per lei e il suo istintivo, quasi spaventoso, desiderio di libertà lo portasse all'autodistruzione. E per un momento si ritrovò a condividere il suo dolore.

Prese lo zucchero filato  e poi si diresse verso una panchina nei pressi del chioschetto.
Si sedette lasciando spazio per lui accanto a lei.

" Dam qualunque cosa ti preoccupi, qualunque cosa sbagliata pensi di aver fatto, devi stare tranquillo. Se gli errori che fai rappresentassero un problema, ora non sarei qui. Qualunque cosa accada, tieni sempre a mente che prima di tutto, io ti voglio totalmente e incondizionatamente bene. Un bene che non può essere definito in base alle
cazzate che fai, ma in base a tutte quelle volte che, quando penso di essere sola al mondo, mi accorgo che a tenermi per mano ci sei tu. Ci sei sempre stato solo tu"

" a volte però gli errori rendono un bene malato" disse lui in un sussurro

𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒖𝒏 𝑪𝒂𝒔𝒊𝒏𝒐 𝑺𝒕𝒖𝒑𝒆𝒏𝒅𝒐 // Damiano x VictoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora