Capitolo 15 (parte 1)

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È da qualche minuto che stai vagando per la stanza completamente assorta nei tuoi pensieri, in rigoroso silenzio. A riempire la camera rimane soltanto il suono dei tuoi tacchi accompagnato da qualche brusio in sottofondo. Sei più bella del solito oggi, forse perché non hai la solita aria corrucciata come ogni volta che ci vediamo ultimamente. Sembri così indifesa mentre ti guardi intorno osservando le cose con sguardo smarrito, anche se entrambi possiamo concordare sul fatto che tu non lo sia. Sembri talmente ingenua mentre ti tocchi nervosamente i capelli arricciandoli intorno al tuo dito, talmente bambina che vorrei proteggerti, sebbene tutti e due sappiamo che alla fine dei giochi sei sempre tu a difendere me. Sembri sempre quella persona che si incontra una volta sola nella vita, unica tra sette miliardi, ma questo,purtroppo, è vero. E io avrei così tanta voglia di condividere tutto con te, di donarmi completamente a qualcosa di tanto bello. È uno strano dolore... morire di nostalgia per qualcuno che non vivrai mai, ma fa comunque male da morire. Perché io vic non ti vivrò mai come vorrei: vederti la mattina appena schiudi gli occhi e pensare a come possa esistere qualcosa di tanto bello, lasciarti dei baci sul collo mentre cucini le tue solite uova strapazzate al mattino con quella camicetta bianca sgualcita e i capelli arruffati raccolti in uno chignon venuto male, sentire il tuo profumo mentre scarabocchi note su un foglio morsicchiando il tappo della penna. Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi, ed io un po' ti odio per non avermi concesso neanche uno di quegli istanti. Forse perché sono io, perché Damiano David è quel tipo di ragazzo di cui faresti bene a non fidarti, che dovresti tenere alla larga, così, per sicurezza, per evitare di ritrovarti con il cuore spezzato in mano e l'anima in frantumi. Non ti facevo così vulnerabile al pensiero della massa Vic, ho sempre pensato tu andassi oltre. Spero che possa sempre sapere quando lasciarti trasportare e quando, invece, andare controcorrente. Pensare è difficile, ecco perché la maggior parte delle persone giudica, ed io sono stanco di essere costantemente sottoposto al giudizio altrui. La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno. Ma da te, credo solo da te, non mi sono mai sentito giudicato e, paradossalmente, sei sempre stata l'unica persona con cui ho avuto paura di sbagliare perché ho capito che potevi condividere le mie vette senza inorridire dei miei abissi, e lasciarti andare non era compreso nei miei programmi. Mi ricordo di un giorno in particolare, stavamo in discoteca, c'era così tanta gente che quasi non distinguevo le persone nella folla. Stavo parlando da qualche ora con una ragazza bellissima: l'avevo pensato immediatamente appena l'avevo adocchiata in fila per un drink. Tu stavi ballando poco distante da me con le tue amiche, o almeno credo, per qualche minuto ho perso la concezione di dove fossi perche quella ragazza mi aveva preso per davvero. Ricordo che quella sera ti ho riaccompagnata a casa, e mentre la macchina si era fermata e tu avevi aperto lo sportello, puntasti i tuoi occhi nei miei e sussurrasti " quando penserai all'amore ti verrò in mente solo io, dopo di me... amori stupidi." Ti odiai ma avevi ragione.
Il problema Vic è che dopo averti conosciuta il mondo mi sembrava stupido, le idee degli altri mi sembravano banali e le persone come tante fotocopie tutte uguali illuse di essere speciali. Ed io una come te non l'avrei ritrovata da nessuna parte, lo so io e lo sai tu sennò quelle parole, quella sera, non me l'avresti mai dette. Nonostante tutto quello che sarà, che accadrà, nonostante un giorno magari prenderemo strade diverse, condurremo vite diverse e ci affezioneremo a persone diverse, ti ricorderò sempre come la persona che nel momento in cui mi sentivo più perso e avevo bisogno di un'opportunità, mi ha salvato la vita in tutti i modi in cui una vita può essere salvata e io ti ho amato così tanto per questo, perché sei stata così forte per me da credere in ciò che sono più di chiunque altro nella mia vita e questa è una cosa che trascende perfino i sentimenti stessi.
Ti ricordi ancora la prima volta che ci siamo parlati ? Io si, non credo me lo scorderò mai, la mia mente non sarebbe in grado di farlo.
Era appena finito il secondo anno di liceo, io, Lello, e tutta la compagnia avevamo deciso di uscire a trastevere quella sera, tanto per cambiare. Eravamo seduti ad un pub, a trascorrere la serata tra qualche chiacchiera e un po' di birra. Non ero particolarmente felice, non lo ero da un po' in realtà. Avevo la sensazione che mentre il tempo passava io restassi fermo, immobile, sempre al punto di partenza, non ero realizzato nella vita. All'inizio non lo accettavo, le persone non vogliono ascoltare la verità perché non vogliono vedere le proprie illusioni distrutte. Era qualcosa che mi premeva sul petto, che quando rimanevo da solo mi faceva mancare il respiro, non mi sarei mai immaginato che quella sera stessa avrei incontrato la persona  che questo peso lo avrebbe portato con me.

𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒖𝒏 𝑪𝒂𝒔𝒊𝒏𝒐 𝑺𝒕𝒖𝒑𝒆𝒏𝒅𝒐 // Damiano x VictoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora