Non riesco a dormire stanotte, continuo a rigirarmi nel letto e a contare i minuti che mancano dal suono della sveglia.
Ciondolano i ticchettii dell'orologio che ho in camera e ciondolano i miei ricordi.
Quelli di quando terrorizzata dalla mancanza di una famiglia stabile, ho cominciato a circondarmi di sfruttatori e malintenzionati, e di promettenti assassini a quanto pare.
Damiano non si è fatto un graffio però, sono stati i suoi gatti a fargli capire che c'era qualcosa che non andava nel suo appartamento.
Miagolavano in un modo strano, ci ha raccontato, quasi volendolo avvertire di un pericolo in agguato.
O dell'inferno di fuoco che sarebbe divampato da un momento all'altro.
Ha portato con sé solo le cose essenziali.
Il telefono, i gatti, il portafoglio e la pellaccia che ha deciso di tenersi salda.Nient'altro è bastato a quell'uomo dalle poche esigenze per decidere di prendere e partire.
E ora dorme su uno scomodo divano in un soggiorno disordinato di una casa che non è la sua.
Se riesce a prendere sonno dopo tutto quello che è successo ovviamente.
Io ho già le mie domande e i miei ricordi a tenermi sveglia, le mie occhiaie a crucciarmi di notte.
Non soffro d'insonnia abitualmente, ci metto però le mie solite due orette per addormentarmi.
Mi potrei mettere già sotto con lo studio, lasciar perdere il mio sciocco tentativo di cadere vittima di un sonno che mi uccida e buttarmi con citologia.
Almeno occuperei la mente con qualcosa di produttivo sottolineando parola dopo parola i concetti essenziali detti dalle sbobine.
Sono una manna dal cielo quelle, è un peccato che al liceo non siano ancora state inventate.
"Nun torni a dormì?"
Il moro ha altri programmi da propormi rimanendo in piedi davanti alla luce che ho acceso.
Lui non si schioda da lì, ma mi osserva sbuffando di volta in volta quando l'evidenziatore si mette a colorare un nuovo termine.
Il pigiama che mio fratello gli ho prestato lo rende una guardia carceraria pronta a mettermi in castigo per l'ennesima stupidaggine.
"Sono le cinque e mezza, Es."
Lo so, ho imparato a leggere l'ora in prima elementare a suon di sberle da parte di mio padre.
Non sarebbe male fargli notare che il suo orologio sta avendo dei piccoli problemi.
"In realtà sono le cinque e ventisette, Damiano."
Potrei cantargli l'ora in tedesco o in francese a suo piacimento.
Ma forse riesce anche ad accontentarsi di un po' di sano italiano.
"Se, e tu non hai dormito un cazzo."
Sbadiglia chi pensa di saperla più lunga su di me.Mi indica il letto completamente disfatto dai calci che ogni tanto regalo.
Sono soffocanti alcune coperte e lenzuola, talmente pesanti da volerle cacciare via con la forza.
Da piccola odiavo andare a dormire, avevo troppa paura del buio e dei mostri sotto al letto per dare retta ai miei genitori.
Mi ribellavo rifiutandomi categoricamente di soddisfare un loro capriccio.
La notte mi ha sempre fatto paura, la notte con certi suoi mostri che si incontrano nell'oscurità.
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Un errore dietro l'altro||Damiano David
FanfictionC'è chi compie un errore dietro l'altro e chi non fa nulla per fermarti. Conoscerti però è forse stato il mio più grande sbaglio.