Diciassette

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"E falla respirà, Vic! Nun vedi che sta a soffrì se la stritoli così?"

Ridacchio alla provocazione del moro, e rido all'abbraccio della bionda, un abbraccio caldo e simbolo di un'amicizia che stiamo costruendo.

Lei è euforica e piange, forse per quel mazzo di rose rosse che non si sarebbe mai aspettata.

Un gesto senza doppi fini, un gesto che qualsiasi donna amata si merita.

Victoria non dovrebbe piangere, lei si merita davvero tutto l'affetto che chi la ama ha da offrirle.

"Scusami, è solo che..."
Singhiozza, a momenti dimenticandosi del modo corretto in cui dovrebbe respirare.

"Io adoro le rose!"

L'ho notato e l'ha notato mezzo tavolo che non poteva esistere regalo migliore per darle la carica giusta per salire su quel palco e iniziare.

"E adoro anche te, Es, per averlo convinto a comprarmele."

E lui la temeva, credeva che non avrebbe gradito un dono per cui lei in segreto aveva tanto sognato.

È proprio vero e oggi lo confermo che gli uomini sanno essere così stupidi certe volte.

E dato che di stupidi stasera non possiamo limitarci ad un numero primo, ecco che a degnarci della sua compagnia ricompare Giacomo con l'abbigliamento impeccabile che lo contraddistingue.

"Ma Vic, mò puoi anche smetterla de festeggià c'è 'n'idiota che ha deciso de facce compagnia."

I due individui ricominciano a fissarsi e a studiarsi a vicenda.

Il biondo inviando sguardi di fuoco, il moro il tono di una leggera derisione nei suoi confronti.

Non lo prende sul serio, lo trova solamente ridicolo nella sua convinzione di rimanere qui con noi.

"Ah, e lui chi sarebbe?"
Mi chiede allora la bionda fingendosi interessata.

"Uno a cui ho fottuto la pischella semplicemente."

Migliore definizione non poteva trovare, peggior modo per provocarlo neanche.

Però almeno gliel'ha presentato e ora Victoria ha ben chiara la situazione che si è inquadrata tra i due.

"Esiste il karma, David."
Decide di fargli notare il nostro ospite con aria di strafottenza.

"Sò ateo, nun ce credo a certe cazzate."

Damiano non ci crederà ma questo non impedisce ai suoi occhi di vedere dove certe mani vanno in cerca.

Mi tocca la schiena in segno di amicizia, eppure rimane evidente che se non ci fosse mio fratello nei paraggi si sarebbe permesso di toccare ben altro.

"Come vuoi, David. Credi a ciò che vuoi."

Mi stacco senza farlo troppo notare dalle sue mani cercando per quanto possibile di lasciar perdere lo strano atteggiamento di Giacomo di questa sera.

All'università non è così, è un ragazzo tranquillo e mite, disponibile ad aiutarti e con un sorriso impossibile da nascondere sotto la mascherina.

Mi sorprende che per colpa di una ragazza che non si meritava sia cambiato di colpo.

"Tra quanto suonate?"

Finalmente lasciano da parte i vecchi conflitti, parlando d'altro, dell'argomento clue della serata da cui non possiamo essere lasciati all'oscuro.

"Nun so, camoscio. Quando ce annunciano, penso."

La bionda in velluto verde gli storce il naso pensandola diversamente da chi ha appena aperto bocca.

Un errore dietro l'altro||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora