Leonardo
"No, non vengo! Quante volte ve lo devo dire?!" Dico esausto approfittando dell'assenza di clienti per sedermi al tavolo insieme ad Ambra e agli altri.
"Invece sí" insiste Maya come suo solito.
"Nessuno avrà piacere di vedermi a quella festa"
"Se ti hanno taggato nel post c'è un motivo; è un ritrovo di tutti i liceali classe '94. Non fare il guastafeste e te lo dice una che non ama andare alle feste"
"Ok, cavolo tanto questa guerra non avrà fine. Ma appena mi rompo le scatole me ne vado"***
Finisco di abbottonarmi la camicia che Ambra mi ha obbligato a mettere. Anche lei verrà nonostante non abbia frequentato la nostra stessa scuola.
Guardo il mio bel letto sul quale sarei rimasto volentieri invece di andare ad una festa di ex liceali.
"Sono pronta andiamo!" Urla Ambra dal corridoio dal quale si ha accesso ai diversi appartamenti.
Non faccio tempo ad aprire la porta che la curiosità di Mimma mi precede.
"Dove andate di bello?" Ci chiede scannerizzando gli outfit.
"Ad una festa di ex liceali" le rispondo dato che Ambra già sbuffa infastidita.
"Che bello! Allora divertitevi e non fate tardi!"
Ambra prende il mio braccio e mi tira giù per le scale mentre io saluto la donna frettolosamente.Ambra indossa un vestito tutto nero che le arriva appena sopra le ginocchia mentre ai piedi dei tacchi del medesimo colore. I capelli tirati indietro con un po' di gel le danno un'aria meno composta.
Le gambe snelle si muovono fino ad arrivare alla sua macchina. Salgo sul lato passeggero aspettando che accenda il motore.Il tragitto è breve, ma ci mettiamo un po' più del previsto a causa della guida cauta di Ambra.
Il parcheggio fuori dalla scuola è pieno, ma per fortuna troviamo un posto libero.
Guardare quella scuola e pensare che tra poco dovrò entrarci mi turba. Mi turba per i ricordi legati a quegli anni.
Raggiungiamo gli altri che ci stanno aspettando all'ingresso, che è allestito con un arco fatto di palloncini bianchi e neri.
Mentre raggiungiamo la palestra che ospiterà la festa passiamo per i corridoi che hanno visto migliaia di ragazzi passare. Le pareti sono state ritinteggiate di bianco di recente, colore che rimarrà ancora per poco.La palestra è già gremita di gente, mentre la musica entra nelle orecchie e fa vibrare tutto.
Non voglio incontrare nessuno, non voglio parlare con nessuno.
Me ne starò in un angolino ad aspettare che questa stupida festa finisca.
Un tempo amavo le feste, amavo stare con i miei amici, amavo ballare e provarci con le ragazze, ma oggi non provo nulla di tutto ciò.
"Volete da bere?" Chiedo agli altri.
"Tu analcolico lo so" mi riferisco ad Ambra che annuisce.
"Vengo con te a prendere i drink" dice Mattia.
Insieme raggiungiamo il tavolo allestito con gli alcolici e ordiniamo da bere.
"Ti vedo molto entusiasta per la festa" mi urla in un orecchio lui cercando di sovrastare il frastuono creato dalla musica che esce dalle casse poco distanti da noi.
"Non sono cose che fanno per me" alzo le spalle.
"Noi da quando è nato Josh non usciamo quasi mai, ma per fortuna riusciamo a ritagliarci qualche sabato sera"
Mi perdo a guardare la gente ballare con il sorriso sulle labbra e le mani in aria. Vedo Ambra ballare insieme a Maya, la quale un po' impacciata si fa guidare dalla sua amica. Ambra è sicura di sé quando si muove, sa cosa fare. Sorride verso Maya, sorride veramente.
"Ti piace eh" Urla Mattia.
"Cosa?"
"Ambra ti piace" ripete facendo un cenno della testa in sua direzione.
"È complicato. Mi interessa, ma io sono quello che sono e lei, beh lei, non la conosco" ammetto. D'altronde è vero; non so niente di lei, non so nemmeno se abbia fratelli, se ha fatto l'università, non so cosa le piace, cosa odia. Come può piacermi una persona che non conosco? Probabilmente è solamente attrazione fisica, perché cavolo oggettivamente è stupenda."Andiamo a ballare" mi dice ed io annuisco per non fare il solito rompiscatole. Raggiungiamo gli altri facendoci spazio tra la gente.
Il fatto di essere circondato mi mette a disagio, e ciò peggiora quando ricevo degli spintoni da tutte le parti.
