21. Vecchie conoscenze

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Leonardo
"Com'è andato il weekend al mare?" Mi chiede Cristina mentre pulisce i tavoli in attesa dell'apertura del bar. Sono le sei di mattina, ho un sonno pazzesco e come sempre la mia collega è in vena di chiacchiere.
"Bene" rispondo.
Cristina alza gli occhi al cielo, borbottando qualcosa sul mio essere loquace.
"Dovresti ringraziarmi perché se hai raggiunto i tuoi amici è solo grazie a me e alla buona parola che ho messo al capo" si alza spostando i suoi capelli viola sull'altra spalla.
Mentre attendo l'orario di apertura mi prendo un caffè, nel tentativo di svegliarmi e di non pensare a quanto ora vorrai essere nel mio letto. Ieri sera il treno è partito con un ritardo di tre ore e perciò siamo arrivati a notte inoltrata.

"Un cappuccino e una brioche vuota, grazie Cri" mi volto udendo quella voce inconfondibile. Ambra siede al bancone tenendo il cellulare all'orecchio.
"Tra poco arrivo, faccio colazione e ti raggiungo in studio... vado dopo al The Moon... sì, non ti preoccupare" alza gli occhi al cielo e chiude la chiamata infilando il cellulare nella sua borsa.
Quando mi vede sorride e io ricambio,continuando a servire i clienti ai tavolini. Lei, a differenza mia, sembra sgargiante e piena di energia.
"Smettila di fissarla così... sei inquietante" ricevo una gomitata nel fianco da Cristina.

La mattina il bar pullula di gente che prima di andare a lavorare si ferma qui a fare colazione. Ormai ci si conosce, sono quasi tutti clienti abituali.

Noto Maya raggiungere la sua amica di fretta. Scuote la testa energicamente, per poi sistemarsi i capelli che hanno preso una piega strana.
"Buongiorno Maya..."
"Buongiorno un cazzo. Josh stamattina non voleva andare all'asilo, ho dovuto trascinarlo. Ora sono in ritardo a lavoro, ma non mi importa. Io non inizio la giornata senza il mio caffè. Quindi fammi un caffè" seguo il suo monologo con un po' di difficoltà. Quando si calma con un sospiro mi ringrazia.
"Oggi riesci ad andare a prenderlo tu all'asilo? Sono incasinata con il lavoro"
Ambra con un'espressione dispiaciuta guarda la sua amica che al volo capisce.
"Vado io" mi propongo "stacco alle tre e vado a prenderlo"
"Lo faresti sul serio?" Il suo volto si illumina.
"Sì, non c'è nessun problema"
"Se non ci fossi tu..." si slancia al di qua del bancone e mi stringe in un abbraccio che non riesco però a ricambiare. Fortunatamente non dura tanto, e forse capendo il mio disagio si allontana.

***

Quando i cancelli dell'asilo si aprono, tutti i genitori e i nonni che fino a poco fa chiacchieravano sul marciapiede indisturbati si accalcano all'ingresso.
Io aspetto che la folla defluisca un po' e che ci sia spazio per poter entrare senza dover tirare e ricevere spallate e gomitate da nessuno.

Raggiungo la classe di Josh seguendo le indicazioni che Maya questa mattina mi ha impartito.
Cerco la figura di Josh tra i bambini che giocano all'interno della classe.
"Josh" lo chiamo alzando la voce epr farmi sentire.
Lui, disorientato, si volta prima da una parte e poi dall'altra, incrociando infine il mio sguardo. Mi sorride e corre verso di me, ma viene fermato da una delle maestre.
"Aspetta Josh" lo blocca afferrandogli un braccio.
"C'è mio zio" mi indica.
"Devo controllare i documenti" mi faccio avanti nella classe sotto gli sguardi delle maestre. Mi squadrano dalla testa ai piedi, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
Metto la mano in tasca ed estraggo il portafoglio, porgendo la carta d'identità alla maestra.
"Dobbiamo chiederle perché è venuto lei a prendere il bambino"
"Credo che la madre di Josh vi abbia avvisati che oggi ci sarei stato io" ribatto scocciato.
"Sì, ma noi facciamo sempre queste domande per sicurezza" non rispondo, perché potrei risultare sgarbato. Avrei capito questo tipo di interrogatorio se mi fossi presentato qui senza alcun preavviso, ma visto che Maya si è preoccupata di chiamare la segreteria dell'asilo, lo trovo inopportuno.
"Non credo che vi possa interessare il motivo per il quale non è potuta venire la madre, oltretutto sono questioni personali e come tali rimarranno. Quindi, se permettete, ora io e Josh ce ne andremo" termino perentorio.
La maestra fa un passo indietro quasi intimidita, lasciando il braccio del bambino che si fionda alle mie gambe.
"Ciao ometto, vai a prendere le tue cose dall'armadietto che andiamo"

Aspetto fuori dalla porta per non intralciare il percorso agli altri genitori. Ed è mentre aspetto appoggiato al muro che una figura slanciata mi si presenta davanti. Lizzy.

"Lo sai vero che lui non tornerá mai da te?" Le chiedo ridendo.
"Questo si vedrà, nel frattempo il mio obiettivo è quello di allontanare Maya e sembra che io ce l'abbia fatta o sbaglio?"
"Se lui parte per la Spagna senza di Maya è solo perchè lei aveva già deciso così, di certo non perchè tu hai fatto la gatta morta"
"Sarà... in ogni caso questo ha rafforzato l'allontanamento" sorride ispirando dalla sigaretta.
"Che vantaggio ne hai se lui se ne va?"
"O sta con me o sta solo" serra le labbra in una linea sottile.
Non capisco questa sua ossessione per Mattia, non l'ho mai compresa. Lizzy è la classica ragazza che non sa impegnarsi, che non prende nulla sul serio. È abituata ad avere tutto quello che vuole, e ora che Mattia si è allontanato lei è impazzita.
"Lasciami due tiri!" Le rubo la sigaretta prima che se la possa portare nuovamente alle labbra.
"In cambio cosa ricevo?" Si protende verso di me. Le soffio il fumo in faccia e il suo viso assume un'espressione che conosco molto bene.

Faccio finta di non vederla, di non aver notato la sua presenza anche se il profumo che indossa mi riporta nel passato.
"So che mi hai visto, è inutile che fingi guardando da tutt'altra parte"
Non mi resta che affrontare la situazione; mi volto nella sua direzione.
"Saluta la tua vecchia conoscenza" dice lei ridendo "non ti ricordi di me"
"Come dimenticarti" le rispondo seccato.
"E cosi sei qui per Josh"
"Come fai a saperlo"
"Intuizione. Josh frequenta la stessa classe della bambina a cui faccio da babysitter e so che tu e Maya siete tipo 'amici'" mima le virgolette.
"Noto che la vena pettegola è rimasta. Spero almeno che tu ci abbia dato un taglio con Mattia" la prendo in giro.
"Forse sì o forse no, chi lo sa".

Josh mi raggiunge con lo zainetto in spalla, affiancato dalla bambina che si fionda da Lizzy.
Quest'ultima però non la saluta nemmeno.
"Andiamo" dico a Josh afferrando la sua manina.
Lizzy non dice più nulla, mi guarda soltanto finché non svolto l'angolo per uscire dall'asilo.

A volte sembra che il passato non voglia lasciarmi andare e mi tenga legato a sé. Prima mia madre, ora Lizzy, tutto mi porta a rivivere scene passate nella mia testa. Sono consapevole del fatto che non è possibile cancellare ciò che ero e ciò che ho fatto.

Talk to meWhere stories live. Discover now