Cerco di trattenermi, di ripetermi che sono ad una festa, che è solamente gente che balla, che nessuno è qui per farmi del male.
Ma è difficile mantenere la calma, e la musica si fa ovattata mentre la pista si trasforma nella mensa del carcere."Dammi il tuo pranzo!" Dice uno piantandosi davanti a me.
"No, devo mangiarlo io" gli rispondo aggrottando le sopracciglia.
"Ho detto che mi devi dare il tuo cazzo di pranzo" il tizio mi prende per la maglia color bordeaux che accomuna tutti i detenuti del braccio C.
"Lasciami" ringhio cercando di dimenarmi. Lui in risposta con un cenno del capo richiama i suoi amici che mi circondano vanificando qualsiasi mio tentativo di fuga.
Mi fanno cadere a terra causandomi un forte dolore alla schiena dovuto all'impatto con il pavimento piastrellato. Poi inizia il delirio e io non capisco più nulla, sento solo dolore alla schiena, alle costole e alla testa. Poi anche il dolore inizia a scemare mentre osservo le persone che mi circondano. Cerco di spostarmi, ma loro non me lo permettono. Ridono, ridono di me, del mio essere indifeso. Le guardie non si intromettono, non dicono niente, fingono di non vedere."Ti senti bene?" Mi chiede qualcuno, ma le parole mi si fermano in gola. Mi metto una mano sul viso, proprio in prossimità della cicatrice e cerco di ritornare al presente.
Ma non riesco, sono intrappolato in quella gabbia che ne ha viste di tutti i colori, che ha visto il mio sangue colorare i pavimenti luridi.Poi qualcosa dentro il mio cervello cambia; capisco che quello che sto vivendo è solo un incubo dovuto ai brutti ricordi del passato. Capisco che ora io non sono più lí, che ho vinto contro tutto il male ricevuto.
La vista si fa allora più nitida fino a permettermi di distinguere due figure; quella di Mattia e Maya che mi guardano preoccupati.
"Secondo me dobbiamo portarlo all'ospedale" blatera Maya.
"Non esagerare, vedi che si sta riprendendo"
"Che è successo?" Ambra arriva correndo sui suoi tacchi senza alcuna difficoltà.
"Non lo so, ha iniziato a farneticare e poi si è accasciato"
"Lo porto io a casa" si propone Ambra, ma nessuno sembra far caso al mio volere.
"Sei sicura?" le chiede Mattia e lei annuisce.
"Se hai bisogno chiama"
"Questa è la vostra festa, non vi preoccupate me la caverò. Tornate dentro"."Te la senti di alzarti?" Mi chiede abbassandosi alla mia altezza.
"Non c'è bisogno che mi porti a casa; posso attendere la fine della festa senza problemi o al limite andarmene a piedi, tanto non abito poi così distante da qui".
Non sono un bambino, non lo sono più da un sacco di anni e so badare a me stesso. Ho imparato a badare a me stesso, perché là dentro nessuno lo fa per te, indipendemente da chi tu sia. Mi sono rimboccato le maniche, mi sono rialzato, poi sono ricaduto, e poi di nuovo in piedi. Non ho avuto il tempo di piangermi addosso, di sentirmi debole, di nascondermi.
Il dolore lo reprimi, implodi dentro, perché non puoi permetterti di esporti troppo. Allenarmi mi ha aiutato molto a sfogare la rabbia e tutte quelle emozioni che tenevo segrete, ma comunque non era mai abbastanza. Avrei voluto un amico, del quale potermi fidare, con il quale poter parlare senza paura, con il quale essermi potuto permettere di mostrarmi debole. Ma in carcere non c'è spazio per gli amici, perchè quelli che si professano tali in breve tempo ti pugnalano come i peggio bastardi.
"So che sei capace di camminare e tornartene a casa, ma non te lo lascerò fare".
"Come vuoi, ma non lamentarti con me se poi ti rovino la serata" alzo le spalle, ostentando un'arroganza che in fin dei conti non mi appartiene.Ci incamminiamo verso l'uscita della scuola in silenzio, con la musica che fa da sottofondo insieme al chiacchiericcio di quelle persone che si sono spostate in giardino per fumarsi una sigaretta o semplicemente per prendere un po' d'aria.

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Talk to me
RomanceSpin-off di Cross d'amore. Passare sette anni in carcere per poi tornare alla vita di tutti i giorni non è semplice e lui lo sa bene. Il passato è pronto a bussarti alla porta, a ricordarti chi sei costantemente e scappare non serve a niente. Lei...